Riparte il “Safety Tour” di Matteo Mondini
Il 28 Aprile in occasione della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sui Luoghi di Lavoro, riparte il "Safety Tour" di Matteo Mondini che farà tappa presso gli stabilimenti di Carpi e Mirandola del Gruppo AIMAG per sensibilizzare i lavoratori sul tema della sicurezza sul lavoro. https://www.instagram.com/p/Crfzew8si5O/?igshid=ZWIzMWE5ZmU3Zg==
Mondini da anni incontra i lavoratori nelle aziende e nelle scuole italiane per raccontare la sua testimonianza diretta e denunciare il numero altissimo di morti sul lavoro in Italia. Il 28 aprile Riparte il “Safety Tour”.
Guarda su Youtube l’intervista video completa di Cristina Autore a Matteo Mondini https://youtu.be/kp4uvzI6Kls
Il giorno dell’incidente
La sua vita cambia tragicamente il 22 ottobre 2010 quando viene chiamato per svolgere dei lavori in un piccolo negozio in fase di ristrutturazione. L’anziana titolare gli chiede una mano per abbassare la saracinesca che è bloccata. Un lavoretto extra che accetta di buon grado per fare un favore alla signora. “Era venerdì pomeriggio e il negozio sarebbe rimasto aperto per tutto il week-end. Ho detto di sì per galanteria”, spiega Matteo.
Mentre è impegnato a riparare la sarranda rimane folgorato con la corrente elettrica e subisce una violentissima scarica a causa della mancanza del dispositivo salva-vita.
Il cuore smette di battere e Matteo crolla a terra immobilizzato dalla terra ai piedi. Non sente più il suo braccio destro, vede tutto nero, la corrente ha attraversato tutto il suo corpo fino ai piedi. “Le sensazioni che mi ricordo è che il sangue si stava ghiacciando, ho sentito improvvisamente come se avessi bevuto una bevanda ghiacciata e ho sentito il cuore esplodere nel petto, una sensazione bruttissima”, racconta.
Il calvario per la sopravvivenza
Matteo è vivo per miracolo è inizia dal letto di ospedale un vero e proprio calvario per sopravvivere. Subisce circa 38 interventi chirurgici nei successivi 7 anni, entrando e uscendo da sale operatorie, inghiottendo antidolorifici come caramelle, sotto sedativi per intere settimane e facendo i conti con i danni irrimediabili provocati da quella maledetta scossa. Nell’ottobre del 2017, a causa di un’infezione al braccio destro, i medici gli comunicano di doverlo amputare.
Ho perso un braccio ma non il sorriso
“Quando mi sono risvegliato senza il mio braccio destro, ho sentito un vuoto dentro e ho ripercorso in quell’istante tutto il dolore, la sofferenza subita e in quel momento è scattato qualcosa in me , -racconta Matteo -. Ho pensato che nessuno dovesse più subire quello che ho subito io in tutti questi anni e quindi ho fatto una promessa a me stesso qualora fossi uscito con le mie gambe da quel letto di ospedale, avrei fatto qualcosa per gli altri e così ho fatto”.
La missione di vita di Matteo
Matteo cede le quote dell’azienda di famiglia e, mentre con i figli piccoli impara a scrivere con la mano sinistra, a guidare e a prendere le misure con la sua nuova realtà senza il braccio, decide di iniziare una vera e propria missione di vita: “Sentivo troppo il peso di essere sopravvissuto e quindi ho iniziato ad andare nelle aziende, nelle scuole per incontrare i lavoratori e, attraverso la mia testimonianza, parlare di sicurezza e prevenzione sul lavoro con un Safety tour”.
Non basta una data sul calendario
Venerdì prossimo riparte il “Safety Tour” di Matteo Mondini per la sicurezza sul lavoro. “Deve essere tutti i giorni il 28 aprile – spiega Matteo -. Spesso sento dalle istituzioni delle dichiarazioni “copia-incolla” quando c’è un nuovo morto sul lavoro, le condoglianze alla famiglia e poi non se ne parla più. Serve un vero e proprio cambio culturale nel nostro Paese per impedire che altri lavoratori subiscano infortuni o perdano la vita sul lavoro. Perchè cosi come ho tatuato sul petto voglio dire a gran voce che: “Si lavora per vivere, non per morire”.
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