Matrimonio in chiesa: la mia (lunga) storia a lieto fine
Il matrimonio in chiesa può essere un’impresa! No, non sono in vena di rime, ma oggi vi racconto la mia lunga storia a lieta fine per prenotare la Basilica dei miei sogni. Sul fatto di desiderare un rito religioso non ho mai avuto alcun dubbio. Sia chiaro, non ho nulla in contrario al rito civile. Anzi, di recente ho partecipato a dei matrimoni civili davvero molto toccanti. In un caso mi sono addirittura commossa, io che non sono facile alle lacrime. Ma io ho sempre saputo, fin dai tempi dei tempi, anche in QUALE chiesa volevo sposarmi. Per me è sempre stata LEI. Una certezza granitica. Un po’ come la panna sul gelato o la Nutella sul pane. Per questo, quando è arrivato il momento, sono andata dritta lì.
Prima sorpresa
Dovete sapere che in una grande città come Roma ci sono delle chiese richiestissime! Secondo voi potevo semplificarmi la vita? Ovviamente no. Anche la MIA chiesa rientra tra queste. Per curiosità sono andate a leggere alcuni articoli in materia e fatalità la chiesa dei miei sogni era sempre sotto la dicitura “Due anni e più di lista d’attesa”. Figuratevi se mi sono fatta scoraggiare! “Questa voglio e questa sarà” mi sono messa in testa fin dal primo giorno. Ingenua io che fino a qualche minuto prima avevo pensato: “Basterà una telefonata e bloccheranno subito la data per me”. Ti piacerebbe, Eleonora! Le cose non sono andate esattamente così.
Seconda sorpresa
Ricordo perfettamente il giorno della prima visita alla chiesa. Ero veramente tanto emozionata. Mentre io e Alessandro eravamo davanti all’altare, si è avvicinato il parroco e ci ha chiesto: “Siete qui per il matrimonio?”. Sembrava un segno del destino! Il mio entusiasmo è stato prontamente smorzato dalla sua frase successiva: “Dovete tornare la prima domenica del mese, prendere il numeretto, fare la fila e sperare di trovare posto”. Amen. Solo dopo ho scoperto che ci sono coppie che fanno ancora le cosiddette “macchinate”. Ovvero dormono in macchina davanti alla chiesa dalla sera precedente, pur di assicurarsi i primi numeretti di prenotazione. Chiaramente abbiamo evitato questo passaggio.
Terza sorpresa
Quella famosa domenica è arrivata e di buon mattino ci siamo piazzati lì davanti. Insieme a noi c’erano già altre coppie e così ci siamo messi pazientemente in fila. Il fantomatico numeretto è stato preso! Peccato che subito dopo ci è stato detto: “Per la prenotazione effettiva dovete tornare oggi pomeriggio”. Nessuno ha mosso un passo, per la paura di non tornare in tempo ed essere “superato” da qualcun altro. Sì, proprio come succede al banco dei salumi del supermercato. Morale della favola? Ci siamo fatti ben 5 ORE inchiodati lì, senza muoverci mai, tra la stanchezza, la fame e… anche la pipì da trattenere! Alla fine le 15.30 sono arrivate ed il parroco ha iniziato a chiamare le coppie.
Il lieto fine
Oltre a QUELLA chiesa desideravo due cose: poter celebrare il matrimonio di sabato e poterlo fare di pomeriggio. A giugno. Insomma un’altra tombola! Quando è stato il nostro turno, il parroco ci ha fatto accomodare ed ha iniziato a sfogliare un’agenda gigantesca. “Quindi quando volevate? Mmmmm a giugno prossimo credo sia impossibile!”. In effetti ogni casellina del calendario di quel mese era già piena. Poi l’illuminazione: l’11 giugno 2022 era miracolosamente ancora libero. Di pomeriggio. Urrà! Insomma è stata una bella Odissea, una faticaccia. Ma ce l’abbiamo fatta! Sono stata così felice che appena uscita dalla chiesa indovinate cosa ho fatto? Sono scoppiata a piangere, ovviamente!
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