“Maschere e Cosmic Bullets”: la mostra
Chiuderà con il finissage del 27 aprile la mostra “Maschere e Cosmic Bullets”. Catalogo a cura di Marco Meneguzzo, con le opere di Bruno Pellegrino e Nicola Rivelli. La mostra è ospitata a Roma, presso Spazio all’Arte. Noi l’abbiamo vista, e ve ne diamo un assaggio.
I due artisti, insieme al curatore, guidano i visitatori in un breve itinerario della loro arte.
Spazio all’Arte. In tutti i sensi
L’Arte cambia, si evolve, ma non perde il suo appeal. E a Roma, culla di artisti e galleristi, si respira un fervore benefico soprattutto attorno all’arte contemporanea e alle sue derive tecnologiche e ibride. Servono spazi per esprimersi, luoghi non più solo espositivi o commerciali, ma capaci piuttosto di promuovere il confronto e creare nuove connessioni. Ed è con questo fine che lo scorso novembre la casa d’asta bresciana Capitolium Art ha aperto nella capitale Spazio all’Arte, in quello che fu uno degli studi del Maestro Mario Schifano.
Dunque ultima chance, per ora, per vedere le loro opere e dialogare sull’allestimento curato da Willy Zuco.
Analogie di un percorso
Il loro comune percorso di politici è ciò che ha inizialmente indotto il curatore ad immaginare la doppia personale. Bruno Pellegrino, ha ricoperto la carica di Senatore della Repubblica dopo essere stato segretario del Club Turati di Milano, Nicola Rivelli quella di Deputato in Parlamento. Analogie di percorso e una comune passione, prima nella Politica cui è affidato il compito di gestire il passaggio, la transizione verso il futuro, poi nell’esordio nell’Arte, che ha quello di mostrare alla società dove stiamo andando e dove potremmo andare.
Creature arcaiche, evocative, immaginarie e presenti
La matrice intimista di Bruno Pellegrino si rivela nell’ossessione per i volti, da ultimo divenuti ‘maschere’, più simboliche che rappresentative di qualcuno o qualcosa. L’artista è reduce da una grande mostra al Maxxi di Roma, Personae, dove le sculture bidimensionali esposte, in quel caso in ferro dipinto, erano affiancate da installazioni video. Per le maschere di questa, con il suo personalissimo senso plastico della materia, ha usato il “corten”, lega ferrosa di ferro e carbonio, da cui ha ricavato opere figurative che ha tagliato con il plasma, con una versatilità che rivela lo studio dei classici accanto ad una moderna capacità di rielaborazione fantastica.
Maschere che esprimono pulsioni, idee, emozioni, che affiorano nella mente dell’artista per lasciarsi modellare e plasmare. Volti immaginari, ma con una capacità, di presenza e di natura vibrante.
Il bene e il male nella vita di ognuno
Nicola Rivelli si è sempre dedicato all’arte. Da un certo punto in poi, però, ha deciso di farlo in maniera esclusiva. Il suo lavoro muove dall’idea di rappresentare la parte non rappresentabile dell’uomo, un lavoro teso a dare presenza nell’assenza. Le sfere in mostra – in questo caso in ceramica dorata, in altri casi in bronzo – sono l’evoluzione di un lavoro iniziato molti anni prima, continuato anche in Cina dove l’artista ha lavorato a lungo, da ultimo filone privilegiato della sua arte. Vogliono esprimere la deformazione del neurone a causa delle avversità della vita o comunque di ciò che l’Uomo incontra sul suo cammino: indifferenza, giustizia, ingiustizia, passione e così via. Neuroni che l’artista immagina colpiti come da proiettili e deformati, appunto, dai tanti mali invisibili o da altre esperienze che lasciano un segno indelebile nell’animo umano. Lavorando la sfera ancora umida come restituitagli dal tornio, l’artista vi interviene “segnandola” e cesellandola, in un’alternanza tra vuoto e pieno, tangibile ed intangibile, evidenziando i segni dell’esposizione dell’individuo ai mali cosmici, fino ad ottenere con l’oro il bellissimo e prezioso effetto finale, una sfera diversa dall’altra, unica. Come unico è ogni uomo.
Nuove fonti d’ispirazione
L’AD di Capitolium Art, Gherardo Rusconi, si esprime così per raccontare ciò che lo ha spinto a realizzare questo nuovo spazio dedicato all’arte: “dal desiderio di trovare sempre nuove fonti di ispirazione per il nostro contributo, come Casa d’aste, alla diffusione e alla circolazione dell’arte e del bello. Roma è in sé una fonte vivissima di sollecitazioni e altrettanto evocativo è il luogo prescelto”.
Dalla collaborazione con Diana Daneluz
Seguici sulle nostre pagine social Facebook e Instagram. Continua a leggere il nostro magazine. Troverai tanti argomenti simili nella categoria CondividiAmo