“Qui non c’è Coviddi”
Siamo partiti per le vacanze fermandoci prima a Bergamo per portare mio figlio a Leolandia. Avevamo preparato questo viaggio da marzo, poco prima che scoppiasse la pandemia. Non succederà mai più che riusciremo ad andare io e mio marito in ferie insieme per due mesi. Santo congedo parentale e sante leggi lussemburghesi, più welfare di questo non lo conosco.Per la seconda tappa del viaggio, siamo stati tre notti a Roma, caldo tremendo e marito curioso di vedere la Capitale, abbiamo camminato per chilometri.
“Roma senza turisti ma tremendamente malandata.”
Il giorno seguente per paura che i piccoli si sentissero male, lo ammetto anche io, siamo andati sul lago di Bracciano. Aria fresca e ristorantino minuscolo hanno risollevato le nostre vacanze romane. Il quarto giorno è iniziata la discesa verso Terlizzi, in provincia di Bari. Ci tengo a precisare che fino ad allora abbiamo visto gente con mascherine ovunque, a Bergamo anche all’esterno con più di due metri di sicurezza. Quattro mesi di persone che indossavano le mascherine. Arrivati a Terlizzi accompagnati da un acquazzone/grandinata che ci ha rinfrescati per 4 giorni, abbiamo scoperto una dura e triste realtà.
“Qui non ce n’è Coviddi” .
Posso contare i posti chiusi, lo preciso perchè lo so che all’aperto basta mantenere le distanze di sicurezza, dove le persone portavano la mascherina. Abbiamo litigato in un supermercato con una cara donna di 40 anni perché abbiamo chiesto di indossare la mascherina che portava come copricollo. Sono stata in un giornalaio, dal parrucchiere, in un ristorante, in posta, in un bar dove il personale e io indossavamo le mascherine. Dal parrucchiere mi sono sentita sicura come a Lussemburgo, mi hanno misurato la temperatura, igienizzato mani, borsa sempre con me, mascherina io e loro, sempre e non portata sotto al naso. Ieri per il compleanno di mio figlio abbiamo organizzato una festa all’aperto, tavoli distanziati, nome e cognome di tutte le persone presenti segnalati. Non dovrebbe essere una nostra responsabilità? Non dovremmo pensare ai nostri figli e alle nostre famiglie e proteggerli?
“La movida per i giovani è ricominciata come se nulla fosse.”
La frase “qui non ce n’è Coviddi” la dicono loro, che dovrebbero avere paura per il futuro. Paura per un’Italia che di certo non riceverà più aiuti se ci fosse una ricaduta ad ottobre, come dicono. Le foto delle spiaggie piene e dei locali traboccanti senza alcuni rispetto delle norme riempiono i giornali. Se fossi io nell’Europa non darei una lira a questa Italia menefreghista e scordarella.
Ci tengo a precisare però che in Calabria, perlomeno a Corigliano Calabro, tutto questo non accade. Fanno multe ai commercianti che non rispettano le regole e le forze dell’ordine fanno da esempio. Invece qui sembra che sia stato comunicato alla Polizia Locale di lasciar lavorare i commercianti quindi loro non indossano mascherine e non fanno multe. Io mi sono fatta la lista dei luoghi chiusi dove posso e non posso andare. Lo ammetto ho paura di ammalarmi e morire qui dove gli ospedali chiudono, e sono stati aperti e rinnovati solo per favoritismi politici.
Mi chiederete perché sono qui allora?! Per far rivedere i propri genitori a mio marito, ma sono pentitissima. Ogni giorno rubano una macchina o scippano vecchietti perché ” anche loro devono mangiare, non hanno guadagnato nulla durante la quarantena” . Mi sembra di vivere in un far West. Questa Puglia non mi appartiene, non mi rappresenta e non mi piace. Vi aggiornerò perché a fine luglio andremo in Calabria e Sicilia, incrociate le dita per me.