Donna Sostantivo Femminile. Grandi donne Italiane nella storia
Hanno percorso strade diverse. Hanno sfidato le convenzioni. Si sono distinte nel campo della scienza, della letteratura, dell’arte, della politica e dello sport. Hanno stabilito primati. Hanno lasciato un segno indelebile nella società. Accomunate dall’essere diventate, tutte, dei punti di riferimento. Hanno modificato per sempre l’immagine della donna nella nostra nazione. Donna Sostantivo Femminile è il nome di questa serie di articoli che celebrano le grandi donne Italiane.
Nel corso delle epoche, le lancette degli orologi hanno segnato il trascorrere delle generazioni e il cambiamento dei ruoli delle donne nella nostra società.
Le storie delle straordinarie donne italiane che ho condiviso in questo viaggio chiamato “Donna Sostantivo Femminile” raccontano proprio questa evoluzione, attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio. Queste storie rivelano l’importanza durevole che queste donne hanno avuto sul nostro vivere sociale e sulla cultura, dimostrando il loro impatto straordinario.
Alfonsina Strada, Lidia Poët e Giustina Rocca, Samantha Cristoforetti, Matilde Serao, Franca Viola, Grazia Deledda, Anna Magnani. Sono donne di legge, di sport, devote allo spazio, al giornalismo, alla letteratura, alla recitazione, donne che hanno detto no! E le ho condivise qui, per farle comprendere meglio nella loro complessità. Hanno superato ostacoli personali, quante lacrime di rabbia e dolore avranno versato?
Personalità immense che con le loro vite incredibili, le loro parole incisive e le loro azioni coraggiose, hanno contribuito a gettare le basi per un futuro più luminoso e paritario per tutte noi.
Intralciate, derise, boicottate, sottovalutate.
In molti non le hanno viste arrivare. In tanti nemmeno hanno fatto attenzione alla loro partenza.
Nell’atto conclusivo di “Donna Sostantivo Femminile” voglio dedicare un pensiero speciale a una campionessa mondiale, Annarita Sidoti.
Annarita è stata una forza della natura, uno dei simboli del nostro movimento di atletica. Una delle più grandi, una delle più vincenti in assoluto. Campionessa europea a Spalato nel 1990, quando aveva solo 21 anni. Ancora Campionessa europea otto anni dopo, a Budapest nel 1998, e l’anno prima, nel 1997, Oro mondiale ad Atene.
Con la sua vita, ha dimostrato che non ci sono limiti invalicabili quando si perseguono i propri sogni. Con la sua straordinaria carriera, ha rappresentato l’Italia con determinazione e passione.
È stata una colonna della marcia in Italia, ben 47 le presenze in azzurro, tre partecipazioni olimpiche e sei mondiali. Probabilmente penalizzata solo dall’allungarsi delle distanze dai 10 km originari agli attuali 20 km, distanza sulla quale ha comunque stabilito un prestigioso 1h28’38”. Con le compagne d’allenamento e di nazionale Elisabetta Perrone ed Erika Alfridi, ma poi anche con una giovanissima Elisa Rigaudo, ha formato un gruppo di valore fantastico, in quello che con ogni probabilità è stato il momento di maggior competitività della marcia italiana al femminile.
Una lunga scia di successi sportivi.
Annarita Sidoti, alta solamente 142 cm. Chi avrebbe mai potuto credere che una donna così minuta potesse vincere e insegnare il coraggio? Sicuramente lei ne è sempre stata sicura!
Annarita, ha vinto tanto ma ha anche contribuito a plasmare il futuro dell’atletica in Italia.
Come assessore allo sport della sua comunità, è stata impegnata in politica e si è distinta per essere un punto di riferimento per le atlete della sua generazione, che spesso ha ospitato a casa sua.
Nel 2009, purtroppo, ha iniziato una lunga e difficile battaglia contro la malattia.
E anche in quel lungo e doloroso percorso ha lottato come una leonessa per tutto il tempo. Sempre con il sorriso, aggrappata alla vita in nome dei suoi figli, trovando anche la forza di raccontare pubblicamente la sua vicenda.
Atleta, donna, mamma, Annarita ha lottato prima contro le avversarie e poi contro il tumore, con lo stesso atteggiamento mentale. Scendere in pista per lasciarsi tutti alle spalle.
Si è spenta il 21 maggio 2015, a 45 anni. Dopo aver combattuto per oltre cinque anni contro le metastasi del cancro al seno che, in fase terminale, hanno coinvolto anche l’encefalo. Lasciando il marito Pietro e i tre figli Federico, Edoardo e Alberto.
Perché ho raccontato la sua storia, nelle conclusioni di questa serie? Perché ci ha insegnato che ogni donna può essere una campionessa nella sua vita. Volevo restasse come ultimo atto un grande esempio, di determinazione, orgoglio e ispirazione. Non solo per le atlete ma anche per tutti coloro che si trovano ad affrontare sfide simili. E che hanno bisogno di forza e coraggio.
Annarita Sidoti andrebbe ricordata più spesso.
Non so se essere sottovalutate come donne possa essere un vantaggio.
Le grandi donne della storia italiana, celebrate in questa serie, non si sono mai preoccupate di essere sottovalutate o del fatto di essere donne.
In qualsiasi epoca, hanno combattuto con determinazione per ciò che ritenevano giusto, per ciò che le animava. Hanno infranto barriere, superato sfide e aperto la strada per le generazioni future. Queste donne straordinarie ci insegnano con il loro esempio che il genere non dovrebbe mai essere un ostacolo per perseguire i nostri sogni e realizzare il nostro potenziale.
Continueranno a ispirare e guidare le donne di oggi e di domani, dimostrando che il coraggio e la passione superano qualsiasi sfida.
Le storie di donne coraggiose e straordinarie non finiranno mai, e forse, un giorno, mi troverò a raccontare un’altra serie di ‘Donna Sostantivo Femminile’, continuando a celebrare l’incredibile eredità delle donne italiane.
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