La fenice con la testa sott’acqua
Una ragazzina tenace e introversa. La maturità, la patente e il piercing. Lo spettacolo mozzafiato di uno specchio d’acqua che si anima e si increspa. La testa sott’acqua. Sacrifici, ansie e dubbi. La commozione e il rapporto difficile col cibo. Le finali. L’atleta, il campione, la vita. I riflettori e le luci spente. Le vittorie e le delusioni. I tempi, il tabellone, il record. E lei, la Regina. La Divina. La fenice. La dea. I giochi Olimpici, cinque edizioni. Il tempo, amico e nemico. Anni, passati e futuri. Metri, percorsi e mangiati. La vita che l’aspetta e quella che non ha vissuto. La storia dello sport che ha il suo sorriso.
Federica Pellegrini.
Una storia che parte da lontano.
A 16 anni appena, era il 2004, conquista la medaglia d’argento nei 200 metri stile libero ad Atene. La più giovane nuotatrice ad andare a podio in un’edizione dei Giochi Olimpici.
Il record mondiale nei 200 metri, ancora imbattuto, di 1’52”98 stabilito nel 2009. Il record europeo, sempre nel 2009, nei 400 con 3’59” e 15. La medaglia d’oro ai Giochi di Pechino nel 2008, che è stato per l’Italia il primo successo olimpico femminile nella storia del nuoto. Cinque presenze Olimpiche. Da Atene 2004 a Tokyo 2020.
Numeri. Leggenda.
Federica Pellegrini è la nuotatrice italiana che ha conquistato il maggior numero di riconoscimenti.
Una carriera sportiva eccezionale, impreziosita dal fatto di essere la prima olimpionica azzurra del nuoto.
Dea.
Delle 53 medaglie internazionali, 7 le ha conquistate agli Europei e 6 d’oro ai Mondiali. 8 volte su 8 è salita sul podio mondiale nei 200 stile libero.
Impressionante il numero di primati.
Una lunga serie di successi. Anno dopo anno. Una scia di record da segnare con il pallottoliere.
Nel 2004 è la più giovane atleta italiana a salire su un podio olimpico individuale.
Nel 2008 è la prima nuotatrice a infrangere il muro dei 4’02 nei 400 e dell’1’55 nei 200 stile libero. Sempre nel 2008 è la prima e unica italiana ad aver migliorato un record mondiale in più di una specialità. E’ ancora il 2008 ed è lei la prima atleta italiana a vincere una medaglia d’oro olimpica nel nuoto.
Anno 2009, è la prima e unica atleta a stabilire un record mondiale ai campionati italiani e la prima nuotatrice nella storia a scendere sotto i 4’00 nei 400 stile libero e sotto 1’53 nei 200sl.
Nel 2010 è Grande slam nei 200sl grazie all’oro vinto agli europei, ai Campionati mondiali e ai Giochi Olimpici.
Il 2011 la vede ancora prima e unica nuotatrice in grado di vincere l’oro nei 200 e 400 sl in due edizioni consecutive dei Mondiali.
E nel 2014 è la prima e unica nuotatrice in grado di vincere l’oro nei 200 sl in tre edizioni consecutive degli europei.
Il 2015 è da capogiro. Prima e unica nuotatrice della storia in grado di vincere 6 medaglie consecutive in altrettante edizioni dei campionati mondiali nei 200sl. Atleta più vincente nella storia dei campionati mondiali nei 200 stile libero grazie ai 2 ori, 3 argenti e 1 bronzo. Insieme alle compagne staffettiste, entra nella storia del nuoto azzurro per la prima medaglia vinta, argento, nella 4x200sl ai Campionati mondiali. Atleta più titolata degli europei in corta nei 200 stile libero insieme alla slovacca Martina Moravcová. Supera quota 100 titoli nazionali, unica atleta italiana a raggiungere il traguardo.
