Povertà alimentare ed educativa: esempi per contrastare il fenomeno
La pandemia ha cambiato radicalmente il rapporto con il consumo, facendoci preferire il necessario al superfluo, anche quando capaci di mantenere uno stile di vita alto.
Ma in Italia invece si stimano un milione di nuovi poveri nel nostro Paese, che oggi hanno bisogno di aiuto per riuscire ad alimentarsi ogni giorno.
Molte ONG o Associazioni, hanno evidenziato quelle situazioni in cui molte famiglie hanno difficoltà a fare la spesa, ad acquistare beni di prima necessità o strumenti tecnologici ormai indispensabili per la didattica a distanza e per garantire il diritto allo studio per i propri figli.
Lo studio pubblicato da Coldiretti evidenzia come in tre mesi siano aumentate del 40% le richieste di aiuto a Caritas e Banco alimentare: fra i “nuovi poveri” ci sono anche tutti coloro che purtroppo hanno perso il posto di lavoro; oppure molti piccoli commercianti (almeno 75 mila su 150, che secondo i dati della Confesercenti, non ha riaperto), ma anche persone che erano impiegate “a nero”, o chi non ha risparmi messi da parte.
Mentre sul tema povertà educativa si sofferma Save The Children: circa il 10% dei ragazzi in età scolare in Italia non segue le lezioni a distanza o fa a meno di farlo almeno una volta a settimana. Inoltre, circa il 12,3% dei 6-17enni non ha computer o tablet. Tra quelli che ne dispongono, più del 50% deve purtroppo condividerli con gli altri componenti della famiglia.
Per fortuna però sono nate diverse iniziative solidali per sostenere queste famiglie in difficoltà su tutto il territorio nazionale, alleggerendole da problemi pratici, ma diminuendo anche la distanza sociale ed economica causate dell’emergenza sanitaria del Coronavirus.
La CARITAS per esempio ha attivato diverse raccolte fondi in favore delle famiglie in difficoltà; la distribuzione di beni di prima necessità, da quelli alimentari a prodotti per la casa e l’igiene; la donazione di strumenti digitali ai più giovani per favorire la scolarità a distanza (pc, tablet, stampanti) e le iniziative di socializzazione e insegnamento.
La Fondazione Banco Alimentare mette in luce che anche quando la situazione emergenziale sarà rientrata, il problema sociale purtroppo permarrà, ecco perché ha avviato delle collaborazioni con alcune reti di supermercati: tutti i clienti possono decidere di donare alcuni euro alle famiglie bisognose che poi ricevono dei buoni spesa.
Naturalmente anche il Governo ha attivato una task force per lo studio e la risoluzione di questi problemi. Il comitato di esperti è guidato dal manager Vittorio Colao ed ha consegnato alla presidenza del Consiglio un documento di 121 pagine intitolato “Iniziative per il rilancio – Italia 2020-2022” (un elenco di 102 proposte per favorire la ripresa economica del paese).
Nello specifico è posta attenzione al contrasto della povertà alimentare minorile e si chiederebbe di rafforzare servizio di refezione presente nelle scuole. Nel documento si precisa che: Le mense scolastiche attivate in contesti di grave deprivazione possono rappresentare anche un’opportunità di inserimento lavorativo con la promozione di cooperative territoriali, con particolare attenzione al coinvolgimento lavorativo delle donne”.