Chiara, fresca, dolce un corno!

Acqua splenderà
limpida sarà
acqua bagna questa terra.
Acqua porta via la guerra.
Cantava Loredana Bertè nel 1985. Sono passati trent’anni e ora non soltanto l’acqua scarseggia, ma le guerre non accennano a scomparire. Ci sarà un nesso? Quello che so è che l’acqua apre da sempre mondi sommersi e leggende. Affascinazione e paura. Attrazione e dubbi.
Senza si muore nel giro di pochi giorni ma bastano pochi istanti per annegare. Non a caso si dice di essere con l’acqua alla gola, quando ci si trova chiusi in una situazione che ci pare senza vie di fuga. Che non appare chiara.
Ma se questa frase rende bene l’idea, mi sono sempre domandata la ragion d’essere di “giovane come l’acqua”. Nulla, in effetti, è più vetusto di lei. Questa gloriosa fenice che, grazie al suo ciclo vitale, è praticamente il solo elemento sulla terra rimasto lo stesso dai tempi dei dinosauri. A parte Ornella Vanoni e mia zia Antonia (scherzo, ovviamente! Spero di non beccarmi una querela. Mia zia Antonia è capace di tutto!).
Legata all’acqua, una delle contraddizioni simbolo del mio lavoro di trainer.
I bambini vengono concepiti in ambiente umido, si sviluppano nel liquido amniotico e possono essere partoriti in una vasca piena, sopravvivendo immersi per vari secondi. Praticamente sono piccoli sub.
Acqua chiara…e poi?
Niente: gli adulti insegnano loro quanto l’acqua possa essere pericolosa e fin qui… solo che dopo averli terrorizzati, poi insistono per portarli in piscina. Perché “vedrai come ti diverti!”. “Se non muoio”, pensano loro. Intere pletore di bambini in perenne contrasto con mamma e papà perché non ci tengono affatto a imparare a nuotare (spezzo una lancia nei loro confronti perché, a dire il varo, lo sapevano fare tranquilla mente prima di essere presi dal panico).
E sì: perché la maggior parte delle informazioni che ci servono per vivere come persone uniche e irripetibili, in effetti, fanno già parte del nostro bagaglio natale. Come l’acqua chiara.
La fregatura è che spesso quel bagaglio ci viene confiscato alla dogana e sostituito con quello di qualcun altro. E allora che si fa? Mi chiederete. E io che ne so? Vi rispondo io. Sto ancora cercando di rintracciare metà dei miei colori! Però una cosa, questa sì ve la consiglio: sciacquatevi via di dosso l’odore stantio dei contenuti non vostri e affrontate la vita da vecchi lupi di mare. Per sicurezza, portatevi dietro un salvagente ma le piscine lasciatele a chi, se potesse, vi farebbe nuotare in uno stagno pur di non perdervi d’occhio.