Il 2016 la premia coma unica sportiva italiana, in campo sia maschile che femminile, ad aver confermato il titolo europeo per quattro volte consecutive. Ed è anche l’atleta più vincente nella storia dei campionati europei nei 200 stile libero con 4 ori consecutivi.
Anno 2017, è la prima nuotatrice nella storia a salire sul podio iridato per 7 volte consecutive.
Il 2018 la elegge prima e unica nuotatrice italiana della storia in grado di vincere 50 medaglie internazionali tra Giochi Olimpici, Mondiali ed Europei.
Nel 2019 diventa la prima nuotatrice nella storia a salire sul podio iridato per 8 volte consecutive. L’atleta più medagliata degli Europei in vasca corta nei 200 sl con 5 medaglie d’oro e 1 argento.
E infine il 2021 che la riconosce prima nuotatrice nella storia a disputare 5 finali olimpiche nella stessa gara.
Prima.
Prima e unica.
Divina.
Federica Pellegrini è senza dubbio la più forte duecentista della storia del nuoto e la più grande nuotatrice italiana di sempre.
Lei è la fenice, capace di vincere la prima medaglia olimpica a soli 16 anni e di risorgere dalle ceneri di Londra, capace di abbassare per ben 11 volte quel limite che divide gli uomini dalle leggende. Noi comuni mortali li chiamiamo record del mondo. Lei…
…Lei si è migliorata 6 volte nei 200 stile libero in vasca lunga, 3 nei 400 stile libero in vasca lunga, 2 nei 200 stile libero in vasca corta.
E a proposito di risorgere dalle ceneri. Federica si è fatta tatuare giovanissima, a 17 anni, sul lato sinistro del collo, un’Araba Fenice. Il mito vuole che la fenice risorga dalle sue ceneri più bella e più forte di prima. E Federica Pellegrini ci ha abituato a vederla rinascere, magnifica e vincente.
Dopo il trionfo alle Olimpiadi di Pechino, Federica ha aggiunto altre due ali della Fenice, questa volta sul collo del piede sinistro. A simboleggiare l’ennesima, forte rinascita.
Ne ha fatta di strada quella ragazzina che non voleva mettere la testa sotto l’acqua.
Un’ascesa verso la divinità. Lei che si è sempre dimostrata umana. Pregi, difetti e debolezze.
Lei con la sua fragilità, i suoi sfoghi e quei disturbi alimentari con cui si è fatta tanto male.
Avevo appena vinto la medaglia d’argento ad Atene e mi sono ritrovata catapultata in un mondo che non ero pronta a sostenere. Con le persone che ti sballottolano da una parte all’altra e tu vorresti solo nuotare. E invece c’è lo sponsor, c’è la percentuale. Mi sono fatta del male, mi infilavo lo spazzolino in bocca e vomitavo, quando mangiavo secondo me troppo. Ero così incazzata col mondo.
Ai Campionati Mondiali di Montreal nel 2005 Federica conquista l’argento nei 200 sl. L’attesa però era per l’oro. Una tensione palpabile, una rabbia che esplode in pianto durante l’intervista a fine gara.
Non l’ho nemmeno guardata nuotare, dirà la mamma, ma mi sono accorta subito che era gonfia e aveva un acne sul viso che non le avevo mai visto, non stava affatto bene.
La mia intenzione era quella di cambiare tutto intorno a me. Ho cambiato coach e ho seguito Alberto Castegnetti. E’ stata l’estate della svolta, l’estate in cui ho tatuato la fenice. E’ stata quella veramente la mia rinascita.
Con Castagnetti, dietro la sua guida tecnica e protezione paterna, Federica Pellegrini splende.
Di Roma diventa l’imperatrice, incoronata da pubblico e tempo.
Roma, 2009 Campionati mondiali
IL record!
Le lacrime di gioia di per le vittorie romane, si trasformano presto purtroppo in dolore. Alberto Castagnetti muore.
Federica però non crolla. Anzi, vince ancora.
