Friends: The reunion. Un ritorno alla spensieratezza con un pizzico di nostalgia
La reunion di Friends è stata come una bella rimpatriata tra vecchi amici. Che lo sarebbe stato per il cast poteva essere prevedibile, ma che anche il pubblico avrebbe avvertito la sensazione di ritrovarsi a casa non era scontato. Rivedere Ross, Phoebe, Joey, Monica, Chandler e Rachel tutti insieme è stato emozionante, divertente, gradevole e malinconico allo stesso tempo.
Lo show in sé è ben strutturato. Non è un sequel, non è un remake. Non stravolge nulla di quello che è stato e non aggiunge niente alla storia del telefilm. Regala, invece, un’ora e mezza di sincerità, di reale e divertita rievocazione di vecchi momenti, proprio come si farebbe ad una cena di classe vent’anni dopo. Questa reunion consegna per la prima volta ai fan della serie qualcosa che la televisione non aveva mai fatto: la verità che sta dietro la finzione scenica. E come non concedersi questa libertà vista la bellezza che si scopre osservando il “dietro le quinte” di Friends?
Amici davvero
In dieci anni di show, i sei attori hanno costruito un fortissimo legame. Lo spiega bene Matthew Perry quando dice che negli anni successivi alla fine della serie, se gli capitava di incontrare per caso qualcuno degli altri cinque ad una festa o ad un evento, continuava la serata parlando e ridendo solo con lui o lei: non ce n’era più per nessuno.
Quasi tutti abbiamo provato almeno una volta quella strana sensazione di improvvisa familiarità ritrovata con amici che non vedevamo da anni. Puoi passare mezza vita senza vederti con una persona, ma se il legame che vi unisce è forte, ogni volta che ci si rincontra bastano pochi miunti per tornare alla stessa dimensione di confidenza e agio di un tempo.
Ed è stato bello percepire che anche per il cast di Friends è stato così.
Gli anni passano per tutti
A parte Jennifer Aniston, che ha spiccato il volo dopo la serie (nonostante un calo notevole negli ultimi anni), gli altri non hanno avuto carriere brillanti. Forse è per questo che, soprattutto i maschi, si sono un po’ lasciati andare… Matt LeBlanc e Matthew Perry sono notevolmente ingrassati, Courteney Cox ha cambiato i connotati a suon di ritocchini quasi quanto Jennifer Aniston, con l’unica differenza che se la Aniston si ferma in tempo lo può ancora evitare. Tirando le somme, quindi, quelli che si sono mantenuti meglio sono Lisa Kudrow e David Schwimmer. Ma insomma, ragazzi, loro sono quelli di Friends e basta poco per superare il primo impatto.
A parte i cambiamenti estetici, infatti, ci si rende conto che i sei protagonisti sono sempre gli stessi e che in realtà non hanno mai finto più di tanto durante le riprese di Friends. Nella Reunion si ritrovano le espressioni buffe di Ross e Joey, le risposte secche di Monica, la frivolezza di Phoebe, il sarcasmo di Chandler e perfino la tenera “simpantipatia” di Rachel.
Perchè Friends ci piace ancora oggi
Questa serie è riuscita nell’intento di congelare una delle fasi più belle della vita, quella che ci traghetta dalla famiglia di origine alla famiglia che andremo a formare. Rappresenta quella bolla spazio temporale all’interno della quale abbiamo potuto scoprire noi stessi e capire chi volevamo diventare. Gli amici in quella particolare fase del nostro percorso sono fondamentali, sono la nostra famiglia.
Friends contiene in sé i nostri anni migliori, i ricordi di un’epoca spensierata (soprattutto se rapportata a quella odierna), di quando si era finalmente grandi ma non ancora adulti.
A guardarla ora, quell’ultima puntata, ci si rende conto che salutare Rachel, Monica, Ross, Phoebe, Joey e Chandler, saperli distanti e separarsi dalle loro storie è stato un momento segnante. Come l’ultimo giorno di superiori o come la fine dell’Erasmus. Nonostante si tratti di fiction, nonostante siano personaggi di fantasia, nelle nostre teste, i protagonisti di Friends sono esistiti davvero. Ci siamo seduti con loro al tavolo della cucina o sul divano di casa di Monica. Abbiamo aperto il frigo o giocato al biliardino da Joey e Chandler e ci siamo reclinati con loro su quelle comode poltrone. Abbiamo riso tanto e li abbiamo portati con noi nelle nostre relazioni reali, nei nostri affetti più cari. Io per esempio mi porterò sempre dietro “il pomo di Joey” perchè resta una delle cose su cui ho riso di più con mia sorella.
Nostalgia sì, ma è la vita.
La rimpatriata termina, come terminano tutte le rimpatriate. Un pizzico di nostalgia e la classica frase: “Non facciamo passare altri vent’anni”. E il nodo in gola, ovviamente. Quello c’è sempre. Che poi ti viene da dire: “Dai, la vita continua, che sarà mai”. Ti viene da sminuire, eppure quella sensazione di “fine” proprio non la si vuole accettare. Quella costrizione, imposta dalla vita stessa, di andare sempre avanti. Crescere è un obbligo, ma è anche una necessità.
Le persone che incontriamo, gli amici con cui condividiamo pezzi di esistenza restano lì, nei luoghi che hanno caratterizzato le nostre esperienze comuni e, ovviamente, nel nostro cuore.
E loro, i nostri Friends, resteranno per sempre sul divano del Central Perk. A sorseggiare caffè e condividere le gioie e i dolori dei loro anni migliori.
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