Brividi d’estate: l’amore ai tempi dei mondiali del 1994
Sotto un sole cocente. A11 metri dalla gloria o dalla disperazione.
E’ il 17 luglio 1994. Siamo a Pasadena, Los Angeles (USA). Il Brasile è in vantaggio sull’Italia. E’ la finale dei Mondiali di Calcio.
Le speranze azzurre sono aggrappate ai piedi di Roberto Baggio. Grazie ai suoi goal la nostra Nazionale è arrivata a giocarsi l’atto conclusivo del torneo.
Un intero popolo è con il fiato sospeso.
Sfinito, il divin codino si trascina a fatica verso il dischetto. La contrattura alla coscia. I crampi. Il ginocchio perennemente dolorante. La rincorsa. E il pallone che finisce alto sopra la traversa. A spegnere i sogni. Suoi e dell’Italia calcistica intera.
Brividi. Di un’estate torrida e indimenticabile.
Un’estate in cui il giornalista Alessandro Basile, al suo debutto editoriale, ambienta il suo romanzo dal titolo, non a caso, Brividi d’estate edito da Echos edizioni.
Da tempo avevo in mente di realizzare un libro, possibilmente un romanzo e non un testo saggistico, ambientato nel corso dei Mondiali di calcio del 1994 organizzati negli Stati Uniti. Quel torneo lì, all’epoca del suo svolgimento, mi folgorò. Avevo appena sei anni, e il pallone era già un’ossessione. Vedere però tutte quelle stelle giocare per le rispettive nazionali, a partire dalla grande Italia guidata da Arrigo Sacchi, fu un’emozione incredibile: andai completamente fuori di testa. Nel corso di quel Mondiale il mio amore per il calcio esplose definitivamente, e non credo di esagerare nel ritenerlo una sorta di punto di non ritorno. Mi sembrava giusto quindi omaggiare, attraverso un libro, quella manifestazione che ancora oggi rappresenta tanto per me.
L’obiettivo dell’autore era quello di creare una storia, ovviamente inventata, destinata a svilupparsi nel corso di quel mese ricco di partite, cominciato il 17 giugno e terminato il 17 luglio con la sciagurata finale di Pasadena che vide il Brasile superare l’Italia ai calci di rigore.
Mi ci è voluto molto tempo per trovare una “chiave” adatta, una situazione intrigante e coinvolgente per andare fino in fondo. Poi, nell’estate del 2020, quando ero in vacanza al mare nonostante la pandemia, ebbi quasi un’illuminazione trovando in un giornalista sportivo, incaricato dal suo giornale di seguire quel Mondiale, il perno sopra il quale poggiare tutto.
Alessandro, attualmente giornalista dell’emittente televisiva Retesole, nel 1994 aveva appena sei anni. I ricordi, anche se confusi, sono riaffiorati mentre la sua storia prendeva vita.
Quell’anno non riuscii a vedere per intero gran parte delle partite in programma. Questo perché, a causa del fuso, qui in Italia le gare iniziavano molto tardi e io, un po’ come tutti i bambini di quell’età, tendevo ad andare a dormire abbastanza presto. Tuttavia, pur non arrivando sempre alla fine, almeno i sette match disputati dall’Italia ebbi modo di vederli. In quegli anni trascorrevo tutte le estati a Pescara con i miei nonni, in questa casa vicino al mare comprata da loro durante gli anni Settanta. Mio nonno, che era un patito di pallone, mi raccontava quello che sapeva su alcuni dei calciatori che più di altri rapivano la mia attenzione. Inoltre, quando non riuscivo a vedere per intero una partita, la mattina dopo era sempre pronto a spiegarmi come era andata a finire.
In “Brividi d’estate” è condensato il racconto, fatto in prima persona, del protagonista, Donato Brighenti, redattore del “New York Post” dall’inizio degli anni Novanta, dopo essere arrivato negli Stati Uniti dall’Italia sul finire del decennio precedente.
Per una serie abbastanza assurda di coincidenze, gli verrà chiesto di seguire la spedizione della Nazionale italiana durante il Mondiale. E nell’immediata vigilia di una delle prime partite degli azzurri, reincontrerà casualmente Caterina, la sua storica ex che aveva scelto di trasferirsi con lui in America prima che le loro strade si separassero. Da quel momento in poi, spinto da un sentimento fortissimo, Donato farà di tutto per riaverla, pur dovendo fare i conti con numerosi ostacoli. Innanzitutto il lavoro, e quindi un Mondiale destinato a essere l’occasione professionale della sua vita.
Le vicende della Nazionale si intrecceranno con la storia d’amore dei due protagonisti fino alla finale di Pasadena.
Per Alessandro Basile un romanzo d’esordio in grande stile, legato alla sua più grande passione extra lavorativa: quella per il calcio.
Alla luce di quanto mi è capitato, invito chiunque a lanciarsi nella scrittura e a provare a mettere nero su bianco quello che ha dentro. Almeno per me, che vengo dal giornalismo e che fino a poco tempo fa non avevo l’urgenza di cimentarmi nella scrittura di romanzi, scrivere è stato una sorta di rivelazione. Mi si è aperta davanti una prateria sterminata, e spero proprio di riuscire in futuro a trovare il tempo per continuare a ideare nuove storie.
Intanto per “Brividi d’estate” ci potrebbe essere presto un debutto anche a teatro:
Dopo la prima rilettura, nel novembre del 2020, mi resi conto che il libro in questione sarebbe potuto divenire uno spettacolo teatrale. Così lanciai l’idea al caro Edoardo Ciufoletti, regista e attore romano formidabile, pronto ad assecondarmi e a preparare un copione in vista di un futuro adattamento.
I brividi di quell’estate sono ancora sulla nostra pelle. La lettura di questo romanzo ci trasporta in un momento della vita che tutti noi abbiamo voglia di rivivere. Nonostante tutto. Una delusione cocente marchiata a fuoco come un tatuaggio nei nostri ricordi. Un’avventura calcistica entrata nel mito nonostante il triste epilogo. Un finale che non cancella le emozioni di quei giorni e la straordinaria lezione di coraggio, altruismo e fantasia che la Nazionale di Arrigo Sacchi ci ha trasmesso in quella calda estate del 1994.
(…) Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
FRANCESCO DE GREGORI
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