Vini piwi: impariamo a scoprirli!
Coinvolgere esperti del settore per discutere dell’attuale tema della sostenibilità nel settore vitivinicolo, con particolare attenzione agli aspetti ambientali, sociali ed economici: ecco l’obiettivo dell’evento al quale abbiamo preso parte lo scorso 15 marzo. Il confronto ha messo in evidenza le necessità dei produttori, dei consumatori e degli abitanti del pianeta, con un focus sui problemi relativi ai terreni e alle coltivazioni. Inoltre un aspetto molto importante è quello della ricerca scientifica sulle viti, sulle loro malattie e sul vino. E sui vini piwi.
L’incontro, arricchito dalla Lectio Magistralis del Prof. Marco Stefanini, era incentrato su i vini piwi. Questi vini piwi sono incroci naturali tra viti europei e altre viti di origini americane e/o asiatiche. PIWI è l’acronimo della parola tedesca “Pilzwiderstandsfähige“, che significa viti resistenti ai funghi.
Il Professor Marco Stefanini è Presidente di PIWI Italia, agronomo, enologo, nonché docente alla Facoltà di Ingegneria di Trento, dal 2008 presso la Fondazione Edmund Mach oggi coordina l’unità di Genetica e Miglioramento Genetico della Vite. E’ stato dimostrato come questa tipologia di viti possono difendersi dalle principali malattie, come oidio e peronospora, grazie alla piccola percentuale di corredo genetico derivante dalla vite silvestre, che conferisce loro un’alta resistenza alle malattie funginee. Questo permette una notevole diminuzione dell’impiego di pesticidi, un aspetto estremamente rilevante per l’impronta carbonica totale generata durante la fase di produzione. I PIWI sono creati mixando diverse specie di vite, ma con affinità genetiche. L’obiettivo di questa pratica è quello di ottenere caratteristiche semore migliori, soprattutto la resistenza.
Le varietà resistenti attualmente sono circa lo 0,5% della viticoltura italiana. Ad oggi risultano iscritte al Registro Nazionale 34 varietà PIWI.
Si è registrato purtroppo proprio nel 2023, un calo intorno al 3% delle vendite che ha preoccupato gli addetti ai lavori che cercano di trovare delle soluzioni per risollevarsi.
Ci si auspica un interesse sempre maggiore per creare chiarezza in un settore che è tra i più rilevanti del nostro paese e che consente di esportare il made in Italy in tutto il mondo. La nostra percezione è che l’approccio adottato nell’evento abbia raggiunto l’obiettivo, incoraggiando la riflessione e il dibattito riguardo alle considerazioni tecniche sulla qualità e sulla comunicazione attraverso il vino, evidenziando l’elevato livello espressivo raggiunto dai produttori di vini, i quali hanno dimostrato competenze di alto livello.