Una vita da Margara
Cime frastagliate, acque, laghi e torrenti. Valli e radure tra i boschi, i colori del paesaggio, le distese bianche formate dalla neve e il vento che muove l’erba. La tranquillità dell’animo, l’ambiente che si trasforma insieme a noi al cambiare delle stagioni. Una ragazza. Una famiglia di allevatori. Un luogo meraviglioso. Gli antichi saperi. La transumanza. L’alpeggio. Una vita da margara.
Roberta Colombero è giovane, ha 30 anni, è una delle ultime margare in Italia. Si occupa della transumanza dei bovini che alleva. Ha fatto dei valori della natura il suo stile di vita. La sua è una vocazione nata ad alta quota, circondata dall’eternità delle montagne.
D’estate la casa di Roberta sono i pascoli della bellissima alta Val Maira, in Piemonte. Lì si prende cura del suo allevamento di vacche da latte.
Nei periodi invernali la giovane margara torna nelle campagne del Saviglianese dove ha sede l’azienda di famiglia, da tre generazioni, che alleva bovini di razza piemontese.
Roberta sin da piccolina ha vissuto a stretto contatto con gli animali. In un nido sui monti, con i genitori impegnati quasi 24h su 24h, una bambina si sceglie degli amici speciali. Il box dei vitellini così diventa il più bello dei parco giochi.
Lo scorrere degli anni le regala amici più grandi. Con naturalezza e semplicità, Roberta passa dai vitellini ai bovini adulti. Instaurando con loro un rapporto particolare. Li riconosce, li chiama per nome e ne ricorda di ognuno la genealogia, madri padri e nonni.
Ho sempre avuto un forte rapporto con la natura sin da piccola
Oggi mi occupo dell’azienda familiare, insieme ai miei genitori. Quello che era un mio stile di vita è diventato un lavoro, in modo del tutto spontaneo e innato. Dopo tante esperienze in giro per il mondo, ho deciso e scelto dove stare. E sono tornata lì, dove tutto ha avuto inizio.
Sì perché Roberta ha fatto le sue esperienze, cercando il proprio posto nel mondo. Ha viaggiato, studiato, frequentato corsi e stage. Non si è fermata ai confini nazionali. E’ stata negli USA, precisamente in Virginia, North Carolina e Arizona. E dopo tanto girovagare ha sentito che le sue montagne erano la casa a cui dover tornare.
Le alte vette e i suoi animali. Per un lavoro fatto di tanta fatica. Però, come dice Roberta, se c’è la passione la stanchezza sparisce.
Mi alzo alle cinque del mattino. Però non sempre. Capita anche quel giorno che posso fare più tardi. E allora mi alzo alle 5,30.
D’altronde ci sono gli animali che vanno accuditi tutti i giorni. Non puoi dire “oggi non mi va”. Non ci sono i sabato, non esiste la domenica e le feste si trovano solo sul calendario. E’ un mestiere impegnativo.
Margaro significa essere un allevatore nomade stagionale. Si lavora duramente.
Si va in alpeggio per tre mesi, si mungono le vacche due volte al giorno, si trasforma il latte in formaggio, con le varie lavorazioni casearie. Negli altri mesi dell’anno gli animali vengono portati in pianura e il formaggio venduto al caseificio.
La fatica di badare al bestiame però non è l’unico compito. Perché poi c’è anche tutta la parte burocratica da sbrigare.
Giornate molto impegnative che tuttavia Roberta non percepisce come un sacrificio.
Il tempo per gli svaghi non è molto, ma il fatto di lavorare con la mia famiglia mi ha dato la possibilità di concedermi anche momenti di distrazione.
E’ il mio mondo, la mia dimensione.
E’ una benedizione poter assistere a determinati spettacoli, come i colori del tramonto e dell’alba oppure il modificarsi delle nuvole nelle forme e nei toni, col trascorrere delle ore del giorno.
Scenari che solo chi ha familiarità con la montagna può comprendere.
Quei paesaggi che cambiano colori e sagome come una poesia disegnata sulla tela del cielo.
Questo stretto stretto rapporto bucolico non pone comunque Roberta fuori dalla realtà e nemmeno lontana dalla tecnologia.
Mi piace poter trasmettere l’importanza della natura. Mi piace creare possibilità e eventi accessibili a tutti e quindi è fondamentale anche la tecnologia. Per poter comunicare è necessario usare il mondo social nelle forme giuste.
Il mio desiderio è riuscire ad aprire una scuola, nella quale mostrare e insegnare le varie attività che si svolgono in un’azienda come la mia. Un luogo e un periodo di tempo nel quale poter lasciare lo stress accumulato nelle grandi città. Mi piacerebbe quindi aprire la mia impresa a tutti coloro che provano interesse per questo mondo particolare. Organizzare corsi e accompagnarli dal buon cibo.
Oggi l’azienda Colombero conta circa 200 capi di bestiame.
