Come salvarsi da un amore malato, il libro di Catia Acquesta
Catia Acquesta è una giornalista con carriera ventennale, editrice, portavoce dell’Associazione contro la violenza di genere Mede@.
Catia è impegnata sul territorio nazionale contro la violenza sulle donne. Si è battuta personalmente e giornalisticamente per avere la legge sullo stalking.
Oggi questa legge esiste, il livello di attenzione di associazioni e enti è altissimo, ma perché allora continuano ad accadere fatti orrendi in cui le donne restano vittime?
Conosciamo meglio Catia: laureata in Giurisprudenza all’Università “La Sapienza” di Roma, Catia Acquesta è giornalista professionista dal 2008. Dal luglio 2019 è direttore responsabile delle testate giornalistiche dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità del Comune di Roma Capitale. In precedenza, si è occupata di cronaca nera e giudiziaria lavorando al quotidiano Calabria Ora e collaborando con il Tg5 e Studio Aperto. Ha, inoltre, lavorato all’Ufficio Stampa della Commissione Trasporti della Camera dei deputati. È stata vicesegretario del Sindacato Giornalisti della Calabria; Consigliere nazionale Fnsi; Componente della Commissione nazionale e coordinatrice regionale delle Pari Opportunità. Ideatrice dello sportello “Tutela donne giornaliste” e del progetto di prevenzione “Bere con consapevolezza” per European School for Sommelier.
L’attività di Catia e tutto il suo impegno hanno portato alla nascita di: “MIA O DI NESSUN ALTRO, il lato impervio dell’amore”.
Libro che nasce prima di tutto dalla voglia di raccontare le storie che ha seguito e alle quali ha voluto dare voce. La sua scrittura trova il sostegno anche di un grande giornalista come Maurizio Costanzo che decide di occuparsi della prefazione.
La domanda dalla quale parte la discussione è: “come capire quando si è dentro una storia malata e come affrontarla per salvarsi?”.
Le storie raccontate nel libro sono tre, in cui oltre a quanto è stato raccontato dai media, ci sono aspetti inediti che Catia ha saputo portare alla luce con passione e coscienza.
Viene raccontata la vicenda della vita spezzata di Maria Antonietta Multari, 33 anni: uccisa barbaramente in pieno centro a Sanremo e in pieno giorno, con 40 coltellate. Il suo assassino tra poco avrà scontato la pena e sarà libero.
Poi c’è la storia della “non vita” di Daria che è stata costretta a 15 anni di anonimato per scampare al suo persecutore.
La terza vicenda è quella in cui si parla di violenza domestica, forse quella più frequente, quella più taciuta e quella che meno si può prevedere.
Il libro potrà sicuramente scuotere le coscienze anche se è palese la consapevolezza che non tutte le donne hanno la capacità o la possibilità di salvarsi dalle innumerevoli forme di violenza fisica e psicologica che esistono.
Il femminicidio è un tema quasi quotidiano, ricordiamo che alla fine di settembre ci sono stati 7 casi in 7 giorni.
Episodi di violenza e morte, che hanno fatto scaturire polemiche di diverso genere. Tra le tante la più clamorosa quella scatenata dalle dichiarazioni infelici di un’importante esponente femminile del mondo del giornalismo, Barbara Palombelli.
Il messaggio che Catia veicola attraverso il libro è che si può superare il dolore e trasformalo in forza per se stessi e per gli altri. Siamo noi a decidere cosa fare della nostra vita. Anche quando ci sentiamo vacillare, dobbiamo trovare il coraggio e la forza di lottare. Non bisogna avere paura. Mai.
La paura ci blocca, ci toglie le forze e ci isola dal mondo. Ci si sente come inutili e si finisce spesso per vivere il ruolo della vittima. Ognuno di noi può farcela. Basta volerlo.