Il primo giorno di scuola non si scorda mai

Il primo giorno di scuola non si scorda mai

Entusiasmo, trepidazione, timore: è il primo giorno di scuola. L’inizio di una lunga avventura. Per figli e genitori. Ritmi e abitudini nuovi, che mettono a dura prova ogni famiglia. Anche la più perfetta.

Quando sei piccolo non puoi capire cosa significhi quel piccolo grande passo nel “mondo dei grandi”. Corri su per le scale al suono della campanella senza voltarti indietro. Verso ciò che sarà.

Ma se, per un attimo, ti fossi girata a guardarmi, quella consapevolezza, cara Silvia, l’avresti letta nei miei occhi. Tu, che fai parte di quella schiera di bambini che sembrano nati pronti a lasciare la mano della propria mamma per andare a conquistare il mondo. E chissà se è davvero una sicurezza interiore o semplicemente una corazza dietro alla quale nascondi le tue fragilità...

Sarà difficile vederti da dietro
Sulla strada che imboccherai
Tutti i semafori, tutti i divieti
E le code che eviterai
Sarà difficile
Mentre piano ti allontanerai
A cercar da sola
Quella che sarai

A modo tuo – Ligabue

Ma è proprio vero che il primo giorno di scuola non si scorda mai?

Che tu lo abbia vissuto timidamente, nascosto dietro la gonna della mamma (o dietro i pantaloni del papà) o che tu lo abbia affrontato spavaldamente e con entusiasmo, da adulto in fondo quel primo giorno di scuola forse nemmeno te lo ricorderai più. A meno che non sia stato, per un motivo o per un altro, traumatico.

Chi invece quel giorno non se lo scorderà mai sarà proprio il genitore. Che senza volertelo trasmettere lo avrà vissuto con altrettanta eccitazione e con un punto interrogativo gigante che non lo avrà fatto dormire la notte precedente Perché, anche se pensa di conoscere benissimo il proprio figlio, una mamma o un papà non saprà mai come il proprio figlio reagirà di fronte a un cambiamento così radicale: sarà felice, tranquillo, nervoso, impaurito?

Ansie e preoccupazioni che spariranno, o saranno alimentate, al suono della prima campanella. E in quel momento, solo in quel momento, l’avventura avrà inizio.

Io il mio primo giorno di scuola sinceramente non me lo ricordo più. Ma, dai racconti dei miei genitori e considerando la mia indole “socievole”, immagino di essere stata entusiasta.

Il sistema scolastico “elementare” in Svizzera

In Italia le scuole iniziano a settembre. Qui in Svizzera, in via generale, la settimana successiva a quella di ferragosto. Quest’anno il 22 agosto.

Già prima dell’estate, però, viene organizzato ufficialmente un incontro conoscitivo con il maestro e con i nuovi compagni. Una sorta di “cerimonia di iniziazione” per mettere a proprio agio gli alunni del primo anno. Così che genitori e figli possano dare un nome e un volto ai futuri “amichetti” e magari iniziare a frequentarli e conoscerli prima del “debutto”.

Responsabili dell’organizzazione dell’istruzione obbligatoria sono i cantoni.

In linea di massima i bambini iniziano ovunque, in Svizzera, il loro percorso scolastico a 4 anni compiuti.

La scuola primaria dura otto anni, di cui due di scuola dell’infanzia e sei di elementari (cinque in Ticino). La scuola secondaria dura invece tre anni (quattro in Ticino, dove è chiamata scuola media come in Italia).

La maggior parte dei giovani svizzeri è poi prosciolta dall’obbligo scolastico intorno ai 15 anni di età.

Essendo la Svizzera un Paese plurilingue, l’idioma di insegnamento è quello della regione linguistica di appartenenza: tedesco, francese, italiano o romancio. A cui si aggiunge, nel corso della formazione, una seconda lingua nazionale e l’inglese. 

Durante l’anno accademico sono previsti quattro periodi di ferie: vacanze autunnali, vacanze di Natale (inverno, Capodanno), vacanze di primavera, vacanze estive.

A Zurigo la campanella del kindergarten suona alle 8.15 (si può entrare fino alle 8.35) e alle 11.55.

Poi, per chi lo desidera, c’è il dopo scuola (chiamato hort o Schulische Betreuung). Sia pubblico che privato. Nella città di Zurigo ci sono circa 450 strutture di assistenza scolastica direttamente affiliate alle scuola. Sono disponibili diverse formule e offerte che coprono la fascia oraria dalle 7 alle 18, dal lunedì al venerdì. I costi sono calcolati in base alla situazione finanziaria dei genitori o dei tutori.

E’ possibile inoltre scegliere tra centinaia di attività sportive pomeridiane gratuite selezionate dal dipartimento scolastico della città, prenotabili nel mese di giugno per l’anno accademico successivo. Dallo yoga alla danza, dal nuoto alle arti marziali, dal calcio alla palestra. Adatti ad ogni esigenza, ad ogni età, ad ogni gusto e disponibilità in termini di giorni e orari.

Con la stessa formula la città offre anche dei corsi o campus durante i periodi di ferie scolastiche. I genitori che in quei giorni continuano a lavorare possono così gestire il tempo libero dei propri figli dandogli l’opportunità di scoprire nuove discipline, attività, sport.

L’offerta è variegata. Badminton, Capoeira, Motocross, Ballett, Showdance, sfide a colpi di Lego, Curling…un elenco completo con l’indicazione dell’età e della struttura di riferimento in cui è facile perdersi perché vorresti iscriverlo/a a qualsiasi Camp!

Ma torniamo all’inizio…

Viene il sole nella stanza:

su, è finita la vacanza.

Metti la penna nell’astuccio, l’assorbente nel quadernuccio, fa la punta alla tua vita e corri a scrivere la tua vita”.

Il primo giorno di scuola di Gianni Rodari

Perché il primo giorno di scuola è così importante?

Tappa fondamentale nel percorso di crescita di ogni bambino, il primo giorno di scuola è un passaggio delicato. Un impegno emotivo per grandi e piccoli. Agli adulti spetta il delicato compito di non caricare di troppe aspettative o ansie da prestazione i propri figli.

Io stessa ho pensato e ripensato a come avrei potuto organizzare la sera prima del grande giorno. Ma alla fine ho lasciato che tutto si svolgesse in maniera naturale.

Com’è finita? 

Che Silvia si è addormentata nel tardo pomeriggio (stanca dopo un’intensa giornata di gioco al parco) e si è risvegliata la mattina dopo semplicemente chiedendo: “mi sono alzata in tempo per andare a scuola?”.

Si è infilata lo zainetto con naturalezza, ha indossato pantaloni e t-shirt “da battaglia” (così li ha definiti) e ci ha detto: “mamma, papà andiamo sennò facciamo tardi”!

Tutto questo per dire che a volte, anzi spesso, l’imperfezione aiuta a rendere perfetto un momento così importante. Puoi averlo immaginato infinite volte, programmato nei minimi dettagli, ma poi la realtà è sempre tutta un’altra storia…

SEGUI DISTANTI MA UNITE Non dimenticarti di seguire le nostre pagine social Facebook e Instagram. Se ti è piaciuto l’articolo lascia qui di seguito il tuo commento e partecipa al nostro sondaggio, perché: La tua opinione conta.

#CaparbiamenteSognatrice

Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *