L’attimo prima del bacio

L’attimo prima del bacio

Arco di Travertino, fermata Metro A. Roma, Italia.
1 luglio 2023.
Ore 15:46

Mi fai venire voglia di stare bene“.

Eccolo, un sussurro appena sfiorato che il vento è riuscito a portare da me. La voce delicata della ragazza sul muretto mi arriva alle orecchie, mi fa voltare, e un sorriso all’ombra della visiera del berretto fa capolino sulle labbra. Ha le gambe divaricate e un ragazzo le sta davanti, con i gomiti puntellati sulle cosce altrui. Fa caldo, è già partito il periodo quadrimestrale dei pantaloncini corti. Al contrario della signora asiatica che mi sta passando davanti. Sul 409 sono quasi tutte così: velo sulla testa e vestito lungo fino ai piedi, gambe fasciate da pantaloni di lino che mi fanno sudare già solo al pensiero. Hanno però un impeccabile gusto estetico.
Una carovana di persone mi sorpassa, chi diretto a casa, chi fugge verso la metropolitana per non perderla o addirittura non perdere il loro Cotral all’Anagnina. E rimango sola. Le mani ficcate nelle tasche dei jeans; in una c’è il cellulare che va a fuoco, oltre ai 36° raggiunti oggi nella gran parte d’Italia. Talmente tanto in fondo che finirò per bucare il tessuto.

Sposto la visiera e cerco di guardarli meglio.

Avranno circa quindici anni. Io me li ricordo appena, i miei quindici anni. Forse stavo con un ragazzino che viveva a 600 km da me, quindi si può dire che neanche stavamo insieme. E i miei erano in procinto di separarsi. In quel periodo pensavo solo a scrivere su un gdr testuale, ad ascoltare Avril Lavigne e passare quanto più tempo possibile agli scout. Uscivo il sabato sera, ma per le vie del mio paese, la cui unica attrazione era la gelateria in piazza e l’unico punto di condivisione per gli adolescenti era un pub nel centro storico, a tema fantasy.
Quei due invece, probabilmente abiteranno a Roma e hanno a disposizione metropolitana e autobus persino la sera, per potersi vedere, divertirsi, visitare i monumenti più belli della Capitale e poi passare la notte a Trastevere, sui ciottoli più antichi e calpestati della città.

“Mi prometti che andrà bene?”

Lui le prende il viso tra le mani; riesce a spostare i capelli lunghi dietro le orecchie e si avvicina a lei. Eccolo.
Rimango col fiato sospeso.

L’attimo prima del bacio.

Quello carico di adrenalina, quello in cui c’è paura, aspettativa, ci sono tutte le prime volte e tutte le emozioni che ne conseguono. Quell’attimo che accomuna gli amanti come Amore e Psiche, che si guardano da secoli e non sono ancora stanchi di essere in quell’attimo, quel momento in cui non si possono avere rimpianti, ma si sente invece quel bacio che sta per arrivare amplificato. Ecco in quell’attimo lo sento sussurrare: “Andrà bene“.

E mi sento come una spettatrice di un film, mentre la vita altrui va avanti, rimango impietrita e al contempo affascinata da quell’attimo d’amore.
I miei occhi si spostano su di lei, osservo come il respiro venga trattenuto, più vittima dell’emozione che non del proverbiale timore con cui probabilmente è solita ritrarsi quando succede qualcosa di imprevisto. Quel bacio era un imprevisto?

Il silenzio è incantevole, sebbene quella deliziosa melodia forse sta solo nel mio cervello, rallegrandone le membra e le sinapsi.

Mi risveglio dal coma.

Sbatacchio gli occhi confusi, il cellulare sta squillando, mi riporta sul pianeta Terra. Mi ritrovo a distogliere lo sguardo da quei due adolescenti che si scambiano effusioni sotto il primo sole di luglio.
Gli occhi si abbassano: è il mio collega, chissà che non abbia trovato quel contratto che cercava…

#FastidiosamentePaziente

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Federica Fiordalice

Classe 1994, da sempre il suo sogno nel cassetto è scrivere libri e vivere grazie ad essi. A furia di stare con la testa tra le pagine, è finita su DmU per scrivere e provare a imitare i tanti autori che legge. Al momento ancora non ha scritto alcuna pagina, ma gli scaffali di casa sua continuano ad accumulare libri in attesa di essere letti. Scout per la vita, tra le sue passioni troviamo la corrispondenza cartacea, collezionare cartoline da tutto il mondo e la sua bignè a quattro zampe di nome Wendy. Figlia di Tosca Tassorosso e Durin, capostipite dei Nani tra le file di Tolkien. Dolce, paziente, un po’ stacanovista (a giuste dosi), perfezionista (q.b.). Maneggiare con cura: potrebbe rifilarti freddure di punto in bianco come strategia di difesa.

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