Alexia Putellas. Labor omnia vincit
Due volte Pallone d’Oro nel 2021 e 2022. Capitano del Barcellona. Tornata a correre in palestra dopo l’operazione per il grave infortunio, subito a ridosso degli Europei. La calciatrice desiderio di tantissimi club. Tra le più amate da tifosi e fans. Alexia Putellas. Diventa adesso anche protagonista di una docuserie.
“Alexia: Labor Omnia Vincit” debutterà su Prime Video a partire dal prossimo 30 novembre.
La serie sarà visibile in esclusiva sulla piattaforma in Spagna, Portogallo e America Latina, ma non in Messico e Brasile. Così come purtroppo non sarà visibile nemmeno in Italia.
La docuserie racconterà come, per la prima volta, una donna sia diventata un idolo del calcio globale cambiando il corso del futuro di questo sport.
Nelle puntate oltre alla protagonista appariranno Robert Lewandowski, Camille Abili, Virginia Torrecilla, Ansu Fati, Mapi Leon e tanti altri. Ci saranno anche gli idoli della calciatrice come Andrés Iniesta o l’allenatore dell’FC Barcelona, Xavi Hernández , per parlare di cosa rappresenti Alexia, tra gli sportivi più vincenti in Spagna.
Alexia è un unicorno. Qualcosa di fantastico per chi è innamorato del calcio.
E’ la prima donna a vincere due Palloni d’Oro consecutivi.
Catalana, 28 anni, centrocampista offensiva. “La Regina”, come viene chiamata, è una predestinata.
Fin da bambina si appassiona al calcio.
Diventa prima una super tifosa del Barcellona. E obbliga il papà ad accompagnarla al Camp Nou per vedere i blaugrana ogni volta che può.
Proprio al papà, Jaume Putellas Rota, Alexia è molto legata. Lui è infatti la persona che più l’ha incoraggiata a diventare una calciatrice. E a lui deve probabilmente chi è oggi.
Jaume è morto nel 2012 quando la giovane campionessa aveva soli 18 anni. Da allora, ogni volta che fa gol, indica il cielo dedicandogli la marcatura.
Ha sei anni, Alexia, quando capisce che il calcio per lei non è solo una questione di tifo.
E inizia a praticarlo.
Racconta che le prime partite le gioca in una piazza accanto al municipio, unica femmina tra tutti ragazzi.
Però lei vuole di più. Non si accontenta. Vuole giocare in una squadra vera.
E allora papà Jaume e mamma Elisabet non possono che assecondare quella figlia così decisa e così talentuosa. E ricorrono a una piccola bugia per esaudire il desiderio della loro piccola Alexia, che però ancora non ha l’età necessaria per essere tesserata dal Sabadell, il club locale.
Jaume riesce a convincere la società catalana che sua figlia ha già compiuto gli otto anni richiesti. Il modo in cui ci riesca è un mistero.
A raccontarlo, in più di un’occasione, è la stessa fuoriclasse del Barcellona. Lei che è acclamata da tutti come la migliore calciatrice del mondo.
Una bugia che ogni appassionato di calcio è più che contento di perdonare.
Perché 21 anni dopo il nome Alexia Putellas è conosciuto da tutti.
Alexia inizia da piccolissima appunto la sua carriera dal CE Sabadell, che poi, per una ristrutturazione, lascia arrivando all’Espanyol. Qui resta per cinque anni e qui nel 2010 vince una coppa della Regina.
Passa in seguito per una stagione al Levante.
Per approdare infine da dove tutto era iniziato, dal suo grande sogno. Nel 2012 arriva infatti al Barcellona. Oggi della sua squadra del cuore ha la fascia da capitano e con il Barça ha vinto sei volte il campionato spagnolo, sette coppe della Regina, tre coppe di Catalogna e una Champions League.
Nel mentre nel 2013 arriva anche la Nazionale femminile spagnola.
Nella scorsa stagione vince quasi tutto, premiata anche agli UEFA Awards come miglior calciatrice dell’anno.
Nessuna donna prima di lei ha mai raggiunto questi risultati e per questo ormai è nota come “la Regina”.
Il suo primo pallone d’oro lo conquista a 51 anni di distanza da quello di Luisito Suárez, l’unico altro futbolista spagnolo ad averlo vinto.
