Go Deo. Per sempre
“L’uomo non sorrideva più e i suoi occhi verdi traboccavano di malinconia. Non potevo lasciarlo lì, per quanto fosse incosciente e bagnato, su quella panchina rossa, dovevo rimanere con lui. E fu così che tutto ebbe inizio.”
Una pecora salverà l’uomo. Si, proprio così. E tra uomo e pecora nascerà un dialogo stupendo, emozionante e ricco di tanta verità e vita. Quello che accade nel nuovo romanzo di Massimo Simonini, dal titolo “Go Deo. Per sempre”, (Edizioni Efesto) non è solo un dialogo che può sembrare…surreale. E’ una riflessione sulla vita, sull’uomo e su quello che ci circonda.
“La storia racconta dell’amicizia di un uomo dalle scarpe bianche, che non viene mai nominato ed una pecora – spiega l’autore. S’incontrano su una panchina di un’isola sperduta dell’Irlanda. Lui è assorto nei suoi pensieri e scoprono di poter dialogare. Lui viene da una terra dove si corre, dove non si vive comodamente e la pecora, che è la padrona di quelle terre, si presta, all’inizio ad ascoltarlo e diventa quasi una guida spirituale. Lo sottopone ad una serie di tappe di educazione emotiva e lui scopre se stesso e racconta cosa lo ha portato lì. Da maestro e allievo, ad uno scambio continuo: la pecora in cerca di ricordi e l’uomo che vuole invece dimenticare”.
Per sempre.
Il libro è una fiaba sull’amore e sulla comprensione in cui, a far da contorno al dialogo fra l’uomo dalle scarpe bianche e la pecora, ci sono i pochi, pochissimi abitanti di quest’isola sperduta, un faro e la magia delle pietre di una terra verde e dolcemente desolata.
“L’idea nasce dall’Irlanda, terra che io amo. Credo che ognuno di noi abbia un posto fisico, mentale dove fuggire e non farsi trovare. Dove fare rumore senza farsi sentire. Ognuno può immaginare nella lettura il proprio luogo, alla ricerca della libertà e della felicità”.
Corredato da dodici tavole di Jonathan Guidotti Moral, Go Deo. Per Sempre, “è un mix di stili e suggestioni che mi piacciono” – spiega Massimo Simonini. Un tipo di scrittura libera, con monologhi, piccole epifanie e salti temporali. E’ il terzo libro dell’autore che scrive moltissimo anche per il teatro e viene dal recente successo della trasposizione del suo secondo romanzo Noi tre Italiani.
“Ho scritto con una libertà estrema – spiega Massimo Simonini – e sono sicuro che questo libro può far del bene a chi lo legge. L’idea della pecora nasce perché viene pensato come un animale “schiavo”, mentre invece è un animale libero. Forse l’essere più libero della terra. E poi ho pensato che solo ad una donna l’uomo poteva arrendersi a raccontare se stesso. Il dialogo del libro è un rapporto puro e di amicizia. E poi la pecora ha una sensibilità molto spiccata”.
Dal thriller alla libertà
Massimo Simonini è uno scrittore di prosa e drammaturgo. Vive a Roma ed ha esordito nel 2012 con il thriller “Il teorema di Goran”. Nel 2015 è uscito il suo secondo romanzo “Noi tre italiani”. Con oltre 20 spettacoli teatrali all’attivo, al lavoro di autore affianca quello di ghostwriter e editor. Di quest’ultima fatica è pienamente convinto di una cosa e la afferma con una gioia nella voce che sprizza sincerità e non può essere tralasciata: “Tutto in questo ultimo libro è giocato senza virgolette. Ciò su cui faccio veramente leva è dire che è scritto per chi vuole sentirsi bene. Chi darà fiducia a questo libro non se ne pentirà”.
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