Il sesto senso delle mamme: la storia di Niccolò
“Quella volta in cui il sesto senso mi ha salvato”: quante volte ti è successo nella vita? Ti racconto la storia di una mamma, il cui sesto senso e la prontezza hanno salvato la vita del suo bimbo nato da appena 15 giorni.
E’ la storia di mamma Fabiana e del piccolo guerriero, Niccolò.
Sei già mamma di Diego. Come è stato avere il secondo figlio?
Avere il mio secondo bambino e stato semplice come fu per il fratello. E poi un altro maschio, non potevo chiedere di più! Tutto andava bene, ma si sa, l’istinto di una mamma è il potere più forte al mondo e io sentivo che il mio bimbo sarebbe stato impaziente per qualche motivo, di conoscerci prima.
Arrivo senza alcun problema al terzo trimestre. Ricominciano le scuole, i primi freddi e con loro la solita influenza. Il grande, Diego, non mi lascia tregua e nonostante il vaccino antinfluenzale, mi contagio.
Tosse, raffreddore e febbre alta, sono incinta e non posso curarmi come tutti. Prendo uno sciroppo e uso la mascherina. Confido nel vaccino e nel tempo che passa, ignara del fatto che invece da lì a 48h, avrei avuto il mio bambino tra le braccia.
Quella sera di fine novembre la tosse persistente e la febbre a 40 mi fanno rompere le acque e subisco un cesareo d’urgenza sia perché sono febbricitante sia perché il bimbo è podalico.
Come è stato il rientro a casa?
Sono a pezzi… Dolorante per il post intervento e provata dall’influenza, ma nonostante fossi alla 35a settimana, lui pesava 2750kg e quindi non ha dovuto fare nemmeno un giorno d’incubatrice.. Va tutto bene e sì, il mio istinto c’aveva preso!
Dopo 4 gg torniamo a casa, abbraccio il mio ometto di casa Diego che ci aspettava, quasi a togliergli il fiato. Finalmente lo vedo meglio, quell’ influenza gli sta passando..
E’ il mio compleanno, siamo tutti insieme e sono la donna più felice del mondo!
Come cambia quindi la gestione familiare?
Quando diventi mamma bis tutti ti dicono che ormai sei svezzata, hai destrezza, giochi d’anticipo su tante situazioni. Ma la cosa più vera è sempre e solo quella di ascoltare il proprio istinto perché ogni bimbo è a sé.
I giorni passano, il grande è tornato a scuola, ma poco dopo si riammala.. Ancora oggi mi chiedo cosa avrei potuto fare per evitare un epidemia in casa e mi rispondo sempre nulla, ma il cuore non se lo perdona…
Cosa ti ha destato sospetti sullo stato di salute di Niccolò?
Una mattina mi accorgo che il piccolo è un pò tappato, la pediatra li per lì mi tranquillizza, mi dice che sono rumori alle alte vie respiratorie, ma mi vuole rivedere la mattina seguente perché Niccolò ha solo 15 gg di vita.
A distanza di poche ore la pediatra trova il respiro più aspro e mi prescrive l’areosol con cortisone e broncospasmo 3 volte al giorno, perché sospetta la bronchiolite… Mi congeda non a cuor leggero, mi dà appuntamento al giorno successivo, ma dice anche che questa infezione virale ha un decorso strano e repentino e mi augura buona fortuna.
Dopo qualche ora il bimbo sembrava quello di sempre, aveva mangiato, anche se non con molta foga e i lavaggi funzionavano. Ma ecco di nuovo quella vocina dentro di me, il mio il sesto senso e il mio istinto.
Cosa fa precipitare la situazione?
Qualcosa nel vederlo respirare non mi convinceva. Sembrava il sonno di un angioletto che a tratti va in apnea. Dopo aver atteso un po’ per monitorarlo, invio un video alla pediatra che mi scrive solo: subito in ospedale.
Da quel momento, erano le 3 di mattina, ricordo solo lo stordimento e la paura addosso. Nel giro di un’ora mio figlio dal pronto soccorso era stato portato in TIN, un momento prima saturava ancora decentemente e uno dopo era sedato ed intubato. Io e il papà in quel corridoio non avevamo coraggio neanche di incrociare i nostri sguardi. Diagnosi dei medici: BRONCHIOLITE DA RSV.
BRONCHIOLITE DA RSV: un’infezione virale alle basse vie respiratorie che non ha cura antibiotica deve fare il suo corso e la soluzione migliore in questi casi è sedare il bimbo per far sì che l’apparato respiratorio sia stressato il meno possibile.
Quanto dura la permanenza in ospedale per Nicolò?
Mio figlio è stato in questa condizione per ben 12 giorni… Siamo stati aggiornati da una telefonata al mattino per sapere com’era andata la notte e mezz’ora al pomeriggio per poterlo vedere e fargli sentire il nostro calore. Ogni giorno era una vittoria il solo sentirsi dire dai medici: “il bimbo è stabile”.
Successivamente, quando la fase acuta era ormai passata, i medici hanno usato l’ossigenazione con gli alti flussi e solo dopo hanno cominciato ad alimentarlo, prima con il sondino e man mano col latte materno.
Dopo quanto Niccolò è tornato a casa?
Mio figlio è tornato a casa dopo ben 20 giorni. Aveva lo stesso peso al momento della nascita. Purtroppo, ha dovuto fare punture di eparina per un piccolo trombo venuto alla gamba. Ma è stato un grande guerriero, nonostante la sua nascita prematura e il suo peso ha reagito come gli altri e si è aggrappato forte alla vita e nel giro di un mese il trombo è andato via e aveva messo su già due belle guanciotte rosse.
Quali possono essere gli strascichi di un episodio del genere?
Il recupero per questi bimbi non è una passeggiata: ci possono essere addirittura crisi d’astinenza dai farmaci. Problemi posturali dovuti all’immobilizzo di quei giorni e dovuti all’ eparina per i trombi, ma soprattutto possibilità di ricadute. Ma penso che loro siano più forti di quello che crediamo. Alcune volte sopportano cose che negli adulti non sono nemmeno previste. E alla fine crescono in fretta.
Il mio bimbo è nato due volte.
Come ti incoraggi dopo questa brutta avventura, che alla fine si è risolta al meglio?
Oggi il mio bimbo segue trattamenti osteopatici e viene controllato mensilmente dall’ospedale attraverso un pediatra, il fisioterapista e un pneumologo, ma sta bene.
Cresce sia di peso che di statura, è sveglio, curioso e tanto affettuoso e noi non finiremo mai di essergli grati per la sua forza. Non smetteremo nemmeno di ringraziare tutti coloro che in ospedale lo hanno assistito, coccolato e protetto come se fossero la sua famiglia.
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