Che cos’è l’amore
Ci sono parole di cui abusiamo nel linguaggio di ogni giorno: “depressione”, spesso confusa con malumore e momenti di sconforto; “gigante”, per indicare qualcosa che appare un po’ più grande rispetto alla norma; “orribile”, espresso quando quel che vediamo semplicemente non ci piace… e poi c’è lui: l’amore.
La Treccani su questo sostantivo si esprime così: “sentimento di viva affezione verso una persona”. Dunque l’amore è quello che posso provare verso un amico/a? E se provo una forte attrazione fisica per un’altra persona posso dire di amarla, visto che non faccio altro che pensare a lei? Soprattutto: da dove nasce questo sentimento?
Quasi sempre amare comporta un tornaconto, un feedback, dall’altra parte: ti amo se tu mi ami, no? Quindi quel senso di protezione, affetto, appartenenza e gioia per il semplice fatto di esistere, quel sentimento che una madre prova nei confronti di suo figlio non si può chiamare amore? È un tipo di amore diverso?
Una sola parola
Nella lingua inglese il verbo che letteralmente traduce questo genere di sentimenti è uno solo: “to love”. Si può esprimere sia con i propri familiari sia con il proprio partner. Come mai in italiano non è così? Forse perché sentiamo il bisogno di distinguere l’affetto e la stima nei confronti di una persona con un semplice “ti voglio bene” da quel “ti amo”, che invece ha un significato più profondo e quasi esclusivo di quel che proviamo.
Amore
Una volta una dolce ragazza a me cara mi chiese: “Sai cosa significa amare?”. Io le risposi molto banalmente con quei soliti luoghi comuni a cui tutti pensano quando si tira in ballo l’argomento: affetto, benevolenza, stima, innamorarsi, ecc., ma lei mi spiazzo completamente quando mi disse la sua versione. “L’amore è una scelta”. Com’è possibile scegliere di amare una persona? I sentimenti non si possono comandare a proprio piacimento! Poi è accaduto qualcosa che mi ha fatto riflettere. Quando ho iniziato a pensare al matrimonio con la persona che avevo accanto mi sono fatta delle domande: sono sicura di voler vivere il resto della mia vita con lui?
Sono pronta a restargli accanto anche quando non mi sentirò più attratta da lui? E quando farà una cazzata sarò sempre lì pronta a perdonarlo o a consolarlo?
Di certo non posso prevedere il futuro, né un eventuale rimpianto. Posso solo scegliere sì o no. Così come un genitore sceglie di mettere al mondo o adottare un figlio, oppure come un amico che sceglie se offrirti o meno una spalla su cui appoggiarti nei momenti difficili.
E se scelgo di amare, saprò di dover trascorrere il resto dei miei giorni con lui cercando, per quanto sarà difficile a volte, di ricordarmi perché quando mi è stato chiesto ho risposto sì.