Overtourism

Overtourism

Ci siamo, l’estate ormai è alle porte e nei TG sentiamo parlare di Overtourism. Ma cosa è esattamente?

Diciamo che questo termine è circa un anno che è entrato a far parte del nostro sentire ed è un fenomeno che sta prendendo piede.

In alcune zone turistiche e in alcuni momenti dell’anno il turismo è così tanto che si crea l’over tourism. Ovvero, un sovraffollamento turistico tale da provocare danni non solo ai monumenti ma anche all’ambiente. E non di meno ai residenti che quei posti li vivono tutto l’anno.

Il disagio è tale che l’overtourism ormai è considerata una vera e propria “piaga”. Un recente rapporto ci dice che Venezia, ad esempio, è la capitale mondiale di questo fenomeno.

Come detto in precedenza, il sovra turismo ormai provoca nelle città dei veri e propri disagi ai quali però si uniscono anche problemi concreti sull’ecosistema e problemi ambientali.

L’overtourism, porta con se, l’aumento dei prezzi degli alloggi e dei servizi. Coinvolge non solo i turisti ma anche chi quella città o luogo turistico lo vive tutto l’anno. In più, avere città così piene comporta disagi più tangibili come, ad esempio: la congestione del traffico, l’inquinamento e l’impatto negativo sull’ambiente naturale e sulla qualità della vita dei residenti.

Ma non sono da sottovalutare come impatto negativo, anche l’erosione dell’ambiente naturale e culturale, l’aumento dei prezzi delle abitazioni, l’alterazione del carattere locale.

Ma come siamo arrivati a questa situazione? Come il turismo è diventato un problema per i nostri luoghi del cuore? Sicuramente le ragioni sono diverse. L’aumento della mobilità globale è il principale. Sono cresciute le disponibilità e l’accessibilità a viaggi, anche internazionali. A questo si sommano urbanizzazione e globalizzazione che hanno portato alla rapida crescita di infrastrutture capaci di collegare le città facilitando il flusso di turisti tra le diverse destinazioni.

Ma c’è anche una motivazione sociologica che ha un impatto importante, infatti oggi, più che in passato, si preferisce “spendere” i propri soldi in viaggi piuttosto che in altre cose. La crescita della classe media, ovvero di coloro che non sono ricchi ma hanno molte disponibilità economiche fa si che il turismo cresca in modo esponenziale. Pensiamo a popolazioni come India e Cina che negli anni sono cresciuti economicamente e i cui cittadini sono diventati turisti attivi.

Ma ci sono delle soluzioni all’overtourism? Molte città o siti hanno preso la più drastica, ovvero mettere una tassa, o biglietto di ingresso ai centri storici, come Venezia. Altri li hanno proprio vietati i centri storici o urbani come Malaga.

Ma forse, la cosa migliore sarebbe trovare delle soluzioni che possano aiutare le città a vivere meglio il sovra turismo.

Se uno dei problemi grossi è quello ecologico e di pulizia, si può pensare ad aumentare i servizi igienici pubblici e i cestini per l’immondizia. Aumentare la mobilità dolce come le biciclette e monopattini elettrici. Ma forse una delle soluzioni migliori è cercare di promuovere aree meno turistiche, creando nuovi itinerari e valorizzando anche i territori nei dintorni. Quindi far conoscere più luoghi nascosti e far sì che il turismo si allarghi toccando più luoghi.

Senza dubbio l’overtourism è un problema importante che coinvolge la quotidianità dei residenti, però è anche vero che vietare non è mai la soluzione migliore Forse collaborare tra comuni o regioni per trovare una soluzione a questo problema può aiutare l’economia del turismo.

Ma soprattutto la buona educazione del turista è fondamentale per far sì che le città, i siti balneari, di montagna o archeologici rimangano puliti e vivibili per tutti

#ostinatamenteottimista

Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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