La ragazza senza mani

La ragazza senza mani

Non ci sta a farsi mettere in un angolo. Mal sopporta la pietà nei suoi confronti. Sveglia, simpatica e dotata di un’ironia naturale e spontanea. “Epilettica e storpia” le urlano contro. E lei, come risposta, si mostra bella, vitale e dolce. Dopo il bullismo, la rinuncia e la vergogna, è arrivata la rinascita. Non nasconde la propria disabilità, anzi ne fa un punto di forza. Nella sua definizione social si legge: La ragazza senza mani. Un messaggio poco politically correct, probabilmente, ma tanto umanamente esplosivo.

Accade che un giorno Il Sole 24 Ore pubblichi un articolo sulle ragazze influencer disabili d’Italia e venga inserito anche il suo nome. Capita poi che venga contattata da Le Iene Show per far parte del loro servizio su influencer e disabilità.

Accade così che questa splendida ragazza umbra si ritrovi al centro dell’attenzione.

Lei è Silvia Botticelli.

Non avrei mai pensato di poter diventare influencer. È iniziato tutto per caso, da un video che ho pubblicato su Tik Tok. Da quel momento, pian piano, sono riuscita a ottenere followers e visibilità. La vera esplosione c’è stata però con il servizio de Le Iene. Dopo la messa in onda di quella puntata, sono arrivati quasi 5000 followers e 1000 messaggi di consigli e complimenti. E poi è arrivato anche un contratto di lavoro con un’agenzia e da un paio di mesi collaboro con loro.

Il lavoro. Aspetto tanto rilevante quanto questione spinosa per Silvia.

Difficile trovarlo per me. Le mani e l’epilessia non mi fanno avere molte possibilità. E purtroppo con la pandemia, come per tutti, si è complicata ogni cosa.

Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con una disabilità che non si vede.

Ezio Bosso

Un’infanzia non facilissima. Sivia ha dovuto affrontare anche momenti di bullismo.

Sono nata con questa disabilità. Da piccola è stata abbastanza dura perché la diversità fa paura, a tutti e specialmente ai più piccoli. I miei compagni di scuola mi allontanavano e mi escludevano. E in questo essere isolata, avvertivo maggiormente questa mia diversità. Però i bambini hanno il grande pregio di prendere confidenza e col tempo, frequentandomi, hanno iniziato a chiedermi di giocare con loro. Ahimè questa fatica, di farmi conoscere e accettare, l’ho dovuta ripetere ogni qualvolta arrivava una persona nuova.

Episodi che hanno segnato il carattere di Silvia. Con la sua ritrosia a mostrare gli arti. A nascondersi. A vergognarsi.

Non sopportava gli sguardi insistenti e indagatori che riceveva per strada. Copriva quella parte di sé che credeva sbagliata e che le procurava imbarazzo. E aveva difficoltà a relazionarsi con le persone.

Ho iniziato a superare la mia timidezza a 21 anni, quando ho conosciuto il mio ragazzo. Ache se ammetto di averla affrontata veramente con successo quando ho aperto il profilo su Tik Tok. Non mi vergognavo più, ero me stessa. Nessuno mi poteva fermare, mi sono sentita forte e soddisfatta di me stessa.

La ragazza senza mani
La ragazza senza mani

Quando ho pubblicato i primi video ho ricevuto i messaggi di mamme che avevano figli con disabilità e non sapevano come comportarsi. Se crescerli dentro una bolla oppure aprire loro le porte del mondo esterno.

In moltissimi ogni giorno la ringraziano per come si espone. Altri in lei si riconoscono, altri ancora le chiedono consigli. E Silvia si dona loro con verità. Con il sorriso affronta ogni argomento e mostra anche come risolvere i piccoli/grandi dubbi quotidiani…

…Ad esempio: lavarsi i denti.

