Reducetarianesimo, il movimento alimentare che riduce la carne
Il regalo più bello che ho ricevuto questo Natale sono stati il pranzo e la cena del 25 senza carne. Un menù vegetariano non solo per me, ma per tutta la mia famiglia. Ed è proprio questo che mi ha resa estremamente grata (nei loro confronti soprattutto) e doppiamente felice.
Mangiare prevalentemente vegetale anche in un giorno che ha tendenzialmente delle tradizioni culinarie ben diverse, soprattutto a casa mia, è stata una gioia immensa. Resa ancora più grande dal fatto che i miei cari abbiano deciso di farmi compagnia, rinunciando di fatto alle loro abitudini alimentari. E con esse anche ad affettati e arrosti vari.
Un grande gesto d’amore insomma, nei confronti miei, del Pianeta e degli esseri che lo abitano.
CAMBIARE NON È FACILE
Il cambiamento non è mai facile né tanto meno immediato. Soprattutto quando si parla di cibo e di carne nello specifico. Mangiare per noi rappresenta un piacere, un momento di condivisione e socialità. Suscita ricordi, rafforza rapporti familiari e ci lega ad un posto. Il cibo è appartenenza e identità, esattamente come scriveva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach: siamo ciò che mangiamo.
Mettere in discussione la nostra alimentazione, soprattutto dopo anni e anni in cui l’abbiamo portata avanti, non è facile. E può essere anche molto destabilizzante.
Lo è stato per me, nonostante io sia giovane e abbia deciso volontariamente di eliminare poco a poco la carne. Figuriamoci per chi mi sta accanto, che non ha scelto, ma si è vistə travolgere dalle mie nuove consapevolezze e abitudini alimentari. E chi mi conosce lo sa… io quando credo fermamente in qualcosa, sono un fiume in piena ed è molto difficile arrestarmi.
Con qualcunə infatti mi sono inevitabilmente scontrata, a volte anche in modo molto duro. Con altrə invece si è aperto un confronto fertile e stimolante, che ha portato benefici da entrambe le parti. Io ho imparato ad ammorbidirmi e a scendere a compromessi e in cambio ho ottenuto il mio scopo: far riflettere e generare un cambiamento.
PRIMO PASSO: RIDURRE LA CARNE!
Molte persone che mi sono vicine infatti hanno cominciato a riflettere di più sulle proprie scelte alimentari, cercando di diventare più consapevoli e soprattutto più sostenibili. Il che si traduce in termini pratici in primo luogo in una riduzione del consumo di carne. Perché come ben sappiamo, e più volte ho affrontato anche nei miei pezzi, la produzione industriale e intensiva di carne e prodotti di origine animale è una delle principali cause della crisi climatica. Nonché causa delle atroci sofferenza che infliggiamo agli altri esseri viventi.
La soluzione sarebbe quella di abbracciare tuttə un’alimentazione prevalentemente a base vegetale. Questa però è una verità scomoda e difficile anche solo da immaginare per molto persone. Figuriamoci metterla in pratica. Tuttavia esiste un’altra strada più facile da percorrere per limitare i danni che il nostro stile di vita sta facendo. Ossia ridurre il consumo di carne e derivati!
DIVENTARE REDUCETARIANə
Non sentirsi prontə o non accettare la possibilità di rinunciare totalmente alla carne è più che normale ed è uno stato d’animo condiviso dai più.
Esiste tuttavia un’altra possibilità, quella del reducetarianesimo. Si tratta di un movimento alimentare lanciato dal ricercatore americano Brian Kateman, che prevede una riduzione del consumo quotidiano di prodotti di origine animale. Senza rinunciarvi del tutto.
Per quanto l’eliminazione sia l’obiettivo finale (va specificato!), la riduzione è un ottimo punto di partenza e un primo passo fondamentale. Questo perché è alla portata di tuttə, non richiede sacrifici o sforzi troppo grandi e può quindi essere messo in pratica da moltissime persone, che saranno senza ombra di dubbio di gran lunga più numerose di quelle vegane.
Questo comporta che i/le reducetarianə, riducendo il loro consumo di carne e derivati, apporteranno molti più benefici a livello ambientale e di giustizia animale rispetto a vegani e vegane. Proprio perché molto più numerosə.
INIZIATIVE PER RIDURRE LA CARNE
Abbracciare la filosofia del reducetarianesimo è veramente facile!
Basta ad esempio evitare di mangiare la carne la sera, oppure al contrario evitare qualsiasi prodotto di origine animale prima di cena. Come propone Jonathan Safran Foer nel suo libro “Possiamo salvare il mondo prima di cena” di cui vi ho parlato in un mio precedente articolo.
Si può anche aderire a una delle tante iniziative reducetariane nate negli ultimi anni:
- I lunedì senza carne o Meatless Monday. Iniziativa nata negli Stati Uniti nel 2003 come campagna di salvaguardia della salute pubblica, con l’obiettivo di sostituire il 15% del consumo di carne negli Usa con alternative vegan più sostenibili. Proposta che nel 2019 il sindaco di New York Bill De Blasio portò nelle scuole della metropoli.
- Il Weekday Vegetarianism, ossia mangiare vegetariano un giorno alla settimana
- L’ Home veganism, che prevede di mangiare vegano solo a casa.
- Il Veganuary, la campagna lanciata nel 2014 dal Regno Unito che promuove un’alimentazione vegetale per il mese di Gennaio.
Io ad esempio sono una reducetariana quasi da un paio di anni. Ho iniziato non comprando più carne e pesce, che consumavo solo al ristorante. Piano piano ho prima ridotto e poi eliminato del tutto il consumo della prima e sto riducendo sempre di più il secondo. A casa ho un’alimentazione quanto più possibile consapevole e sostenibile. Compro prevalentemente prodotti freschi, di stagione e sfusi. Prediligo quelli di origine vegetale, limito quelli caseari e scelgo solo le uova dei miei contadini di fiducia. Questo al momento è il mio compromesso per prendermi cura della mia salute, di quella del Pianeta e degli esseri che la abitano.
Qual è o potrebbe essere il vostro?
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