Cucinare stanca! Ricette a prova di “incapacy”
Cucinare diverte, cucinare dà soddisfazione, ma cucinare stanca! Sofia Fabiani, irriverente food blogger senza peli sulla lingua, ha conquistato migliaia di fan a suon di consigli “maleducati”, ricette originali a prova di “incapacy” e grazie ad una “dittatura illuminata”, che l’hanno ben presto trasformata in una star di Instagram!
In un mondo ormai pieno di food blogger come nasce un’idea così fuori dal comune?
Come si dice, la risposta sta nella domanda. Il mondo dei social è così saturo di food blogger, che approcciano alla cucina nello stesso modo, che ho pensato fosse necessario un approccio più diretto. Passando per l’ironia ed offrendo un modello di preparazioni più realizzabile! Questo tipo di approccio, come ho avuto il piacere di riscontrare, ha fatto avvicinare anche molti “incapacy” che mai prima d’ora si erano lanciati in una qualche preparazione.
Sei sempre stata appassionata di cucina?
Mi sono trovata a vivere da sola molto molto presto. Per forza di cose ho dovuto provvedere a me stessa. Avevo in casa molti libri di cucina regalati alla mia famiglia, uno su tutti l’Artusi. Negli anni ho iniziato a voler preparare pietanze diverse e insolite, anche per poter variare la mia alimentazione. Mi sono trovata molto presto a saper fare tante cose diverse e precocemente rispetto ai miei coetanei. La pasticceria in particolare era la mia passione più grande, per questo ho deciso di farne un lavoro, trasferendomi a Milano a lavorare come stagista in una piccola pasticceria della Brianza. Ho deciso poi di ampliare la mia formazione frequentando il corso di Alta Pasticceria in Cast Alimenti a Brescia, per poi tornare a lavorare in laboratorio.
Veniamo alla tua community di “incapacy”: chi sono?
L’incapacy di base è una persona molto ironica, appassionata di cucina, ma non fanatica. Si mette molto in gioco e sta soprattutto allo scherzo, non è permalosa e ha un leggero feticismo per il maltrattamento. Sono molto contenta di avere un seguito variegato, non solo giovani imbranati. Ci sono anche molte signore e signori che si confrontano con me; mi danno dei consigli utilissimi dati dalla loro esperienza, mi mandano ricette antiche e mi propongono preparazioni poco conosciute ma meravigliose. Ci sono anche persone che non sono minimamente interessate alla cucina, ma mi seguono solo per ridere. L’incapacy non si spaventa per una rispostaccia, anzi mi risponde male a sua volta e ridiamo insieme!
Quindi la tua è una scuola di cucina per “imbranati”?
Lo definirei più uno spazio aperto a tutti, dove ogni livello di preparazione viene ascoltato e rispettato. Naturalmente mi rivolgo più spesso a chi non ha neanche le basi della cucina. Ma capita di confrontarmi con persone anche esperte che mi chiedono consigli più di rifinitura che di tecnica. Covid permettendo, in futuro mi piacerebbe incontrare i miei incapacy organizzando dei corsi vis a vis.