L’amore si trasforma in violenza: il figlicidio di Margno.
Come fai a pensare male di una persona di cui ti fidi?
In che modo puoi accorgerti se potrà mai commettere atti sconsiderati?
Perchè tanta violenza sostituisce l’amore che si dice di provare verso una persona o verso i figli, che dovrebbe essere incondizionato?
Queste alcune delle domande che ci stiamo ponendo, seguendo il caso del figlicidio di Margno (Lecco), in cui intersecano vicende sentimentali, psicologiche e infine di violenza su minori.
Non dovrebbero interessarci solo le indagini, ma anche i risvolti sociali che sono stati evidenziati da psicologi e avvocati: una crisi familiare, padre e madre con due figli, un omicidio-suicidio.
Sconvolgenti i dati italiani: avviene un omicidio in famiglia ogni 55 ore e i figlicidi sono il 12% del totale (Fonte Eures).
Dunque, un padre che uccide i figli come punizione estrema verso una donna che non lo ama più: così che lei possa soffrire per sempre…
La psicologia spiega questa azione come vendetta verso colei che lo sta facendo soffrire. E c’è talmente tanta sete di vendetta che non si ha neppure interesse verso al propria vita, infatti oltre l’omicidio, avviene il suicidio.
Ciò che crea lo shock è che purtroppo non si può prevedere di essere di fronte a quello che diventerà il personaggio cattivo della storia… oscilliamo tra incredulità e l’idea che abbiamo di quella persona, che fino a quel momento ha avuto comportamenti esemplari e vanta moralità ed etica personale…
Ci sono un sacco di teorie psicologiche e psichiatriche che cercherebbero di rispondere al gesto di questa persona (es. sindrome di Medea; il femminicidio psichico; tragedia della genitorialità), mentre la giustizia si chiede se ci sia stata premeditazione o meno…
Resta l’oggettiva amarezza nel comprendere quanto la nostra società sia labile, di come cada sempre più spesso in questi episodi, ma anche la forte consapevolezza che bisogna alzare il livello di attenzione e comprensione di questi fenomeni; non sottovalutando anche la grave crisi esistenziale alla quale siamo stati sottoposti tutti durante il lockdown per l’emergenza sanitaria del Coronavirus, superata solo da pochi senza ripercussioni…