La fase 2 e il maratoneta nascosto in ognuno di noi
Dovessi stilare su due piedi una lista di caratteristiche che contraddistingue gli italiani, ne potrei scrivere davvero un’infinità: bravi in cucina, bravissimi nelle relazioni sociali, ancora più bravi ad intrattenere, divertenti, brillanti, chiacchieroni, “caciaroni” (almeno qui a Roma), ma anche molto pigri. E comodi. Talmente riluttanti all’idea di faticare da aver sviluppato nel tempo, e adesso ditemi il contrario se avete il coraggio, dei piedi prensili che neanche le scimmie più evolute del pianeta; talmente inorriditi al pensiero di doversi alzare dal divano, da aver affidato ad Alexa pure il compito di accendere e spegnere la luce.
Per questo ieri, quando sono scesa a gettare l’immondizia, sono rimasta di sasso. Motivo? Fossi stata alla maratona di New York, avrei incontrato meno persone in giro! Non so dirvi quante ne ho contate, ma vi assicuro che in una primavera qualsiasi, di un anno qualsiasi e senza virus, a Villa Borghese non ne ho mai viste così tante. O forse sì, ma erano tutte sdraiate sul prato a prendere il sole. O al massimo a mangiare.
La quarantena ha insomma risvegliato il piccolo maratoneta nascosto in ognuno di noi, quello che per anni ha vegetato in poltrona, consumando una serie tv dietro l’altra. Chi non sapeva neanche come fosse fatto un paio di scarpe da ginnastica, adesso infila la sua tutina fosforescente e corre, corre, corre, neanche stesse girando l’ultimo spot della Nike. Corrono tutti: grandi, piccoli, grandissimi. Non mi stupirei di vedere anche qualche neonato in tenuta da running. E attenzione! Non c’è mica nulla di male eh. Ma speriamo che questo nuovo popolo di sportivi, rimanga tale anche dopo. Perchè al primo segno di cedimento poi vi faccio correre io eh!