I tesori della quarantena: il lievito
Alzi la mano chi ha cercato senza fortuna un misero cubetto di lievito di birra tra gli scaffali dei supermercati, nelle uniche uscite concesse dalla quarantena da Coronavirus. Ammetto che questa cosa mi ha fatto sorridere, tanto. La nostra quarantena 2.0 è stata da molti italiani interpretata un pò come un “tempo di guerra”. E ci sta, insomma, io sono del ’77 e, guerra e dopoguerra, li ho studiati sui libri di storia, come tutti. La spesa si è adattata a questo nostro nuovo stile di vita, ed è stato così, che le prime cose a sparire dagli scaffali sono state farina, pasta, sughi, e lui, il più ambito: il lievito di birra.
L’idea di stare senza pizza era difficile per molti da digerire e quindi, perché non farla in casa? Ed eccoci quindi a impastare, infarinare, lievitare (soprattutto di pancia), lanciarci in ricette degne di chef. E poi mostrare tutto sui nostri social. La quarantena 2.0, appunto. Il lievito di birra è diventato il vero tesoro in questo periodo. Le vendite dei preziosi cubetti sono schizzate in un mese di oltre il 400%. Per chi è rimasto senza, dopo un primo momento di disperazione, ecco balenare la soluzione: farselo in casa. Tornare, sostanzialmente, ai vecchi metodi e creare in casa il famoso lievito madre. Acqua, farina e un goccio di miele o yogurt e il gioco è fatto. O quasi. Il lievito madre è come un figlio: va accudito, seguito e rinfrescato ogni settimana (se lo si tiene in frigo) oppure ogni tre giorni se si tiene fuori. Insomma, vive di vita propria, ma se te lo dimentichi muore.
Io mi sono convertita al lievito madre appena messo piede in Svizzera. La mia vita era in piena evoluzione: tanti cambiamenti, tante rinunce e sacrifici. Visto che una certa passione per la cucina l’ho sempre avuta e la voglia di panificare si era ormai insinuata nella mia mente, perché non provare? Ho iniziato a scartabellare sul web e mi sono imbattuta in un vortice di persone che hanno fatto del lievito madre una passione contagiosa. Tra questi il Gruppo la Pasta Madre su Facebook. Preziosi alleati per la creazione e la panificazione del lievito madre e la conseguente produzione di pane. Inoltre, ho scoperto che chi produce lievito diventa anche spacciatore. Ossia, si regalano pezzi del prezioso bene a chi ne fa richiesta. Come bravi cavalieri nel perpetrare l’antica tradizione.
“Sono entrata un po’ per caso nel mondo della panificazione e poi del lievito madre – confessa Francesca Giovanna Marchetti, ideatrice del “Gruppo la pasta Madre” – . Cercavo un modo genuino per fare il pane in casa e mi sono imbattuta nel termine PASTA MADRE. Non era ancora famoso come oggi, ma si trovavano i primi articoli su come preparare un lievito spontaneo, con un sapore antico. E così, armata di vasetto, farina acqua e miele ho seguito la ricetta delle sorelle Simili. La prima volta è stato un totale fallimento, o forse pensandoci a posteriori, non lo è stato affatto. Mi sono lasciata condizionare da l’ aspetto sgradevole del composto e quindi buttai tutto in pattumiera. Successivamente, feci ricerche e dopo qualche settimana riprovai: fu così che nacque Shiro il mio primo lievito madre”.
Non vi intimorite. Sembra un gruppo di pazzi, ma tutti coloro che hanno in casa un vasetto di lievito auto-prodotto, gli hanno anche dato un nome. Il mio, ad esempio, si chiama Valar Morghulis (ero in piena dipendenza da Trono di Spade…). Ve l’ho detto, è come un figlio.
“A questo punto entrai nel gruppo e cominciai ad utilizzare le mie doti organizzative per riordinare i numerosissimi files – spiega Francesca. Di li a poco mio marito che fa il programmatore ideò e mise in pista il LIEVITARIO”. In pratica ricette di qualunque, ma proprio qualunque tipo di pane, focaccia e simili, esistenti al mondo.
“Ad oggi uso il lievito madre principalmente per fare il pane un paio di volte al mese e il panettone a Natale. Ho seguito alcuni corsi con professionisti del settore, ma principalmente ciò che so, l’ho imparato dalla pratica e dal confronto con altri utenti del gruppo – dice Francesca“.
La quarantena è un’ottima occasione per iniziare a creare il vostro lievito madre. Anche quando sarà finita e ricominceremo ad andare in pizzeria, credetemi: la soddisfazione di sfornare pane e pizze tutto home-made non ha prezzo.