In viaggio con Robocop
Ormai possiamo dirlo a voce (quasi) alta: la Fase 2 è entrata pienamente nella nostra quotidianità. Una settimana fa, timidamente ci affacciavamo sulla porta di un negozio, dentro un ristorante o in un bar. Adesso camminiamo con passo più sicuro e l’immancabile mascherina sul viso. Ora, la nostra mente ha ripreso a fare quei programmi che per tutta la quarantena avevamo messo in stand by. Adesso è tempo di pensare a viaggiare.
Ok, va bene, non ci spingiamo troppo in là. E’ ovvio che quest’estate non passeremo le “solite vacanze”. Devo dire che, da brava expat per me le vacanze sono a casa mia. Cioè, in Italia. Lo sono sempre state. La verità è che per noi italiani che viviamo all’estero la voglia di casa è continua. Appena sappiamo di qualche giorno libero, che sia un ponte o una vacanza scolastica, parte la ricerca del volo. In aeroporto sappiamo raggiungere ad occhi chiusi: i banchi del check-in, i gate di imbarco, sappiamo dove sono posizionati toilette, bar e prese di corrente per ricaricare i telefoni lungo tutto il percorso che ci separa dall’agognato volo diretto in Italia. Ora, però sarà diverso.
Adesso ad accoglierci non avremo più hostess sorridenti dal trucco impeccabile, ma una sorta di donne/uomini – robot. Sugli aerei saliranno operatori aeroportuali vestiti come sulla scena di un crimine di CSI. Saremo, in alcuni casi, costretti ad entrare in cabine simili a capsule aerospaziali solo per attraversare il controllo bagagli. Dopo l’attentato alle torri gemelle di New York, la sicurezza negli aeroporti è schizzata al primo posto. Il Coronavirus è stato un altro 11 settembre per gli aeroporti di tutto il mondo.
Donne e uomini stile robot, li potremo incontrare all’aeroporto di Roma “Leonardo da Vinci”. Il primo scalo in Europa ad aver attivato lo “Smart Helmet”, una nuova misura di sorveglianza sanitaria. Si tratta di un termo scanner portatile a forma di elmetto, dotato di schermo piatto che grazie ad un sistema di realtà aumentata e ad immagini ad alta risoluzione, consente all’operatore che lo indossa di misurare la temperatura corporea fino ad una distanza di 7 metri. Nel caso in cui il dispositivo rilevasse sintomi febbrili superiori a 37,5 gradi, è previsto l’invito a sottoporsi ad un controllo medico.
Un misura che si unisce ad altre, nel rispetto dei criteri di sicurezza come la riorganizzazione degli spazi, modulati per garantire il distanziamento sociale, una nuova segnaletica, misure di sanificazione, dispenser di gel igienizzante in ogni angolo. Inoltre, si parla già di riconoscimento biometrico e virtualizzazione di biglietti e carte di imbarco. Praticamente fantascienza.
Oltre ai dispostivi individuali come mascherine e guanti con cui dovremmo andare in giro per un po’ di tempo, mi ha colpito il caso di Hong Kong. All’aeroporto internazionale di Chek Lap Kok è stata installata una rivoluzionaria cabina che ha due funzioni principali: oltre a misurare la febbre dei passeggeri, CleanTech J-1, ogni volta che qualcuno passa al suo interno, nebulizza un liquido disinfettante sul passeggero in 40 secondi. La superficie di questa cabina è in grado di eliminare a distanza virus e batteri grazie a delle microparticelle.
Insomma, ricominceremo a viaggiare, abituandoci a hostess robot, termo-scanner e tanto altro. Il futuro idealizzato da Robocop è molto più vicino di quanto si pensi.