Dalla povertà in Albania al successo sui social: la storia di riscatto di Marinela Marku

Dalla povertà in Albania al successo sui social: la storia di riscatto di Marinela Marku

“Vivevamo in 4 in una stanza, senza bagno, in un villaggio di 7 case disperso tra le montagne dell’Albania”. Marinela, ieri.

”Ho una società di comunicazione e un team di 11 persone”. Marinela, oggi.

Il buio che, se attraversato, può condurre alla luce. L’esperienza della povertà che dona la ricchezza. La paura che si trasforma in stimolo per raggiungere traguardi. Il successo come obiettivo inizialmente non contemplato e invece inaspettatamente raggiunto. Perché tutto è possibile. Ma solo quando ti accorgi che esiste un mondo oltre le quattro mura di una casa che urla dolore e disperazione.

Marinela Marku

Marinela Marku è una giovane imprenditrice di successo: social media manager, esperta di Reels e coach. Nel vasto panorama di fantomatici/reali esperti di comunicazione digitale la sua pagina si è fatta spazio conquistando la fiducia di followers e potenziali clienti. Una crescita esponenziale che ha regalato sorrisi insperati a quella piccola bambina cresciuta in una “casa con i buchi sul tetto”.

Sono cresciuta in una stanza, ci pioveva spesso in casa e avevo come unica aspettativa di vita quella di lavorare nei campi per 12 ore al giorno per non riuscire nemmeno ad arrivare a fine mese.

Un destino, quello di Marinela Marku, che prende improvvisamente una piega inaspettata. L’Italia che diventa terra promessa e luogo di riscatto. Una storia esemplare, messa nera su bianco per infondere coraggio ai tanti nella sua stessa situazione e dare valore al proprio percorso di crescita.

Da qui l’idea di scrivere un libro. Ma la spinta a farlo veramente arriva per caso, ci racconta Marinela.

Era il 2022. Ero stata derubata in spiaggia e avevo denunciato il ladro con un video su Tik Tok che rapidamente aveva raggiunto un milione di visualizzazioni. Quell’anno ero tornata in Italia traumatizzata e quando l’estate dopo avevo rimesso piede in Albania ero ancora molto spaventata. Ero da sola, a casa mia, e non riuscivo a chiudere occhio la notte. E così ho iniziato a scrivere. Ho sentito forte il bisogno di raccontare la mia storia.

La Marinela bambina, le sue paure, le sue emozioni, i suoi timori, hanno iniziato a riaffiorare come un fiume in piena. I “mostri”, i “fantasmi” del passato sono riemersi. Le urla di dolore e le grida di aiuto. Gli incubi che tormentavano il sonno. E i sogni ben nascosti sotto il cuscino.

Desideravo stare con mio papà e avere una famiglia unita. Volevo non avere problemi economici. Più che sogni erano obiettivi. E oggi, come allora, il bene primario sono per me i miei cari e per potermi prendere cura di loro lavoro ogni giorno affinché la mia azienda un giorno diventi internazionale.

La donna sicura che appare oggi sugli schermi di uno smartphone a suggerirci strategie di comunicazione vincente sui social media è frutto di quelle esperienze negative che si sono tramutate in benzina per il perseguimento del successo. “La casa coi buchi sul tetto” narra la storia di una ragazza che ce l’ha fatta ma che non dimentica il passato e il trauma di aver conosciuto la vera povertà.

Tutto ciò che abbiamo passato, mi spiega Marinela, mi ha aiutato ad apprezzare quello che ho oggi. Da piccola anche il cibo era razionato. Non avevamo nemmeno il bagno. Oggi non ci manca nulla. E a volte mi dico che forse, se avessi sempre avuto tutto, oggi non riuscirei ad apprezzare così tanto tutto ciò che ho raggiunto.

Marinela bambina

Le ferite si sono cicatrizzate con il tempo, ma nella memoria sono ancora vividi i momenti in cui tutto intorno a Marinela era una landa deserta di disperazione, assenza, privazione.

Il giorno in cui papà è andato via mi si è spezzato il cuore. Non penso si possa descrivere a parole un dolore così. Solo viverlo fa capire quanto fa male.

Se oggi riesce a guardare il mondo con positività e fiducia è grazie agli insegnamenti della sua mamma, suo faro.

Mi sono utili ancora oggi: dire sempre la verità e rimanere positiva, con il costante pensiero che il meglio deve ancora arrivare.

Questo libro è come un riscatto per me, voglio far vedere tutta la merda che ho dovuto subire per arrivare qui, dove mi vedete oggi. Sono cresciuta pensando che non era possibile vivere diversamente, che non esistesse un mondo diverso da quello in cui mi muovevo ogni giorno. Solo andar via da quel posto mi ha fatto capire quante infinite possibilità potesse riservare il futuro.

Quel futuro oggi Marinela lo sta vivendo. Ha 22 anni e ha una sua società, frutto di un’avventura sui social iniziata quando aveva 16/17 anni.

Facevo bodybuilding e condividevo la mia vita. Le persone on line sembravano interessate a me, alla mia storia. Quindi ho proseguito su quella strada. Un giorno il marito di mia cugina mi ha parlato del suo lavoro di social media manager. Ai tempi non esistevano tante figure come la sua e non era un lavoro noto e conosciuto al grande pubblico. Per cui mi sono informata, ho studiato e approfondito e pian piano ho costruito la mia azienda e il mio successo personale.

La vita tra le montagne in quella “casa coi buchi sul tetto” ora è un luogo lontano. Oggi il presente è colorato di speranze, di possibilità. E di fucsia.

Per me questo libro rappresenta la testimonianza che sto facendo bene. Un modo per darmi e dare coraggio nei momenti di bisogno.

La prova che tutto è possibile.

#CaparbiamenteSognatrice

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Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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