In un percorso lastricato d’oro, che si è concluso la scorsa estate con i Giochi di Tokio 2020.
Per due anni Federica Pellegrini ha inseguito questo suo ultimo grande traguardo sportivo.
Nel frattempo si sono inserite la pandemia e la sua positività al covid-19. La paura di non riuscire a raggiungere il finale perfetto di una carriera irripetibile.
Ha lavorato sodo, ha pianto, ha tirato fuori tutta la sua forza.
Per raggiungere, prima donna nella storia del nuoto, la quinta finale olimpica consecutiva nella stessa specialità.
Per salutare una vita e iniziarne un’altra.
Percorrendo venti anni in quegli ultimi duecento metri.
Un viaggio fatto di bracciate, di nuoto, di viaggi e valigie. Raccontato splendidamente in Underwater.
Il docufilm, che è molto più di un documentario e che è intenso come un’opera intima.
Un racconto in cui Federica Pellegrini decide di mostrare anche i propri angoli bui.
Underwater regala una Federica Pellegrini diversa, da quello che uno sguardo disattento poteva immaginare.
Ci sono i trionfi e le sconfitte.
Ci sono i genitori e c’è suo fratello. La famiglia che non è mai mancata. La mamma che la capisce anche da una semplice inquadratura televisiva. Il fratello che le porta la spesa durante la sua quarantena. C’è il papà che racconta la loro telefonata prima di vincere l’oro olimpico a Pechino. Lei chiamò, racconta papà Pellegrini, e disse, serafica: “tranquilli, non è successo niente, ho solo sbagliato gara”. E vinse l’oro sui 200.
C’è ovviamente Castagnetti. E c’è Matteo Giunta, allenatore e fidanzato di Federica. C’è la bulimia. E ci sono i Mondiali a Roma.
Tutto mostrato da una prospettiva privilegiata. Non è un occhio estraneo che riprende, è il punto di vista di Federica Pellegrini.
C’è in sottofondo il suono dell’acqua. E c’è una campionessa straordinaria. Con la sua ultima gara, il sigillo conclusivo.
E’ come se avessi capito di trovarmi nel posto giusto al momento giusto.
la testa sott’acqua
Per due anni, la Divina ha aperto le porte della sua vita, del suo cuore, della sua giornata in vasca, ad una telecamera. Ha spalancato l’ingresso ad una dimensione che sino ad ora aveva tenuto gelosamente nascosta, il rapporto e l’amore con Matteo.
Nel film compaiono le gare, le vittorie, ma anche i video inediti dei suoi esordi, girati in casa con una camera VHS. Materiale di repertorio e girati inediti si fondono insieme e parlano una sola lingua, quella delicata e tenace della vita pubblica e privata di Federica.
Un docufilm, diretto da Sara Ristori, che non è mai invadente o celebrativo.
Le musiche originali di Underwater sono state ideate e composte da Samuel, autore e compositore con all’attivo numerose collaborazioni, frontman e cofondatore dei Subsonica e fondatore dei Motel Connection, con cui ha realizzato due colonne sonore.
Underwater dopo essere approdato sul grande schermo, dal 20 gennaio è anche disponibile su Prime Video.
E si fa guardare quasi in apnea, con la testa sott’acqua, ascoltando il respiro di Federica Pellegrini.
La campionessa appare davanti alle telecamere, come non aveva mai fatto prima.
Underwater è il manifesto di una vita dedicata allo sport. Vent’anni di chilometri, di bracciate, di sudore.
Adesso per Federica Pellegrini si apre un nuovo capitolo.
La testa sott’acqua non è più la priorità.
Federica torna in vita con un’altra pelle.
La leggenda dell’araba fenice non tramonta. Perché quella fenice tatuata è anche un manifesto, impresso sulla pelle.
SEGUI DISTANTI MA UNITE! Sulle nostre pagine social Facebook, Twitter, Instagram e Telegram. E iscriviti alla nostra newsletter. Ti aspettiamo!