I nasoni di Roma
Per chi è di Roma sa benissimo cosa sono i nasoni. Ma non tutti, forse sanno, quale è la storia dei nasoni di Roma.
Iniziamo con il dire che i nasoni sono le tipiche fontanelle che troviamo nella Capitale. Esattamente quelle che, la forma del “rubinetto”, sembra un naso grande…appunto un nasone.
I nasoni nascono verso la fine del 1800 da un’intuizione del primo Sindaco di una Roma liberata, Luigi Pianciani per due motivi. Il primo quello di poter dare la possibilità a cittadini e turisti di bere liberamente acqua potabile al centro come in periferia. Il secondo per dare uno “sfogo” alla rete idrica al tempo molto intensa. Insomma, per ridurre la pressione dell’acqua ed evitare le rotture alle tubature.
Per molti anni i romani andavano con le bottiglie o le brocche a raccogliere l’acqua dei nasoni perché più fresca e soprattutto più buona.
Roma ancora oggi è piena di queste fontanelle, se ne contano circa 2500 esemplari censiti, ma antiche ne sono rimaste tre. Una è in Via delle Tre Cannelle, una in Piazza della Rotonda e poi l’ultima, la più antica di tutte in Via di San Teodoro è la sola originale rimasta integra.
In principio i nasoni erano dotati di tre rubinetti a forma di testa di drago. Poi negli anni sono cambiate e i nasoni da tre diventano uno.
Per Roma e per i romani i nasoni fanno parte dell’archeologia della città. A tal punto che nei tour turistici vengono inseriti come “cose” da vedere. A tal punto che l’Acea, che è la società municipalizzata che si occupa del servizio idrico di Roma e della Regione Lazio, ha compilato una mappa interattiva dei nasoni.
E nell’era delle app non è pensabile che non ce ne sia una dedicata ai Nasoni di Roma su iTunes l’app di Acea per iPhone, iPad e IPod Touch che contiene una mappa delle fontanelle disponibili nel centro di Roma. L’app fornisce anche informazioni su monumenti e fontane artistiche più vicine.
Gli appassionati di cinema sanno bene che spesso le fontanelle romane sono state anche protagoniste di film d’autore. Compare nel film L’Accattone di Pasolini o nella sequenza iniziale di Ladri di Biciclette di Vittorio De Sica, in cui una donna usa la fontana per lavare i panni. Ancora, la troviamo in ‘C’eravamo tanto amati’ di Ettore Scola in cui Gianni Perego (Vittorio Gassman) beve dal nasone di via dei Fienili proprio dietro al Foro Romano.
Le cita anche Daniele Silvestri, cantautore romano, in un brano meraviglioso che recita: la mia casa è tutta Roma. Perché è qui che sono nato. In mezzo ai preti, i gladiatori, gli avvocati, i senatori, i tassinari, gli impiegati, le bariste, gli artigiani, i rigattieri, i poliziotti, i cravattari, le puttane. E le duemila fontanelle per le strade. Dove l’acqua scorre sempre e non si ferma. Come se l’acqua fosse Roma. Come se fosse eterna
Negli anni le polemiche sullo spreco dell’acqua che sgorga dai nasoni non sono state poche, e si è pensato anche di dotarli di un pulsante da spingere quando si aveva voglia di bere. Ma le fontanelle “modificate” sono state veramente poche e allora si è deciso di lasciare una parte della storia di Roma così come è.
Perché lo so che non è comprensibile per tutti, ma per noi romani avere i nasoni che fanno scorrere l’acqua più buona del mondo non è cosa da poco. E’ la certezza che se sei in estate in giro per Roma e con il caldo hai bisogno di bere l’acqua la trovi…perché l’acqua è di tutti ed è per tutti gratis.
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