La radio fa 100: evviva la radio!

La radio fa 100: evviva la radio!

E’ il 6 ottobre 1924: con l’annuncio di Ines Viviani Donarelli, moglie del primo direttore artistico Ugo Donarelli, la radio italiana apre la sua prima storica diretta. Il palinsesto è ancora piuttosto povero: musica da camera o da concerto, il meteo e addirittura un breve notiziario sulla borsa. L’Unione Radiofonica Italiana (URI), la nonna della Rai per intendersi, era nata solo qualche mese prima: il 27 agosto, grazie a un accordo fra la Radiofono del gruppo Marconi e la SIRAC, società di proprietà americana.

E’ nel novembre successivo, però, che lo Stato Italiano decide ci concederle il monopolio. Il patto è chiaro: la Uri sarà l’unica a poter trasmettere produzioni radiofoniche ma suo il consiglio d’amministrazione dovrà essere composto esclusivamente da italiani. L’azienda è di fatto di proprietà straniera e Benito Mussolini, in tempi di autarchia, non può permettere che uno congegno così importante sia controllato da qualcuno estraneo all’Impero. Tutto parte da Roma, allargandosi a Milano e Napoli solo quattro anni più tardi. La radio appare da subito come uno strumento molto amato, per quanto riservato solo alle famiglie più abbienti: in quegli anni, infatti, un apparecchio per la ricezione del segnale costava la bellezza tremila lire con un reddito medio annuo che non superava le mille.

Come nasce la radio

La lunghissima e affascinante storia della radio inizia alla metà del diciannovesimo secolo quando il fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz scopre l’esistenza delle onde elettromagnetiche. La possibilità di sfruttarle per trasmettere informazioni, però, è da attribuire a due nomi: Guglielmo Marconi, italiano autodidatta e Aleksandr Stepanovič Popov, fisico russo. A spuntarla è l’inventore bolognese che nel 1909 riceve il premio Nobel per la fisica, sebbene in condivisione con il tedesco Carl Ferdinand Braun. “A riconoscimento del contributo della telegrafia senza fili”: questa la motivazione della Reale Accademia delle Scienza di Svezia.  La prima vera stazione radiofonica nasce solo un decennio più tardi: nel 1922, infatti, viene al mondo la più antica stazione radio tutt’ora esistenza al mondo, la BBC (British Broadcasting Corporation). Anche se è negli Stati Uniti che il sogno di Marconi ha la sua maggiore esplosione: 187 stazioni in poco più di 365 giorni. Una follia.

I festeggiamenti

Fortemente voluta dal presidente del Senato Ignazio La Russa, il 2 ottobre scorso nell’Aula di Palazzo Madama, si è tenuta una meravigliosa cerimonia condotta da Carlo Conti e che ha visto la partecipazione di nomi importantissimi della radiofonia italiana come Renzo Arbore, Carlo Broccoli, Ringo, Ambra Angiolini e Andrea Delogu. Presenti anche diversi editori e general manager dei principali brand come: Lorenzo Suraci (RTL 102.5), Massimiliano Montefusco (RDS) e Daniele Battaglia (R105). Assente ma giustificato Linus che impossibilitato a raggiungere la Capitale a causa di un guasto sulle linee ferroviarie che ha paralizzato l’intero paese, ha raccontato il tutto durante la sua quotidiana diretta su Deejay. Il sorriso più grande, però, lo ha regalato Elettra Marconi, figli di Guglielmo, che felice e commossa ha commentato: “Che gioia immensa. Lunga vita alla radio!”.

Gabriele Ziantoni  #DisperatamenteMalinconico

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Gabriele Ziantoni

Giornalista per hobby, polemico per professione, speaker per necessità. Gabriele Ziantoni nasce a Marino, un piccolo paese in provincia di Roma, il 12 dicembre 1983. Solitario, testardo e vagamente intollerante, vive con una penna in mano e un foglio bianco davanti agli occhi fin da quando ne ha memoria. Dopo varie esperienze nel campo del giornalismo, soprattutto sportivo, dal 2011 affronta in maniera ondivaga il rapporto con il suo secondo amore dopo la scrittura: quello con la radio. Direttore Artistico di New Sound Level 90 FM, ha all’attivo tre libri: “Un secondo dopo l’altro” (L’Erudita, 2017), “Nonostante tutto” (L’Erudita, 2019) e “Rudi Voller. Il Tedesco Volante” (Perrone, 2020).

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