Facebook, Instagram, Tik Tok. L’universo social è stato importante per Silvia. Le ha fatto acquisire consapevolezza. Da ragazza insicura e agitata a donna autoironica e serena. E che non si nasconde più.

I social fanno bene, ma qualche volta fanno male. Ultimamente mi è capitato di ricevere offese pesanti e ripetute. Da parte di una ragazza, giornalista e conduttrice in una radio locale. “Come fai tu senza mani, epilettica e senza patente, a essere fidanzata?” – “Ti fanno tanti complimenti ma nessuno si metterebbe mai con una storpia”. Frasi di questo tipo che mi hanno ferita nel profondo, a cui ho risposto con un video. Lei purtroppo ha risposto con insulti anche a questo mio video e si è creato il caos. Perché su Tik Tok quando rispondi al commento appare il nome. Essendo stata così identificata è stata lei stessa insultata, da migliaia di profili.

Nel rispondere ho commesso una cavolata, una leggerezza, per il pandemonio che è venuto fuori, me ne rendo conto. Però ero molto scossa.

Un social può essere utile per mandare messaggi, comunicazioni e informazioni, importanti e positivi.

Ultimamente, specie su Tik Tok, vedo tanti ragazzi con la voglia di vivere e che, malgrado problemi o difficoltà fisiche, alzano la testa. Purtroppo ci sono anche personaggi neri, che facilmente, con un commento cattivo, possono buttarti giù e disintegrare tutto il lavoro fatto su te stesso. Bisogna fare estrema attenzione.

Parole pesanti e crudeli come lo “storpia” che hanno rivolto a Silvia. Un frangente delicato vissuto dalla giovane influencer. Mi ha raccontato di essere già stata oggetto di offese e ingiurie, ma mai come in quel caso specifico. Nel riportarmi la vicenda la voce si interrompeva, incredula davanti a tanta cattiveria. E non si dava spiegazione di cosa avesse mai potuto scatenarla.

Ho passato dei giorni da incubo. Perché certe persone non si rendono conto delle reazioni che possono scatenare. Non colpiscono solo me ma anche tutti coloro che hanno disabilità e reagiscono nei modi più differenti. Pure tentando il suicidio.

Io ho aperto il mio profilo perché volevo mandare un messaggio chiaro. Volevo far in modo che le persone con disabità si ccettassero e capissero che non siamo diversi dagli altri. E invece mi sono ritrovata a dover far fronte a chi diceva proprio il contrario: che non siamo uguali e non siamo all’altezza di una vita degna di questo nome.

Silvia Botticelli è giovane e spontanea. E’ nata in Umbria e lì abita tuttora. Vicino Assisi, in motangna con tanto bosco intorno e circondata da percorsi stupendi.

Per me che soffro di epilessia è il luogo ideale. Ho comprato casa lontana da tutti. Nelle vicinanze siamo sette famiglie, dislocate a distanza di circa 1 km l’una dall’altra. Ci piace la tranqillità. E’ un posto silenzioso, in cui ogni rumore, dal motore di un’automobile all’abbaio di un cane, suona sospetto. E partono le telefonate “perché il cane abbaia?” – “di chi era quella macchina?”. Come dentro un palazzo ci chiediamo chi è il visitatore inaspettatto. Nei centri abitati lo fanno da balcone a balcone, noi usiamo il telefono.

Padrona di ciò che la circonda e della sua quotidianità. Oltre che con il fidanzato, Alex, Silvia abita con due cani, un Labrador e un Pastore del Caucaso.

Il pastore non credevo fosse così grande. L’ho preso al canile, ha un anno e già mi ha mangiato tutta casa. Loro due salvano le giornate e mi tengono compagnia. Sono a casa da sola tutto il giorno perché non lavoro e non ho la patente.

