La spinta in più.
Qualche sera fa, io e la mia fidata amica Cecilia, ci siamo ritrovate nel pieno di una notte d’estate a parlare come solo due amiche di vecchia data possono fare davanti a una cena vista lago e una buona bottiglia di vino bianco ghiacciato.
Abbiamo parlato del nostro passato, di quel trascorso che ancora oggi nel presente viene a farci visita, per ricordarci ciò che siamo state, abbiamo vissuto, sofferto e gioito, per permetterci di guardare al futuro, con occhi realistici e sognatrici allo stesso tempo.
Abbiamo parlato del presente, tanto: di quel limbo emotivo che entrambe, per un motivo che potremmo chiamare “destino”, ci ritroviamo a vivere.
Tra me e la mia amica Cecilia c’è un’alternarsi di ruoli che messi insieme diventano compensazione: se a me batte forte la vena sognatrice, lei cerca di equilibrarla con la vena razionale. Se a lei prende la botta di malinconia io le offro uno scudo di speranza. Se una delle due si sente disillusa, l’altra prende una livella che equilibri la ragione a quella dose di ottimismo che dovremmo sempre avere in tasca. Tutto questo al quadrato, con alternanza dei ruoli e delle visioni.
Nella nostra notte di lago e vino, ricordi e speranze, presente e sogni, Cecilia mi ha fatto riflettere su una cosa che forse tutti dovremmo custodire e tenere a portata di mano: l’amore per noi stessi.
Quante volte abbiamo affrontato situazioni dove nel migliore dei casi abbiamo taciuto su risposte che avremmo voluto dare, pensieri che avremmo voluto esprimere e cose che avremmo voluto fare per quel quieto vivere che alle volte è più una scusa che una corretta via?
Quante volte abbiamo affidato i nostri sorrisi, il nostro volerci migliori, il nostro volerci bene all’amore, i sorrisi, le attenzioni di un’altra persona, pensando che quell’amore, quei sorrisi e quelle attenzioni potessero essere la spinta in più necessaria per fare ciò che dovremmo fare sempre e comunque, ossia rispettare il nostro essere e volerci bene?
Tante, o forse poche, ma di certo è successo a tutti.
E se è vero che c’è un tempo per tutto, per l’amore senza limiti e senza dignità, per l’abbandono totale a un vento sconosciuto che soffia sul giusto versante, per la testa persa fra i mille battiti del cuore, è vero anche che arriva il momento di fermarsi, a un certo punto, e riflettere sul fatto che non ci sarà forse amore più grande di quello che abbiamo il diritto nonchè il dovere di provare per noi stessi.
E che quell’amore, ancor prima dei sorrisi e le attenzioni altrui, sia la spinta in più che ci permetta di andare avanti, sempre.