Un nuovo giorno della Memoria: l’esempio del popolo ebreo per affrontare la pandemia
La “morte”, una delle parole che purtroppo ha caratterizzato il 2020 a causa della pandemia di covid-19, ci porta alla commemorazione del Giorno della Memoria in modo diverso, forse più sentito.
Inevitabile questo amaro confronto, oggi che il genere umano affronta un pericolo per la propria sopravvivenza.
L’evento negativo della pandemia da covid-19, ci permette di essere più consapevoli di cosa voglia dire veder morire una parte della propria gente, perdere i propri connazionali, non essere liberi di vivere.
Il 27 gennaio 2021 è un nuovo Giorno della Memoria.
L’esempio del popolo ebreo, che, con fiducia e forza d’animo ha affrontato la persecuzione razziale, ci serve per confrontarci oggi con l’emergenza sanitaria mondiale. Ma siamo consapevoli che le dinamiche sono ben differenti.
L’olocausto, il genocidio degli ebrei (shoah), ha visto un unico popolo perseguitato da un altro popolo. Uomini contro uomini. Situazione difficile, ma comunque qualcosa di circoscrivibile, condannabile, contrastabile ed infine sconfitto.
La pandemia di covid-19 non vede la lotta di un unico popolo, ma di tutti i popoli del mondo uniti contro un unico nemico comune.
Oggi però l’essere umano affronta la natura, un virus, qualcosa di sconosciuto che si ha la speranza di sconfiggere quanto prima.
Quindi, sicuramente i due eventi coinvolgono una fiducia ed una forza d’animo diverse.
Il Giorno della Memoria oggi vuol dire anche ringraziare il popolo ebreo per la lezione di umanità, di un popolo che non si arrende. Grazie al loro esempio, possiamo imparare come si può cercare sempre una strada anche nel momento più incerto.
Ad un anno dall’inizio della pandemia, in cui anche la nostra libertà è stata discussa e compromessa, certo più al fine di proteggerci che non per distruggerci, come è successo agli ebrei, ci può far avere un atteggiamento meno vittimista nei confronti della nostra attuale situazione.