Le variabili dell’odio. X e Y, il libro esordio di Saverio Mazzeo
L’arte, due finti protagonisti, un sentimento di odio creativo e un libro che parla d’amore. X, y e z come soggetti e variabili, sullo sfondo di una Roma futurista. Una critica alla società. Un testo forse scomodo e indigesto. Per niente politicamente corretto e con un misurato rancore contro i luoghi comuni e verso le strizzatine d’occhio al pubblico e ruffianerie simili. Sincero fino all’estremo. Le Variabili dell’odio è il primo romanzo di Saverio Mazzeo. Poco incline ad abbassare la testa, non omologato e per questo unico e dallo stile affascinante.
Saverio Mazzeo si presenta al mondo letterario con una creazione densa e avvincente che si immerge nelle molteplici sfaccettature delle problematiche contemporanee.
Scritto con una passione senza misura, con l’urgenza di dire tutto. Dirlo senza mezze misure e senza perdere di vista la bellezza.
Il Ritratto di X e Y
Saverio Mazzeo ci porta in un viaggio attraverso l’animo di X, una delle variabili appunto. Un trentenne pittore autodidatta immerso nelle sfumature dell’arte, della letteratura, della politica e della storia a Roma. Insieme e attraverso lui l’autore riflette sul contesto sociale, ma anche culturale, contemporaneo.
E’ un cinico educato all’odio e all’amore, si muove nel mondo con uno sguardo critico, alimentato dal rancore verso una realtà che sente diversamente.
L’altra variabile è Y. Antinapoleonico e mosso da un impulso creativo, critica il consumismo contemporaneo e si confronta con la propria delusione tra cryptovalute e Twitch.
Entrambi sono figure complesse, uomini nudi di fronte alla sconfitta, in un eterno conflitto tra odio e amore per sé stessi e i loro nemici.
Ad X e Y si aggiunge anche Z, l’altra variabile cartesiana, quella un po’ dimenticata ma che forse ha da dire qualcosa da non sottovalutare.
L’Arte dell’Odio
Saverio Mazzeo, nell’intervista che mi rilascia, mi rivela che la sua è un’essenza di odio puro. Verso l’arte che rincorre il successo e quindi che non è più libera di essere effimera ed inutile. Odio verso i libri con le loro copertine sciatte e orrende che, secondo l’autore, raffigurano, già dall’estetica, un’etica non consona alla creatività.
Ho lavorato per molto tempo in una libreria, e per questo condivido uno scetticismo profondo sull’attuale panorama librario. Le librerie, per come sono oggi, dovrebbero tutte chiudere, poiché non hanno più il loro spirito genuino.
La sua visione svela un rapporto complesso con il mondo culturale contemporaneo, in cui vede mancanza di autenticità. I due stessi protagonisti sono affascinati dal mondo social, verso quel mondo conformistico e non reale.
E attenzione. Perché l’odio che si staglia dal romanzo non è quello gretto del risentimento. Non è cattiveria pura e semplice, non è rivolto verso i deboli ma all’indirizzo dei forti, delle istituzioni in particolare.
Ed è soprattutto, l’odio di cui parla Mazzeo, quel motore creativo, autentico e non finto che fa progredire e non regredire.
La Forza delle Citazioni
Nel romanzo sbocciano qua e là numerose citazioni, appaiono autori come se si fosse in presenza di vecchi amici.
Le Variabili dell’odio riesce così a regalarci un racconto non stantio, ma vivo sia dal punto di vista narrativo che culturale. Lo stile, forte e consapevole, si sviluppa proprio attraverso incontri non casuali con gli scrittori.
E Mazzeo dimostra una grande abilità. Tessere il racconto, far andare la trama e nel contempo introdurre voci artistiche come Luis Ferdinand Céline, Giovanni Papini, Leonardo Sciascia, Majakovskij e De Dominicis. Citati con grande attestati di stima.
Ovviamente, fedele alla sua verità a tutti i costi, Saverio Mazzeo è anche irriverente con i tanto diffusi e acclamati Moccia e Ferrante.
Se proprio dovessi scegliere di lasciare nel libro un solo autore, forse lascerei Majakovskij. Perché? Anche in questo caso per il solito motivo. Oltre ad avere una grande passione per gli autori russi, non comprendo questo ostracismo nei loro confronti, che si è presentato a causa del conflitto in Ucraina. Una falsità che non c’entra nulla con l’arte.
Una passeggiata esistenziale nell’animo di Saverio Mazzeo. Un conflitto interiore che si dipana piacevolmente pagina dopo pagina. Questo è Le variabili dell’odio in uno dei tanti piani di lettura.
E’ un percorso che attraversa la società attuale senza ideologie, un libro che si lascia leggere e comprendere, assaporare e riflettere. Un esordio alla scrittura che è qualcosa che mancava nel panorama. L’analisi della realtà, osservata in modo oggettivo ma poetico, una vibrazione che rivela una sensibilità davvero fervida e appassionata.
Un debutto di uno degli autori più promettenti nel futuro, a mio parere. Perchè il suo coraggio di guardare e raccontare la realtà senza mezzi termini, senza paure o timori reverenziali, è da applausi.
A sottolineare la rilevanza contemporanea delle tematiche affrontate nel romanzo, la mia ultima domanda.
- Saverio, chi vorresti leggesse il tuo libro?
- I ragazzi, chi appartiene alla mia generazione, quella di Twitch e dei social media.
Proprio perché Le variabili dell’odio emerge come un’opera che sfida le convenzioni, esplorando l’odio come forza creativa e la contemporaneità attraverso gli occhi di personaggi complessi.
Saverio Mazzeo riesce, e non era affatto semplice, ad offrire uno sguardo autentico sulle sue ispirazioni, critiche e speranze per il pubblico che avrà il piacere di leggerlo. Tutto il suo pubblico.
Saverio Mazzeo ha iniziato a scrivere il suo lbro, Le Variabili dell’odio, edito da Scatole Parlanti, 2023, ad Arezzo a casa di Lanfranco Pace, lo scrittore e giornalista che si è spento in questi giorni. A lui, e alla sua compagna Sabrina, Mazzeo dedica un grazie affettuoso per il sostegno ricevuto in quei giorni di pura creazione.
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Per ascoltare dalla voce di Saverio Mazzeo cosa rappresenta Le Variabili dell’odio: