Lo sguardo di Fausto sul mondo: una mostra da incorniciare
FaustoFestival è stato un Vernissage atipico. Da una parte ha inaugurato una mostra di lavori importanti di Fausto Delle Chiaie, e dall’altra ha festeggiato la lunga carriera dell’artista ufficialmente consacrata con l’inserimento della sua opera “Distanziamento Sociale” all’interno della prestigiosa Collezione Farnesina del Ministero degli Esteri, straordinario compendio dell’arte italiana del 900 e contemporanea iniziato con lungimiranza e visione dall’Ambasciatore Umberto Vattani.
Il pubblico è stato accompagnato dalla giovane studentessa del DAMS, Mariachiara Santoro, a rileggere gli ultimi 30 anni del coinvolgente lavoro dell’artista e dal biologo dell’arte Andrea Bottai, che ha restituito lo sguardo di Fausto sul mondo e svelando il dietro le quinte della sua ispirazione.
Molto significativi e poetici i film/documentario proiettati, “Open Air Museum” del 1994 di Niccolò Ungaro, che mostra la creatività dell’artista in azione all’aria aperta e “Visita alla Farnesina” del 2024 di Aurora Salvatori, dove Fausto si vede “finalmente appeso in un luogo sicuro”.
Oltre 30 anni col suo museo all’aperto in Piazza Augusto Imperatore, artefice e custode delle opere in strada. È stato scritto: “ha onorato con ironica genialità il Paese e la città di Roma in particolare”. Opere tutt’affatto improvvisate, il cui titolo è esso stesso opera, come dice il Maestro, ma esposte al passaggio e all’interazione di un pubblico improvvisato. Opere di tutti, secondo il suo concetto di arte democratica.
Achille Bonito Oliva ha coniato la definizione di “artista en plein air” e anche “artista situazionista”, per il suo utilizzo di oggetti comuni o di scarto e a cui dava nuovo significato.
Il film racconta questa parte essenziale della sua sperimentazione, così come fa un libro – il curatore, Pino Giannini, era presente ieri al vernissage – “FUORI CATALOGO”. Con testi rielaborati da quelli dello stesso Fausto Delle Chiaie e le fotografie di Paolo Buatti, che testimonia 30 anni di scambio tra l’Artista e le migliaia di persone che si sono fermate davanti a lui e alla sua arte.
È Toccato a Veronica Piraccini, teorica dell’antisistema nell’arte da ultimo col suo libro “TEOPRATICA – la Pittura l’inizio del Desiderio – Sistema e Antisistema”, dare ragione del porsi fuori dal sistema di Fausto Delle Chiaie, con le sue opere installative ante-litteram ironiche sì – l’ironia è parte integrante della sua arte, anche quando se ne serve per denunciare mali della contemporaneità –, ma anche e soprattutto poetiche. Un artista fuori dal sistema in ragione dell’istintività e autenticità della sua ispirazione, con opere “che parlano”, sia che siano esposte all’esterno che in uno spazio interno.
Per Andrea Bottai che, dice, “ospita oggi l’amico di una vita Fausto nella sua bottega”, l’empatia dell’artista ha a che fare con i neuroni-specchio, cellule ultra specializzate nel trasmettere impulsi elettrici all’organismo e che si attivano non solo quando facciamo qualcosa, ma anche quando “vediamo” qualcuno fare quella cosa. Un sistema che è alla base dell’evoluzione conoscitiva, dell’acquisizione della conoscenza, ma che è anche alla base dell’empatia, di quella capacità cioè di “sentire” con e insieme agli altri, che è senz’altro di quel Maestro dell’empatia che è Fausto Delle Chiaie, capace di sentire dell’altro piaceri e dispiaceri e di tradurli nelle sue opere restituendo il sentimento comune su cose semplici e complesse. Reciprocamente l’interlocutore entra in contatto con l’opera e dunque con l’artista.
Alla Galleria Pian de’ giullari fino al 30 settembre, 35 tele, 5 dipinti su legno e 7 sculture in legno. Ma il piano inferiore promette di svelare altri tesori al visitatore: i marchingegni concettuali utilizzati da Fausto Delle Chiaie per diffondere la sua arte democratica. Lo stile primordiale e minimale trasmette il suo sguardo benevolo, ironico e umoristico su quanto ci circonda.
I temi della contemporaneità ci sono tutti: violenza, guerra, pandemia, inquinamento, denaro, moda, natura, artifizio. Tutti rielaborati con la sua personale, fantasiosa, interpretazione artistica, tra arte povera, arte informale, pop art e tanta umanità.