Il mio ragazzo esce la mattina alle 8 e torna la sera alle 7. Ci vediamo quelle 5-6 ore sul divano. E’ un rapporto solido il nostro, stiamo insieme da 5 anni, forse perché ci vediamo poco, mi dice scherzandoci sopra. E’ grazie a lui che ho fatto molti passi in avanti nel lasciare le mie insicurezze. Quando l’ho conosciuto era tormentato, si innervosiva subito. Da quando sta con me mi ha detto che si è calmato…

…E a me ha passato l’agitazione! – Aggiunge sorridendo -.

Ci ha messo molto tempo per acquisire fiducia in se stessa. Oggi però le sue fotografie e i suoi video mostrano una Silvia Botticelli con uno sguardo fiero e coraggioso.

Ho perso parecchie cose, potevo fare tantissimo ma per la vergogna delle mani non le ho fatte. Oggi non voglio più rinunciare a causa della mia disabilità nè ricevere determinate occhiate. Una volta, in vacanza, stavo mangiando una pizza e il cameriere è venuto a chiedermi se avessi voluto la rotellina per tagliarla. Mi è salito un nervoso che credo di averlo incenerito con lo sgardo. Questi atti di pietismo non mi piacciono.

Mi piace invece prendermi in giro, anche pesantemente. Ho scoperto la mia vena autoironica da poco, due-tre anni. L’ironia ti salva la vita.

Guardate come Silvia racconta il modo in cui ha imparato la matematica, non avendo le dita…

Se fosse un dolce sarebbe una Red Velvet. Se fosse un cane sarebbe un Pit Bull. Un colore sarebbe il nero, al massimo con l’aggiunta di una fiammata di rosso passione e una di verde speranza.

La speranza che questo mondo cambi un po’. Specialmente verso i disabili.

Personalmente ho il desiderio di aiutare tutte le persone. Sostenerle nell’accettarsi. Vorrei fare volontariato in centri dove ci sono bambini con disabilità, sorreggere i loro genitori che a volte barcollano, adoperarmi in qualche modo con chi ha tentato gesti estremi. Certo sono consapevole che non avendo io fatto studi specifici non potrei fare da sola, però vorrei riuscire a fare qualcosa in questo senso.

E poi nel futuro mi vedo con una famiglia mia e un figlio maschio. Uno e maschio. Ho il terrore di avere due gemelle. Noi femmine siamo pesanti.

La-ragazza-senza-mani
La ragazza senza mani
La-ragazza-senza-mani
La ragazza senza mani

Silvia si presenta con il suo sorriso contagioso, i suoi bei capelli e gli occhi vispi. Solare, coinvolgente e ardita, irride le sue mancanze e i suoi grattacapi. E’ un bell’esempio da poter seguire. E che merita il riconoscimento pubblico che sta avendo.

…tu devi vivere la tua vita Metti le mani in alto, lascia volare l’amore

Harder We Fall – Jessie J.

La ragazza senza mani parla e si sfoga. Non per un bisogno narcisistico ma perché ha capito che, in quell’esporsi e rivelarsi, può fare la differenza e aiutare chi ne ha bisogno. Ha compreso che la vergogna è un macigno, una zavorra, che non permette di volare incontro alla vita. Per questo non indossa maschere.

Nascere senza mani non è facile. Affrontare il mondo dei normodotati non è cosa da poco, eppure Silvia lo affrontato, sfidato e probabilmente battuto. E oggi la sua realtà ce la spiega a suon di video sui social media. Con il sorriso sulle labbra e con tanta voglia di stare accanto a chi invece non riesce ancora a farcela.

La sua voce trasmette buonumore. I suoi racconti e le sue emozioni sono libere e vere. Silvia sdrammatizza e prende in giro se stessa. Superando i pregiudizi della gente e con un atteggiamento positivo condivide le sue lotte quotidiane. E’ grata per una vita che, pur privandola di qualcosa, le ha regalato affetti importanti e uno speciale strumento di condivisione.

Diversamente Influencer l’hanno chiamata. Per me lei è Semplicemente Silvia.

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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