Hanno ucciso l’uomo ragno. La leggendaria storia degli 883

Hanno ucciso l’uomo ragno. La leggendaria storia degli 883

Tre semplici regole da seguire prima di vedere “Hanno ucciso l’uomo ragno. La leggendaria storia degli 883“.

Mettetevi comodi.

Schiacciate il tasto play.

Non fatevi prendere dalla nostalgia.

Meno di quelle che servono a Max Pezzali (interpretato da un superbo Elia Nuzzolo) per “sopravvivere”.

Hanno ucciso l'uomo ragno.
Elia Nuzzolo alias Max Pezzali

E’ da poco iniziato l’autunno e Sky, insieme a NowTV, lancia una serie TV che nessuno si aspettava potesse riscuotere così tanto successo.

La serie non è solo per i quaranta/cinquantenni che ricordano benissimo l’esplosione ed il successo ottenuto nel 1992 da un duo più o meno improbabile.

E’ una serie per tutti. Anzi, soprattutto per i più giovani che da piccoli hanno canticchiato il loro successo più famoso.

E’ una serie sull’amicizia profonda, sui sogni, le sfortune, l’amore e non per ultimo sulla passione. Perché il messaggio più importante veicolato dalla serie tv sta proprio nel non abbandonare mai la passione per i propri sogni.

Dove tutto ebbe inizio

Curiosamente la prima puntata si apre con Albert Einstein adolescente che, a causa della bocciatura scolastica, è costretto a passare l’estate del 1895 a Pavia insieme al padre, proprietario di una fabbrica (Officine Elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone) il cui palazzo è tuttora esistente.

L’episodio sembra piuttosto isolato o comunque distante dal tema trattato nella serie TV ma, puntata dopo puntata, si capisce quanto l’estate pavese influisca in modo positivo su chi la vive.

Non solo perché Einstein vi scrisse il suo primo articolo scientifico ma perché, nel 1989 Max Pezzali, a causa della bocciatura, è costretto a passare tutta l’estate nel capoluogo lombardo, aiutando il padre nel negozio di fiori.

La bocciatura è dovuta alla scoperta, nel corso del precedente anno scolastico, di “nuovi amici, di concerti infiniti, di musica che ti fa fischiare le orecchie…e del mal testa alle cinque del mattino”.

E del punk.

Non tutti i mali vengono per nuocere

Ma sarà proprio la bocciatura a dare la possibilità a Max di conoscere Mauro Repetto (un bravissimo Matteo Oscar Giuggioli) che, da compagno di banco, diventerà il suo migliore amico ed il vero e proprio artefice della nascita e del successo degli 883.

Hanno ucciso l'uomo ragno.
Matteo Oscar Giuggioli alias Mauro Repetto

E a sua volta, Mauro Repetto, individuerà in Max l’anello mancante. Quel “tanto così” che gli serviva per “completarsi” e per capire quale doveva essere la strada da percorrere: il successo.

Ma mentre per Max Pezzali il successo è una conseguenza, per Mauro Repetto il successo è il punto di arrivo.

Le due anime completamente diverse dei protagonisti infatti, sono ben delineate per tutti gli otto episodi che compongono la prima stagione.

Che non solo racconta la nascita dell’album “Hanno ucciso l’uomo ragno” ma si impegna anche a tratteggiare i contorni di un decennio che ha appena salutato i mitici anni ’80.

L’amore e gli anni ’90

In modo estremamente brillante infatti vengono raccontati gli inizi di alcuni di quei personaggi (Jovanotti, Fiorello, Fargetta, Albertino) che hanno dominato, artisticamente parlando, gli anni ’90.

Un ruolo principale infatti viene affidato a Claudio Cecchetto, interpretato da un Roberto Zibetti in stato di grazia, che intravede subito nei due ragazzi le potenzialità ancora inespresse. Ed è proprio grazie alla sua abilità e alle sue infinite risorse che lancia “i due ragazzi di Pavia” nell’olimpo della musica pop.

Hanno ucciso l'uomo ragno.
Roberto Zibetti alias Claudio Cecchetto

In tutte le otto puntate inoltre è sempre presente una figura femminile completamente inventata dalla produzione per esigenze di sceneggiatura.

Silvia infatti, una ragazza di origine greca compagna di scuola di Max, non è altro che la summa di una serie di esperienze sentimentali realmente vissute dal giovane Pezzali.

Hanno ucciso l'uomo ragno.
Ludovica Barbarito alias Silvia Atene

Silvia, Mauro ed il “famoso” Cisco (citato nella canzone “Rotta per casa di Dio”) rappresenteranno quindi per Max, ognuno a suo modo, le diverse “vie di fuga” dalla provincia pavese che, “con un deca”, non avrebbe potuto mai lasciare.

Trama: Un tuffo negli anni 90 condito da risate, malinconia, musica e piacevoli scoperte.

Attori: Elia Nuzzolo, Matteo Oscar Giuggioli, Ludovica Barbarito, Davide Calgaro, Roberto Zibetti, Edoardo Ferrario.

Pro: Una serie veramente ben fatta, ben scritta e ben recitata. Una bella storia di amicizia, lealtà e tanta musica.

Contro: Nessuno.

Voto finale: 10 e lode.

Piattaforma: Sky, NowTV.

Stagioni: 1 (8 episodi).

Artemis

Nato nell’ormai lontano 1978 a Roma e vissuto tra il centro e la periferia, ho vissuto un’infanzia spensierata e ricca di emozioni, contornato da amici e cugini sempre pronti a divertirsi. Riesco a mettere la testa a posto quando capisco che studiare e conoscere il mondo è il vero inizio della vita ed è per questo che mi laureo in Scienze Politiche e, dopo 2 anni di lavoro, me ne vado in Australia per capire che aria tira ma è solo l’Amore che mi trattiene in Italia, un Amore che mi dona 2 meravigliosi bambini con i quali gioco, corro, urlo e mi diverto. L’AS Roma mi sceglie come tifoso e, a distanza di parecchi anni, posso dire che ha scelto bene anzi benissimo visto che cammino insieme a lei macinando chilometri e superando gli ostacoli. Radio, Cinema, TV (poca) e Musica mi fanno compagnia da sempre portando pensieri e parole nelle mie giornate, nelle mie corse mattutine, mentre lavoro, mentre mangio o mi perdo nei miei pensieri su come migliorare il mondo.

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