V come vaccino: parleremo di pandemia al passato?
V come vaccino: il 27 dicembre 2020 resterà per sempre il V-day, il giorno in cui è iniziata la distribuzione del vaccino per debellare il covid-19.
Parleremo di pandemia al passato?
La scienza ci ha dato lo strumento per uscire dall’incubo, ma non possiamo ancora abbassare la guardia.
Dobbiamo ancora lottare insieme, perché il vaccino non è ancora disponibile per tutti e sono sotto osservazione gli eventuali effetti collaterali.
L’obiettivo della campagna di vaccinazione della popolazione è raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il Covi-19.
È il tempo di dare priorità a chi è a contatto con il virus nella propria quotidianità: quindi ricevono il vaccino prima gli operatori sanitari. Seguiranno gli anziani e coloro i quali sono più a rischio di mortalità.
Ci sono comunque tante categorie di lavoratori a contatto con il pubblico, quindi si cercherà di rendere presto disponibile il vaccino per più persone possibile.
Si discute sull’obbligatorietà in quanto ci sono molti contrari a vaccinarsi.
La legge ancora non è stata emanata, ma coloro che lavorano in settore sanitario sono già obbligati.
Chi si vaccinerà naturalmente non avrà più l’obbligo di rispettare le regole che stiamo seguendo in questo periodo, come portare la mascherina o evitare il contatto ravvicinato con altri individui.
È fondamentale in questo momento divulgare un messaggio unico, positivo e di speranza, come quello portato dalla giovane infermiera Claudia Alivernini, che ha scelto di dare fiducia alla scienza.
Ad oggi abbiamo anche altri strumenti terapeutici come gli anticorpi monoclonali, nonchè diverse tipologie di vaccino.
Quindi se usufruiamo dell’esperienza vissuta, che ci ha reso più pronti, continuando ad essere uniti, riusciremo ad ottenere l’obiettivo più importante: lasciare che la pandemia abbandoni la cronaca e sia descritta solo sui libri di storia.
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