Ridateci il lupo cattivo

Ridateci il lupo cattivo

Risale alla notte dei tempi quella vocina che comincia a riecheggiarci in testa fin dal primo di dicembre, giorno della liberazione ufficiale di Michael Bublé, e che dice “A Natale siamo tutti più buoni!”. Spengo il telegiornale e sotto il popsi popsi pop o po del “ti piace vincere facile” mi dico “Sai che sforzo! Da farsi scendere un’ernia”. Eppure io, che tutto il resto dell’anno sono una persona piuttosto empatica, amante dei cani, rispettosa delle regole e per lo più socievole, faccio fatica. Mi manca qualcosa…forse “il lupo cattivo”?

A Natale siamo tutti più buoni?

Sia ben chiaro: adoro fare l’albero (beh, diciamo che adorerei fare l’albero se Ciro e Olivia non tentassero di boicottarmi per le sette ore necessarie a montarlo), impazzisco per la cioccolata calda con la panna e tutto mi si può dire, tranne che non faccia girare l’economia (anche se in media vago in pellegrinaggi irragionevoli di giorni e giorni per trovare la tinta giusta di quel maglione che tanto piacerebbe a Gloria la quale, nonostante ci conosciamo da 37 anni, ancora non ha capito che sono allergica alle candele dell’Ikea). A proposito: non è che se cambiate la confezione e le infilate in una scatola della Yankee Candle riciclata dall’anno scorso, io smetterò di grattarmi.

Sorrido anche a quelle persone che al compleanno mi dicono: “Sei nata a Dicembre! Ti faccio un regalo grande il 25!” e che il 25 si presentano a mani vuote con l’aria sdegnata e, aprendo la sciarpa di cachemire (ok. 35% cachemire) snocciolano uno spavaldo: “Non dovevi! Uno i regali li deve fare quando si sente, non alle feste comandate!”. Vorrei rispondere che MAI in cinquantaquattro anni ho conosciuto qualcuno che davvero facesse regali durante l’anno ma a Natale no, però mi taccio. Giurerei anche che le persone che incontro in Centro e che già la prima settimana di dicembre si lamentano tremando nei loro giacconi di piuma d’oca da 400 euro perché “Anche quest’anno si ridurranno all’ultimo minuto per comprare due pensierini (chiedetevi perché l’Ikea è strapiena anche alla Vigilia)” siano le stesse che ancora pensano che entrare nell’Euro abbia raddoppiato i costi della pizza e ai primi caldi millantano mancamenti da collasso.

In cerca del lupo…

Sono sempre stata brava a fare slalom degni di Alberto Tomba nei tempi migliori, ignorando le bestemmie degli uomini per le code davanti ai negozi e i cagnolini recalcitranti dentro improbabili cappotti scozzesi (i più sfortunati hanno anche il cappello con le corna da alce). Sono sempre stata brava. Ma da qualche anno non è più così. Esattamente dal 2014 quando Youssef, un mio alunno di quinta elementare che fino a quel momento si era lamentato al massimo che gli si storpiasse il nome, è insorto: “Babbo Natale è un razzista pezzo di merda!” ha urlato nel bel mezzo di una lezione.

Ridateci il lupo cattivo!

Ricordo che una parte di me ha immediatamente intuito che aveva ragione lui. Così… istintivamente. Ma gli ho comunque domandato come mai dicesse questo.

“Hai idea, maestra, di che cosa vuol dire sapere fin da quando sei piccolo, che se stai buono arriverà Lui ma Lui arriva solo da voi perché a me anche se stavo bravissimo e mi sono fatto anche tirare il dente da mia nonna che mi ha fatto veramente male, non ha mai portato niente?”

“Ma perché tu sei musulmano” ha risposto Teresa.

“E quindi Babbo Natale mi punisce? Che vada a fan culo: io Feliz Navidad non la canto e sto con Katia che è testimone di Geova e sta peggio di me!”

Il fatto è che a Natale non siamo tutti più buoni, se no a Youssef qualcuno la pista delle macchinine l’avrebbe portata comunque.  Invece, alla fine delle vacanze scolastiche, è stato uno dei pochi ad ascoltare in silenzio i compagni che si scambiavano entusiastici racconti delle loro esperienze sotto l’albero. A Natale siamo solo tutti più spaventati. Abbiamo paura che se usciamo davvero dal pensiero collettivo, finiremo per trovarci faccia a faccia con la sensazione strisciante che siamo soli. Quindi questo Natale sorriderò solo se avrò voglia di sorridere e non mangerò quel cavolo di panettone farcito che mi rifila mio cugino tutti gli anni. Questo Natale comprerò alla mia nipotina le vere fiabe di Andersen convinta che potrà sopravvivere senza averne un trauma e le spiegherò che tutto quello che bisogna fare a Natale e gridare forte: “Ridateci la possibilità di essere”. Ridateci il lupo cattivo!

Silvia Tesio

Mi chiamo Silvia Tesio e nasco a Torino il 6/12/1970. Sono laureata in lettere con indirizzo in “Strumenti e tecniche della comunicazione” . La maggior parte dei romanzi che ho scritto sono editi da Mondadori editore ma ciò che mi ha resa un pochino più nota al pubblico sono alcune campagne campagne pubblicitarie che ho ideato. Sono stata sceneggiatrice di testi teatrali e televisivi, ma da anni mi occupo prevalentemente di benessere psicologico e training emotivo. Sono regolarmente certificata presso la iGCLC™️ - Coach from Udemy e propongo una tecnica assolutamente nuova che si pone l’obiettivo di guidare chi si rivolge a me verso l’autorealizzazione e la risoluzione dei problemi secondo lo schema creativo di ognuno. Attualmente vivo tra Casale Monferrato, Torino e Roma.

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