Lavoro: la proposta della “mini” settimana
La mini” settimana di lavoro prende corpo anche in Italia. A lanciare l’idea ai propri dipendenti è stata Intesa San Paolo, che ha proposto di rimodulare le 40 ore settimane, distribuendole su 4 giorni anziché 5. All’estero la “mini” settimana è già stata adottata in diversi Paesi e sembra funzionare piuttosto bene. In Italia, dove il lavoro da sempre è concepito secondo certi standard, l’idea al momento è piuttosto divisiva. C’è chi la vede come un’opportunità per migliorare il proprio stile di vita e chi invece guarda con scetticismo al sovraccarico che si andrebbe a creare, con un lavoro dal lunedì al giovedì.
La “mini” settimana
Il lavoro con la “mini” settimana avrebbe questa impostazione: 9 ore al giorno, spalmate su 4 giorni e non più 5. Dunque non si lavorerà di meno, ma si concentreranno le attività in meno giorni per godere di 3 riposi a settimana al posto di 2. Nel caso di Intesa San Paolo il “day off” oltre al sabato e alla domenica andrà concordato tra azienda e dipendente. Si pensa che in molti sceglieranno il lunedì o il venerdì così da avere il “weekend lungo”. Ma qualcun altro potrebbe optare per il mercoledì, così da spezzare la settimana. Lo stipendio rimarrebbe in ogni caso invariato.
Il trend all’estero
La “mini” settimana al lavoro potrebbe rappresentare una sorta di rivoluzione in Italia. In altri Paesi, infatti, questo sistema è già ben saldo e funziona bene! Ad esempio nel Regno Unito e in Islanda la settimana corta ha riscosso un grande successo. In Portogallo il Parlamento ha di recente approvato un emendamento che chiede di incentivare la settimana corta. C’è un piano simile anche in Belgio, dove presto la “mini” settimana di lavoro potrebbe diventare realtà. In Italia tra favorevoli e contrari vedremo quale sarà la scelta!