Libri sulla montagna: la lettura a un passo dal cielo

Libri sulla montagna: la lettura a un passo dal cielo

Chiudete gli occhi e immaginate di starvene da soli su un prato verde brillante, accarezzati da un vento delicatissimo che vi porta i profumi e gli odori dei milleottocento metri d’altezza. I piedi nudi toccano l’erba, sentite che il contatto vi fa proprio bene all’anima. È un contatto primordiale, è un benessere innato, tra voi e Madre Natura.

Inspirate l’aria fredda, alpina, appenninica, che sa di rosmarino, di pino, di abete, di resina, di fieno, di mucca. Riempitevi i polmoni di bellezza. E c’è un silenzio incredibile. Non si sente assolutamente nulla, se non il fischio del vento.

Ora riaprite gli occhi.
Eccole.
Le montagne.

Cime infinite, frastagliate, lineari, sinuose, imbiancate, macchiate d’alberi, macchiate d’arbusti. Quella sembra più vicina, quella sembra più lontana. Quella laggiù? Neanche si vede: è coperta da una nuvola.

Ora prendete il libro che avete posato accanto a voi, a faccia in giù, aperto a metà nel punto in cui avevate interrotto poco fa la lettura. Poco importa se le pagine si sono inumidite per l’erba: si asciugheranno con il sole.
E leggete.

Ogni libro, una storia. Ogni storia, una montagna.

Leggete libri sulla montagna, quando non riuscite a farvi la vostra scampagnata oltre i mille metri. Eccone qualcuno.

Le otto montagne (Paolo Cognetti – Einaudi) è il primo libro che sento di dover consigliare per il genere scelto oggi. È stato vincitore del Premio Strega 2017 e ha ispirato l’adattamento cinematografico con Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Un romanzo di formazione con la montagna a far da sfondo, la vera protagonista del libro.

Fiori sopra l’inferno (Ilaria Tuti – Longanesi), per chi si intende di thriller e non solo, ci fa immergere nel mondo di Teresa Battaglia e delle sue montagne, luoghi mistici e palcoscenici di brutali omicidi. Anche questo ha un suo gemello, nel campo della televisione. Personalmente, ho trovato Battaglia vagamente antipatica, ma senza dubbio ha carattere e ha tutte le carte in regola per essere la protagonista del romanzo, il primo di una serie.

Uscito da pochi mesi ma già tra le fila dei libri in classifica c’è La strangera (Marta Aidala – Guanda), la cui protagonista è Beatrice, che lascia Torino per rifugiarsi tra le montagne che sono donne, anche se spesso portano nomi maschili.

La montagna di Messner e Zovi

Penna pilastro della letteratura montana è senza dubbio Reinhold Messner. Di lui vi consiglio La montagna a modo mio (Reinhold Messner – Corbaccio). Un raccolto senza peli sulla lingua sulle sue idee più profonde circa la natura e l’essenza dell’alpinismo, sull’andarsene e sul tornare. Per gli appassionati dell’alpinismo e per chi è curioso, vengono sviscerati tutti i grandi temi: dia primi successi sportivi, la salita dell’Everest, la fondazione del sistema di musei della montagna. La montagna nuda e cruda come non l’avete mai letta.

Per finire, un libro emozionante dettato dall’amore incondizionato che si ha per le montagne: Sulle Alpi. Un viaggio sentimentale (Daniele Zovi – Raffaello Cortina Editore). Racconta gli erbari di Camillo Sbarbaro, e poi il passo del Monginevro, quello probabilmente attraversato da Annibale e i suoi elefanti; la luce del Monte Bianco descritta da Goethe; le sculture di Marco Martalar: leoni, aquile, draghi costruiti con i resti dei boschi devastati dalla tempesta Vaia.

Quali sono i tuoi libri sulla montagna? Buona lettura.

#FastidiosamentePaziente

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Federica Fiordalice

Classe 1994, da sempre il suo sogno nel cassetto è scrivere libri e vivere grazie ad essi. A furia di stare con la testa tra le pagine, è finita su DmU per scrivere e provare a imitare i tanti autori che legge. Al momento ancora non ha scritto alcuna pagina, ma gli scaffali di casa sua continuano ad accumulare libri in attesa di essere letti. Scout per la vita, tra le sue passioni troviamo la corrispondenza cartacea, collezionare cartoline da tutto il mondo e la sua bignè a quattro zampe di nome Wendy. Figlia di Tosca Tassorosso e Durin, capostipite dei Nani tra le file di Tolkien. Dolce, paziente, un po’ stacanovista (a giuste dosi), perfezionista (q.b.). Maneggiare con cura: potrebbe rifilarti freddure di punto in bianco come strategia di difesa.

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