Nomadi digitali, quelli che girano il mondo lavorando
Oggi è il 13 aprile. Mancano 262 giorni alla fine dell’anno, 128 a Ferragosto e 260 a Natale.
Ho citato queste due festività perché corrispondono alle ferie italiane per antonomasia. Quei giorni di vacanza a cui un lavoratore medio difficilmente rinuncia. Quelle date “rosse” da calendario a cui bisogna arrivare contando giorni e mesi per “staccare la spina”. Ma se si potesse lavorare restando in vacanza?
Si stima che nel 2024 in Italia i lavoratori da remoto saranno 3,65 milioni. (Osservatorio Smart Working)
Quelli che girano il mondo lavorando
Il post pandemia ha provocato un boom di nomadi digitali. L’avvento dello smart working e la sua messa a regime per molte aziende ha consentito a centinaia di nostri concittadini di sposare questa nuova, elettrizzante modalità lavorativa. Il nomadismo digitale sta assumendo sempre di più le sembianze di un fenomeno trasformativo dell’era digitale.
’Associazione Italiana Nomadi Digitali https://www.nomadidigitali.org/ è un ente no profit del terzo settore che vuole contribuire attivamente a rendere l’Italia una destinazione attrattiva, accogliente e ospitale per remote worker e nomadi digitali provenienti da ogni parte del mondo.
Quest’ultima ha stilato il terzo Rapporto annuale sui Nomadi digitali in Italia. E’ stato analizzato come “la presenza di lavoratori remoti, professionisti e talenti possa valorizzare i territori, focalizzandosi soprattutto sui piccoli centri e nelle aree interne del Paese. Il lavoro di ricerca si concentra sulle opportunità. Ma anche su ricadute e impatti economici, sociali e ambientali che il lavoro da remoto e il nomadismo digitale generano nelle comunità locali”.
Nomadi digitali. Per chi viene, c’è chi va.
Il sito web www.nomadidigitali.it pupula di storie di italiani all’estero. Profili, informazioni, contatti per chiunque si voglia avvicinare a questa modalità di lavoro.
La voce di Mary, che ha già fatto suo l’inconfondibile accento argentino, mi arriva nelle cuffie direttamente dall’altra parte del mondo in un caldo pomeriggio d’estate.
“Poche battute e mi sembra già di immaginarla, una ragazza irrequieta, curiosa e dallo spirito nomade diventata una professionista nell’assistenza virtuale, con clienti in tutto il mondo. Oggi lavora online immersa nel verde della campagna di Villa de las Rosas in Argentina”, – si legge in un articolo nella categoria storie del sito Nomadi digitali https://www.nomadidigitali.it/storie/mary-tomasso/
E ancora: Andrea Di Rocco esperto di WordPress, la piattaforma software per la creazione e la gestione dei siti Internet che racconta: In Thailandia con 200 euro Andrea prendevo o in affit un bungalow sul mare, con 100 euro uno scooter e 150 euro mi bastavano per la spesa di un mese, racconta in un’intervista a cura di Alberto Mattei.
I dati parlano chiaro
Dal punto di vista dell’età anagrafica, una statistica globale pubblicata dal travel magazine www.Abrotherabroad.com nel 2021 evidenzia come quasi il 47% del totale delle persone che si definiscono nomadi digitali in tutto il mondo, rientra nella sfera 30-39 anni; Mentre è composto per il solo il 14% sono i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni. Questi dati sono estremamente interessanti visto che nell’immaginario collettivo il nomade digitale è spesso raffigurato come un giovane con il laptop in mano e lo zaino in spalla. Fonte: https://www.nomadidigitali.it/report/AIND_report2023.pdf https://abrotherabroad.com/digital-nomad-statistics/
Se il lavoro da remoto diventasse la norma, contribuirebbe a ridurre del 58% le
emissioni di gas serra dovute agli spostamenti e al pendolarismo dei lavoratori.
Cornell University
L’Italia è pronta?
Il Governo italiano aveva approvato la Legge 25 del 28 Marzo 2022, di conversione del D.L. Sostegni-ter, contenente numerosi emendamenti tra i quali il riconoscimento ufficiale del “nomade digitale”. Eppure mancano altre firme di vari ministeri coinvolti, oltre ai decreti attuativi.
Il Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, nell’ambito delle sue attività di osservatorio, ha iniziato a studiare queste informazioni. Ritiene sia fondamentale aprire una serie di tavoli di lavoro per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a queste tematiche. Così come supportare i policy maker con proposte per la semplificazione dei processi di richiesta, ottenimento e gestione del visto. E tu, diventeresti mai un nomade digitale?
Se vuoi saperne di più Il primo incontro è fissato per martedì 16 aprile alle ore 17 e sarà possibile seguirlo online sulla pagina Linkedin dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali.