Silenzio, parla la Maestra Celentano
Disciplina, passione, curiosità. E nessuna scusa. Un sottotitolo che è un manifesto della filosofia di vita di Alessandra Celentano, nota al grande pubblico per essere uno degli insegnanti storici della celebre trasmissione televisiva Amici di Maria De Filippi, autrice del libro edito da Mondadori Chiamatemi Maestra.
Severa, pungente, diretta. Onesta e sincera. Questa è l’immagine che la Maestra dà di sé da anni al grande pubblico. Risultato di una lunga e brillante carriera da ballerina classica, basata sul sacrificio, sulla determinazione, sull’attenzione ai dettagli, sulla ricerca costante dell’eccellenza delle linee e del movimento del corpo.
Alessandra Celentano divide e fa discutere. Non ha peli sulla lingua. E’ come appare. E forse proprio per questo suo tratto distintivo Maria De Filippi la prese in squadra trascinandola via dal mondo del teatro per catapultarla in quello della tv. Un cambio di scena improvviso, inaspettato, eppure naturale. Dopo qualche perplessità e timidezza iniziale, la Maestra ha saputo adattare il suo ruolo ai tempi e agli spazi di un talent show di cui, non a caso, ormai da circa vent’anni è protagonista indiscussa.
Chiamatemi maestra è un viaggio emozionante nel mondo della danza, raccontato con grande sincerità e passione. Ma è anche un tuffo nei ricordi, tra gli episodi di un’infanzia serena circondata da una famiglia numerosa e famosa e le varie fasi, non senza ostacoli, della sua carriera da ballerina, dai primi passi sulle punte agli esordi nei teatri e alle tournée sui grandi palcoscenici nazionali e internazionali.
Alessandra Celentano inizia a studiare danza con maestri di fama mondiale. Si perfeziona all’Opera di Stato di Budapest. Frequenta e poi insegna al Corso di perfezionamento professionale di danza a Reggio Emilia e a metà degli anni ’80 entra a far parte dell’Aterballetto diretto da Amedeo Amodio, dove interpreta ruoli da prima ballerina per alcuni tra i maggiori coreografi del Novecento (Ailey, Balanchine, Forsythe, Tetley, Childs e altri) e balla accanto a grandi interpreti del mondo della danza (E. Terabust, A. Ferri, M. Loudières, G. Iancu, A. Molin, V. Derevianko, J. Bocca). Negli anni successivi è maître de ballet nei maggiori teatri d’Italia: Teatro alla Scala di Milano, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Comunale di Firenze e Teatro San Carlo di Napoli.
Docente ospite in teatri internazionali, lavora accanto a grandi nomi della danza come Carla Fracci, Roberto Bolle, Massimo Murru, Isabelle Guérin, Manuel Legris e altri. È direttore artistico dello spettacolo “Anbeta e Josè”, cui prendono parte ballerini delle maggiori compagnie a livello mondiale, e coreografa per il gala di esibizione dei campionati mondiali di pattinaggio e di svariati altri eventi di prestigio in collaborazione con Pietro Del Vaglio, Anbeta Toromani, Amilcar Moret Gonzalez, Luca Longobardi.
Chiamatemi Maestra non è la classifica autobiografia del personaggio di successo. Ci sono si’ continui riferimenti alla propria esperienza personale, al proprio vissuto, anche intimo. Ma ci sono soprattutto consigli utili ai futuri ballerini e ai loro genitori. Una sorta di manuale per capire cosa si cela dietro il successo di un danzatore di alto livello: disciplina, studio, curiosità, cura del proprio corpo, l’Amore, il movimento.
La stessa Celentano nell’incipit del suo libro ammette di aver deciso di scrivere spinta proprio dal desiderio di poter essere utile a qualcuno: a chi vuole ballare, a chi ha dubbi, a chi pensa di non farcela, a chi vuole farcela.
La danza è di tutti, ma non è per tutti
La Maestra spiega tra le pagine del libro come nell’epoca del “tutto facile”, “tutto veloce”, “tutto subito”, se si vuole intraprendere una carriera di alto livello nel mondo della danza bisogna avere la consapevolezza di dover e voler abbracciare il sacrificio. E di sacrifici Alessandra Celentano ne ha fatti tanti. Gli anni di studio in Ungheria, lontana dalle comodità di casa e dell’affetto della famiglia. Le sveglie alle 5 del mattino. I dolori fisici, sopportati in silenzio. Le lunghe ore in sala, alla sbarra, ad allenarsi e studiare le coreografie. I disturbi alimentari.
Ma “ne è valsa la pena”, afferma a più riprese.
Ballare non vuol dire solo fare la sbarra, fare la lezione e andare in palcoscenico. C’è tutto un contorno, una storia, che va conosciuta e amata. Per questo motivo per Alessandra Celentano lo studio della storia della danza, della musica, del teatro, è fondamentale.
Senza la voglia di studiare, il talento non è sufficiente!
Della maestra Celentano negli anni abbiamo avuto l’occasione di conoscere il lato duro, severo, esigente, preciso. Ma anche di apprezzare l’aspetto scanzonato e divertente del suo carattere. Una parte di personalità che traspare spesso tra le pagine di “Chiamatemi maestra” e che ha origine nei legami sereni e affettuosi con la sorella, con le cugine, con i tanti amici di cui si è sempre circondata.
Una storia personale che le ha regalato l’opportunità di stare a stretto contatto con personaggi famosi della musica e dello spettacolo grazie alla presenza costante nella sua vita dello zio Adriano Celentano.
Uno spaccato che diventa intimo quando racconta, con schiettezza, il suo rapporto con gli uomini, con l’amore, l’inizio e la fine del suo matrimonio, il sereno rapporto con la mancata maternità, la lunga malattia della mamma, i problemi fisici, il legame con i suoi cani. Ne vien fuori il ritratto di un’Alessandra Celentano che ha tanto da dire e da insegnare. Una donna in cui Danza e Vita sono un tutt’uno.
Un mestiere usurante, quello della danza, spiega la Maestra, cercando di offrire un quadro completo e sincero della professione di ballerino. A livello fisico soprattutto, ma anche mentale.
Ma “finchè la passione vale più del dolore, è possibile”. Ecco perché la cura del proprio corpo è parte integrante del percorso così come una corretta nutrizione e un’attenzione continua alla propria salute mentale.
Ne emerge che decidere di investire il proprio tempo e la propria energia nel realizzare il sogno di diventare un danzatore deve essere una scelta consapevole, da parte dei ragazzi e dei genitori. Perché oltre alle luci abbaglianti del palcoscenico e del successo, ci sono anche le ombre del sacrificio, fisico, economico, personale. Un percorso faticoso alla cui base ci deve essere una predisposizione fisica, associata a talento, determinazione e spirito di abnegazione.
”Tutti hanno il diritto di sognare, ma poi arriva il momento in cui quel sogno deve diventare realtà. Perché ciò che conta non è quello che sogni, ma quello che realizzi”.
Alessandra Celentano
La Maestra Celentano insomma, non è “cattiva” come la dipingono. Semplicemente non illude, in nome dei suoi principi e del suo modello di Danza. Invita a perseguire le proprie passioni, ma anche ad essere coscienti delle proprie possibilità.
Il messaggio è quello di cercare di capire a cosa siamo adatti. Di ricercare il nostro vero talento.
Un messaggio che può piacere o meno. Che può essere apprezzato o criticato. Ma che se visto nella giusta ottica non è che sincero, onesto.
Perché apparentemente la realtà fa male. In realtà aiuta a progredire e a mettersi in discussione. Parola della Maestra.
#CaparbiamenteSognatrice
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