Sutri e la Festa di Sant’Antonio Abate
Gennaio è un mese molto particolare per i cittadini di Sutri: per otto giorni consecutivi, un’antica festa religiosa prende vita nei vicoli della città. Due confraternite laiche d’origine contadina, che vivono in pace per la maggior parte dell’anno, in quei giorni sono avversarie. I membri arrivano spesso al punto di non salutarsi, cosa piuttosto singolare considerando inoltre che Sutri conta poco più di 6000 abitanti.
C’è chi iscrive i propri figli alla confraternita di appartenenza già a pochi giorni dalla loro nascita. Altri, come segno di devozione, si tatuano la figura di Sant’Antonio su una spalla o un braccio. E così via. Ma qual è la storia alla base di questa festività, perché è così importante per i sutrini?
Per vederci più chiaro, parliamo prima della storia di Sutri!
L’antichissima città di Sutri
Molte delle persone che conosco non ci sono mai state. Alcuni non sanno nemmeno dove si trovi, anche se fa parte dei borghi più belli d’Italia e di Bandiera Arancione Touring Club Italiano. Oltre a essere stata candidata alla lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO, cosa non da poco.
È una città suggestiva, piena di atmosfera e molto antica. Non è un caso che sia conosciuta con il nome di “antichissima Città di Sutri”. Le sue radici, infatti, sembrano risalire a millenni fa, all’età del bronzo (X secolo a.C.) e si sostiene che questo titolo sia stato ufficialmente concesso a questa cittadina da Papa Innocenzo II.
Sembra che l’episodio che ha fatto passare Sutri dalla storia alla leggenda sia avvenuto nell’inverno dell’800. A quel tempo, Carlo Magno vi rimase a lungo con la sua corte prima di entrare a Roma per essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero. Da questo fatto storico nacque una delle più belle leggende del ciclo carolingio: è interessante ricordare la nascita e l’infanzia prodigiosa a Sutri di Rolando, paladino di Francia.
Oggi Sutri è una delle città più belle e pittoresche d’Italia.
Tra le bellezze antiche e moderne della città, vale la pena nominare la Cappella dei Cavalieri di Malta (conosciuta anche come Santa Maria del Tempio), l’Antico Lavatoio, il Duomo di Santa Maria Assunta (costruito nel 1207), Porta Franceta e la rotonda torre adiacente, e molto altro.
Inoltre, ci sono altri monumenti antichi, iscrizioni e dettagli architettonici che caratterizzano questo luogo. Iniziamo con il menzionare il Parco Archeologico di Sutri, con soli sette ettari e all’interno del quale si trovano ad esempio la necropoli etrusca, l’anfiteatro romano, l’antico Mitreo (conosciuto come Santa Maria del Parto) e Villa Savorelli.
Festa di Sant’Antonio Abate: chi la organizza, quando si svolge e com’è venerata
A Sutri, ogni anno, si celebra questa festività religiosa. Quando? Dal 16 al 24 gennaio: è per questo motivo che i sutrini usano il termine “ottavario” per descrivere il periodo di durata della festa.
L’evento è organizzato dalle due Società del paese, ognuna con il proprio stendardo processionale raffigurante Sant’Antonio Abate. Quest’ultimo viene custodito nella casa di un membro (il “festarolo”) di ciascuna congregazione durante l’anno.
Le due società di Sant’Antonio sono le seguenti: l’Antica e la Nuova Società di Sant’Antonio Abate, sorta per una scissione della prima nel 1922. Tra i cittadini del piccolo paese è risaputo che, soprattutto durante l’ottavario, i membri di queste due società sono in piena rivalità tra loro.
Il giorno di S. Antonio Abate (protettore degli animali) è un’occasione di festa in molti paesi dell’alto Lazio. Ma solo a Sutri esso assume e conserva il carattere di un grande rito collettivo, religioso e profano al tempo stesso, con al centro la figura del cavallo, animale ben visto dai sutrini.
Gli abitanti di Sutri, basandosi sui racconti dei loro nonni e bisnonni, sono stati capaci di tramandare di generazione in generazione questa tradizione religiosa. E a quanto pare, negli ultimi anni, sta aumentando il numero di richieste per entrare a far parte delle due società: in ciascuna di esse, fra l’altro, si stanno accogliendo sempre più donne e bambini.
Tutti questi aspetti appena nominati fanno capire chiaramente che gli abitanti di Sutri hanno un vero e proprio attaccamento viscerale nei confronti di questo Santo. Ciò lo si evince anche da come essi organizzano e vivono l’evento religioso in questione, di cui ora illustreremo le varie fasi.