Nelle giovanili del Barcellona Alexia c’era già stata. Però non era stato un assaggio memorabile. Cresciuta a Mollet de Vallès, in Catalogna, con negli occhi il mito di Andrés Iniesta, appena arrivata alla corte blaugrana a 12 anni si era scoperta impreparata. Non sapeva prendersi il suo spazio, era impacciata.
Quando Alexia torna al Barcellona nel 2012 probabilmente neanche lei immagina che da lì a poco vincerà tutto. Sia con il proprio club che a livello individuale. E che un giorno giocherà la semifinale di Champions League al Camp Nou davanti a 91.648 spettatori.
La bambina partita da una cittadina di 50mila anime, adesso non ha più niente da dimostrare e scende in campo solo per dare tutto a quei colori che ha nel cuore da sempre.
I numeri di Alexia Putellas sono incredibili.
Il fenomeno del Barcellona possiede una visione senza eguali, a cui affianca una tecnica sopraffina.
È una calciatrice totale. Nonostante giochi a centrocampo segna tanti gol ed è fondamentale in fase di costruzione del gioco. Aiuta le compagne di squadra a essere migliori. Ambiziosa ed esigente con se stessa e con gli altri.
Ha una forza fisica straordinaria e una progressione palla al piede incredibile.
Trova spazi dove spazi sembrano non esserci. Salta le avversarie con una facilità disarmante.
Se le altre vedono ostacoli, lei riesce a infilare il pallone. Collega le due linee, d’attacco e di centrocampo. Dirige il gioco della squadra come un grande Maestro d’Orchestra.
E’ calcio allo stato puro.
E’ il volto del calcio femminile.
Un fenomeno assoluto.
Uno spot vivente per tutto il movimento a livello mondiale.
Labor omnia vincit improbus
Nella scorsa stagione Alexia conquista il Triplete spagnolo. Liga, Coppa del Re e Supercoppa.
Mancando di un soffio il bis in Champions dove il Barcellona il 21 maggio va k.o. 3-1 contro il Lione.
Oltre agli altissimi livelli, in dieci anni di carriera da quando è tornata al Barcellona, Alexia ha affrontato pure dei bassi.
Con il Barça che arriva secondo in campionato per quattro anni di fila, dal 2015 al 2019 e l’ultimo Mondiale non brillante.
E soprattutto con l’infortunio, rimediato il 5 luglio scorso mentre si allenava con la Nazionale. Rottura del legamento crociato anteriore sinistro. Fuori dall’Europeo e ancora in fase di recupero.
Chi la conosce bene sa tuttavia che ogni stop per lei non è altro che un nuovo punto di ripartenza, per andare ancora più forte.
Alexia Putellas è seguita da oltre 2 milioni di follower su Instagram. Probabilmente diventeranno anche di più dopo l’uscita della docuserie, che purtroppo noi in Italia non vedremo.
L’uscita è fissata per il 30 novembre prossimo. E racconta, in tre episodi, la vita e l’ascesa nel mondo del calcio della stella mondiale del Barcellona.
“Alexia: Labor omnia vincit”. E’ il titolo del documentario. Con la frase latina, tratta dalle Georgiche di Virgilio, a richiamare il valore dell’impegno. Quella stessa frase che Alexia Putellas si è tatuata dietro la schiena.
A ribadire quanto sia importante per lei allenarsi duramente, sacrificarsi e vincere.
“La fatica vince ogni cosa”. Per dire che con uno sforzo sufficiente si può ottenere qualsiasi risultato.
Ed è stato proprio il lavoro a portare Alexia Putellas sul tetto del mondo.
La sua storia che parte da lontano, fatta di fatica e chilometri macinati. Di sudore e sacrificio. Di dedizione e passione.
La sua storia con lei prima sullo sfondo e poi in primo piano. Di una bambina che parte da lontano per tornare esattamente da dove è partita.
Regina, di un talento unico. Che ricorda tanto un’altra Regina, la divina Federica Pellegrini, che ha macinato bracciate, sudore, cadute e vittorie.
Due assolute protagoniste del loro tempo.
Esperando, aspettando e sperando, che Prime Video conceda anche a noi in Italia di godere della serie su Alexia e di rivedere presto lei in mezzo al campo… Lunga vita alla Regina!
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