La morte della nonna
Quando ho perso la mia nonna paterna avevo poco più di vent’anni . Dopo la morta di mia zia, mia nonna non era più la stessa. Piano piano si é spenta. Due settimane fa é morta la mia nonna materna. Con lei sono morti tutti I miei nonni. E con lei ho vissuto un altro tipo di lutto. Forse a causa della mia età, quarant’anni, mi sono resa cosa di aver vissuto e risentito sensazioni completamente diverse.
La morte di una persona cara
Il dolore che assale una persona in lutto si manifesta psicologicamente, certo, ma anche fisicamente. Non appena viene annunciata la morte di una persona cara, il corpo reagisce fisicamente alla sofferenza psicologica. Il corpo infatti interviene producendo ormoni tranquillizzanti. Il risultato è uno stato di intorpidimento in cui le persone in lutto si trovano in una bolla, al riparo dalla sofferenza. Una misura di sopravvivenza che il corpo trova per consentire alla persona sotto shock di non crollare.
Queste sono alcune manifestazioni che una persona sotto shock può provare:
le orecchie che ronzano;
la vista offuscata;
una grande sensazione di freddo;
una enorme pesantezza fisica nel corpo.
I sintomi fisici della morte di una persona cara
All’inizio di un lutto, possono essere innescati molti altri sintomi fisici.
Le manifestazioni fisiche sono semplicemente espressione di un intenso dolore emotivo provato da una persona in lutto. Si va dalla secchezza delle fauci alla difficoltà a deglutire, dal senso di oppressione alla gola o al torace ai tremori e alle vampate di calore, dalla sudorazione eccessiva ed improvvisa alle palpitazioni cardiache. E ancora pressione alta, sensazione di soffocamento, elevata sensibilità ai rumori, mal di testa ed emicrania.
Le emozioni legate al dolore provocano anche perdita di appetito, disturbi digestivi e diarrea. Anche se la fame non si fa sentire è comunque meglio stare attenti e seguire una dieta equilibrata.
Un lutto è molto provante moralmente e anche fisicamente.
Bisogna curare l’anima ma è bene anche non trascurare il corpo, che deve sopportare molto.
Ma non vi sarà anche una differenza a causa del tipo di rapporto che si aveva con la persona che è morta?
La mia nonna materna era per me la NONNA. Non ho neanche potuto partecipare a I funerali, a causa della lontananza, quindi per me ogni volta che torno in Italia è come se lei fosse ancora lì. La sofferenza che ho provato per la mia nonna materna è stata di riflesso a quella di mia madre. Nel suo caso una sofferenza dovuta a tante cose non dette e rimaste in sospeso.
E’ quindi una sofferenza doppia: il mio dolore che si somma a quello della mia mamma.
Quando la morte di una persona cara anziana mette a repentaglio le nostre radici
È un intero pezzo della nostra storia e della sua che la persona scomparsa porta con sé. I momenti in cui, da bambino, i tuoi nonni oi tuoi genitori vegliavano su di te, i ricordi dimenticati che non avevano tempo di condividere volano via con loro. A questa perdita di ricordi si aggiunge un senso di insicurezza sia per il bambino che per il nipote che aveva stretto legami speciali con il nonno.
Ancor più dei nostri ricordi personali, è anche un intero modo di vivere e pensare al mondo che scompare con loro.
Per i nostri anziani poi la scomparsa dei ricordi di una vita unita alle naturali evoluzioni della società può incoraggiarli a lasciarsi andare, a non trovare nuove fonti di investimento e ispirazione per gli anni ancora da vivere. È quindi importante, al di là del nostro stesso dolore, rimanere attenti alla loro perdita e aiutarli a superare questa prova e costruire insieme nuovi ricordi. Per aiutarli a proiettarsi in nuove gioie da conoscere, per pensare finalmente a loro e per godersi ogni giorno come una caramella in più da assaporare.
Mio figlio grande mi ha chiesto di piangere solo un giorno “non voglio che piangi troppi giorni mamma”.
Per molti di noi, la morte di nostro nonno o di nostra nonna sarà la nostra prima esperienza di morte.
Se a 3 anni o più il bambino fa molte domande a cui dobbiamo rispondere, spesso ci sentiamo impotenti di fronte alla sua angoscia e alle spiegazioni che possiamo dargli o meno.
Per un bambino di 6 anni poi, l’adulto è un essere forte e invincibile, vederci nel dolore e nell’afflizione può portare ad uno stato di insicurezza per lui. È quindi imperativo spiegargli perché anche noi soffriamo affinché anche lui possa abbandonarsi al suo dolore senza vergogna né paura.
E questo è il motivo per cui ho vissuto due perdite completamente diverse. Perché in questo secondo lutto c’è mio figlio. E’ a lui che devo attenzioni e spiegazioni. Il mio dolore passa attraverso il suo.