Prima di continuare a leggere, guardate questo video che ho realizzato 😊 spiega in modo semplice la storia della Festa di Sant’Antonio Abate, casomai vi venisse voglia di parteciparvi!
Festa di Sant’Antonio Abate: lo svolgimento
All’imbrunire, la sera della vigilia della festa (il 16 gennaio), la statua del Santo esce dalla cattedrale e viene portata a braccia per le strade del paese. Dietro di essa, alla luce delle fiaccole, comincia un lungo corteo di fedeli (facenti parte di entrambe le società) che prende il nome di “Cavalleria”. Al suo interno, i fedeli recitano tutti insieme ad alta voce l’invocazione al Santo “Evviva S. Antonio!”, ritmando in questo modo le pause della lenta marcia, sottolineata dallo scoppio dei mortaretti.
Il 16 gennaio, inoltre, avviene il cosiddetto “imbussolamento”, che rappresenta l’ultimo atto ufficiale a casa del “Deputato uscente”. In questa circostanza, si scrivono su alcuni biglietti (messi in seguito in un cappello) i nomi dei potenziali festaroli per l’anno successivo. A seguire, vi è un bambino incaricato di estrarre il biglietto contenente il nome del Deputato per l’anno successivo. Quest’ultimo, il giorno dopo, sfilerà alla sinistra dello stendardo processionale della Società.
La vera festa, tuttavia, comincia il 17 gennaio.
Mentre la statua del Santo viene riportata sul palco nella piazza del Municipio – da dove ciascun cappellano delle due Società impartirà la benedizione a cavalli e cavalieri – le due “Cavallerie” aspettano fuori del paese. Tra le due società, l’Antica ha il privilegio di sfilare per prima.
In testa alla processione, vi è una terziglia. Al centro si posiziona il “festarolo uscente” con in mano lo stendardo che, dopo la benedizione, verrà dato al “nuovo festarolo”. A destra invece troviamo il “nuovo festarolo”, che riceverà lo stendardo dopo la benedizione. Infine, a sinistra, vi è il “festarolo” eletto per l’anno successivo. Dietro a questa terziglia, in fila per due, ci sono tutti gli altri soci.
Il lungo corteo ripete il giro del paese tre volte. La prima volta “a vuoto”, ossia senza stendardo. La seconda con lo stendardo e, infine, la terza volta si passa dalla piazza del Municipio per la consueta e immancabile benedizione.
Il percorso, che solitamente tocca tutti i punti più importanti del vecchio abitato, cambia però ogni anno, dovendo comprendere ogni volta nell’itinerario le case dei due festaroli di quell’anno. Ciascuna società vanta di avere un “festarolo” al suo interno, riconoscibile dalle decorazioni di verdi foglie di bosso che lo contraddistinguono.
A un certo punto, ci si avvia verso la casa del cosiddetto “festarolo uscente” per prelevare lo stendardo dalle mani della moglie e portarlo verso la casa del “nuovo festarolo”. Davanti all’uscio di casa di quest’ultimo, tutta la famiglia, in abiti da festa, attende l’arrivo della statua del Santo. Successivamente, lo stendardo viene consegnato amorevolmente nelle mani della moglie del “nuovo festarolo”, portato dentro casa ed esposto nella stanza più bella, adibita a cappella. Qui rimane esposto per una settimana, e chiunque abbia voglia di venire a rendergli omaggio è ben accolto a qualsiasi ora dalla famiglia. Questa generalmente, offre ai visitatori del vino e delle tipiche “ciambelle di S. Antonio”.
Quell’anno sarà ricordato per sempre nella storia della famiglia dei “festaroli” come un anno fortunato. Per molti di loro, infatti, è sempre difficile togliere lo stendardo dalla propria abitazione: in quel momento, sembra quasi che un parente della famiglia avesse deciso di partire e di non tornare più.
Questa cerimonia appena descritta avviene due volte, in due orari diversi durante l’arco della mattinata del 17, essendoci due società nel paese. Quando entrambe, nei momenti distinti della mattinata, finiscono di svolgere il rituale, la “Cavalleria” è conclusa.
Nonostante ciò, la festa continua, seppur senza esagerare, per rispetto a S. Antonio. Questo evento religioso, infatti, è caratterizzato da tante piccole scene di animazione equestre, da occasioni per far provare ai bambini l’emozione di salire a cavallo e, infine, da tante piccole esibizioni come, ad esempio, la storica “corsa della stella”.
Tutto molto suggestivo, senza dubbio. E tu, già conoscevi questa tradizione? Se ti è piaciuta, cosa aspetti a visitare Sutri! È vicina sia a Roma che a molte aree nel viterbese: un vero must per chi ama viaggiare e si interessa di arte, cultura e tradizione!
#SemplicementeCuriosa
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