La mia famiglia porta avanti una tradizione importante. Seguiamo delle regole precise. Il nostro non è un allevamento intensivo. Agli animali non vengono somministrati antibiotici. Il bestiame non è stressato e mangia erba.
La prima cosa che perseguo io in prima persona è che i nostri animali stiano tutti bene.
Il mio pensiero è quello di salvaguardare il loro benessere psicologico. E quando le vacche sono al pascolo sono libere, tranquille e contente. Io me ne accorgo. Lo vedo da come mi guardano. Si avvicinano a me, rispondono se le chiamo, mi riconoscono, mi leccano.
Ognuna di loro ha un proprio carattere. Ognuna ha il suo nome. Felicità, Fantasy, Genova, Cocchina, Farfallina, Elisena, Pantera… Nomi che scelgo alla loro nascita.
Chi è abituato ai ritmi frenetici delle città, ai colori naturali offuscati dallo smog e al rumore sovrastante dei clacson, farà difficoltà a connettersi con il sole impetuoso e il suono dei campanacci delle mucche. Eppure quanti sognano una fuga nel paradiso di Roberta?
In questi mesi con il Covid e le relative chiusure è come se ci fosse stato un passo indietro, un ritorno a una cura di se stessi e dell’ambiente che ci circonda. Questa riscoperta di valori semplici è qualcosa di molto interessante. Gli animali e la terra hanno tanto da dare.
Un legame profondo con i suoi animali e il loro star bene, che si riflette anche sul credo alimentare di Roberta.
Per me le persone possono mangiare carne, bere latte e fare frittate. L’importante è farlo in “modo responsabile”.
Tra i tanti ruoli che ricopre Roberta c’è anche la produzione di formaggio. Nel senso che lo fa proprio lei, con le sue mani.
Le varie lavorazioni danno vita a prodotti tradizionali, rappresentativi delle montagne e dal sapore indimenticabile.
Un Raschera oppure un Nostrale d’Alpe. Anche in questo caso, come per l’allevamento, preferisco la manualità alle macchine. Diciamo che quando arrivi a fare il formaggio hai già raggiunto un risultato, costituito da precedenti fasi. A partire dalla mungitura che avviene anch’essa manualmente. Un sistema che la vacca apprezza, il latte è più buono e di conseguenza anche il formaggio acquista un sapore diverso.
Roberta fa un mestiere tosto che nell’immaginario comune appare di esclusivo appannaggio maschile.
Gli uomini hanno sempre fatto un po’ di sarcasmo. Il tipico scherno maschile che tende a sminuire la figura femminile. Ad esempio mi guardano in modo strano se entro in un negozio a comprare una spazzola per gli animali. Nello stesso negozio dove sono loro per lo stesso motivo. Però io non mi sono mai posta questi problemi.
Mi concentro su ciò che è importante. Perché la mia vita e il mio lavoro sono molto gratificanti. Tutti i giorni c’è da imparare qualcosa e ogni giorno è diverso.
Togliere la tuta da lavoro e indossare una gonna e un paio di scarpe coi tacchi. Alzarsi alle 5,00 per andare a mungere oppure alle 5,30 per fare una passeggiata sulla neve con Giove, il suo amico cane. Recarsi al pascolo con mascara e rossetto. Sbrigare pratiche burocratiche oppure realizzare un servizio fotografico. Giornate piene, attimi di gratitudine e sorrisi. L’impegno lavorativo e la passione per la serenità e la pace. Lontana dal caos della città. Vicinissima al caos della sua anima. La natura come filosofia di vita.
Una donna come Roberta Colombero in passato forse sarebbe stata definita strega. Per il suo non conformarsi a certi modelli sociali e per il suo spirito indipendente e il senso di libertà. Perché è connessa con boschi e animali e ha una profonda introspezione.
Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata
Albert Einstein
Per noi che abitiamo il trambusto, sembra quasi un paesaggio da sogno quello che vediamo nelle immagini e assaporiamo dai racconti di Roberta.
E forse trascorrere del tempo immersi nei suoni e profumi della montagna potrebbe rappresentare una giusta terapia per disintossicarsi. Per calmare i pensieri frenetici e riattivare il ragionamento. Staccare tutto. Ossigenare il corpo, la mente e l’anima. Chiedendo consiglio alle montagne, che sono su questa terra da più tempo di noi…
Chiedi al verde nelle foreste e agli alberi. Al vento freddo che arriva dal mare. Alle sorgenti e fontane. Chiedi alle montagne. Al sole che illumina il cielo. Quando la notte si arrende, chiediti perché. Raccontalo alle montagne.
Ask The Mountains – Vangelis
.
SEGUI DISTANTI MA UNITE! Se ti è piaciuto l’articolo lascia qui di seguito il tuo commento e partecipa al nostro sondaggio perché La tua opinione conta! E soprattutto non dimenticarti di seguire le nostre pagine social Facebook e Instagram! Ti aspettiamo con un ricco calendario ogni giorno pensato per voi!