Invitati, aprite bene le orecchie: errori (ed orrori) da matrimonio
Invitati, questo articolo è per voi. Quindi aprite bene le orecchie, mettetevi comodi e possibilmente prendete appunti. Ok, datemi della stronza o della inopportuna. Me lo prendo volentieri. Ma voglio essere chiara, anzi, chiarissima così saremo tutti “felici e contenti”. Diciamo subito che la buona riuscita di un matrimonio dipende anche e soprattutto da voi. Purtroppo. E non vorrete mica avere sulla coscienza il MIO giorno più bello, vero? Pensate alle mie notti insonni, ai miei mesi frenetici, ai miei infiniti appuntamenti, al mio conto in banca che piange miseria e mettetevela una manina sulla coscienza. Perché? Adesso ve lo spiego. Dopo svariate comparsate ai matrimoni degli altri ho ben chiaro cosa NON voglio vedere al mio. Perciò, se volete farmi felice, tenete a mente questi pochi e semplici consigli.
Mai di bianco
Eccetto uno specifico – ed alquanto improbabile – dress code, che lo richieda espressamente, mi spiegate come vi viene in mente vestirvi di bianco, avorio, crema, cipria, rosa chiaro o comunque di un colore che ricordi anche vagamente la sposa? NON è il vostro matrimonio. Quando (e solo quando) lo sarà, allora sarete legittimate. Ma prima di quel momento evitate accuratamente di presentarvi in chiesa con il rischio di essere scambiate per colei che deve pronunciare il fatidico sì. Non si fa. Non tocca a voi. La scala dei colori, delle nuance e delle sfumature è infinita. Salite su un altro gradino. Ma lasciate perdere questo benedetto bianco, grazie.
Il cane nella borsetta
Ma anche il cane in generale, ai matrimoni non si porta. Dispiace dirlo, sapete quanto io ami tutti gli animali – formiche incluse – ma il matrimonio è il posto più sbagliato dove arrivare con l’amico a quattro zampe. Anche qui se non espressamente richiesto/voluto dagli sposi. Figuratevi che non farò fare comparsate neanche ai MIEI di animali, che quel giorno rimarranno comodamente sul letto o sul divano di casa. Siete pregati di fare lo stesso, grazie.
Trash, mio caro trash
Il trash è un’attitudine mentale, vero, ma almeno ad un matrimonio qualcosina si può pure evitare! Un esempio concreto? La zia Gertrude che controlla come non sia rimasto alcun residuo di rucola tra i denti. La cugina Anastasia che ha la sbavatura del rossetto fin sotto al mento. L’amica di tua sorella che si esibisce al karaoke dopo dieci bicchieri di prosecco e canta a squarciagola il ballo del qua qua. Ma anche il collega del tuo neo marito che ti chiede almeno 25 volte quanto ti è costato il matrimonio. Per non parlare di tutti quelli che alla confettata s’infilano in tasca pure i conetti, neanche dovessero allestire una prima comunione poche ore dopo.
E adesso datemi pure della bacchettona. Basta che studiate a memoria le mie regole!!!
Eleonora Marini #stilosamentepungente
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