La Selfie-mania di Claudio: “Ho 3000 foto con Vip dal Dalai Lama a Di Caprio”
Nell’era dello scatto a tutti i costi, alla rincorsa dell’ultimo like, abbiamo potuto assistere agli effetti negativi della cosiddetta “Selfie-mania” con Vip. Ultimo fra tutti, l’episodio a dir poco sgradevole dello scatto strappato a Maria de Filippi presso la camera ardente allestita a Roma per dare l’ultimo saluto al marito, Maurizio Costanzo.
Lo abbiamo commentato nell’articolo “Siamo l’esercito del selfie” di Elisabetta Mazzeo https://www.distantimaunite.com/2023/02/28/siamo-l-esercito-del-selfie-maria-de-filippi-camera-ardente-maurizio-costanzo/ e nel podcast https://www.spreaker.com/user/15215755/ep-01-siamo-l-esercito-del-selfie_1.
Ma cosa c’è dietro a questa voglia irrefrenabile di autoscatto? Ed esistono limiti alla voglia di condivisione?
Proviamo a capirlo con un selfie addicted, Claudio Minerva, barista originario di Monza di 39 anni, trapiantato a Roma ormai da vent’anni che come passione ha proprio il collezionismo di foto con personaggi famosi. Ne possiede oltre 3000 pubblicate nel suo profilo Instagram “VipFollia”, tra cui spiccano nomi di vere e proprie star internazionali, da sempre restii ai selfie con i fans come Nicolas Cage, Leonardo di Caprio, MIke Tyson, Anthony Hopkins e addirittura il Daila Lama. https://instagram.com/vipfollia?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Come nasce la tua mania dei selfie con i Vip?
Più che mania la definirei passione, collezionismo. Ricordo bene il primo scatto. Nel 1994 vivevo a Cattolica con la mia famiglia e proprio lì registravano “Il gioco delle coppie”, un programma televisivo che andava in onda sulle reti Mediaset. Lì, per la prima volta ho scattato una foto con un personaggio famoso, una soubrette americana che si chiamava Wendy. Avevo 11 anni. Lei era bellissima, abbronzata e indossava un costume rosa. Quando tornai a scuola la mostrai ai miei compagni e mi riempirono di complimenti. Erano un po’ invidiosi…
Come è proseguita la “caccia” ai vip negli anni successivi?
A scuola venivo ammirato e riconosciuto come quello che conosceva personaggi famosi. Quindi ho deciso di procurarmene altre, sempre di più, una foto tira l’altra. A 17 anni ho iniziato a frequentare posti dove c’erano i vip, a fare appostamenti o viaggi programmati per beccare i miei preferiti per chiedere un selfie. Per me alcuni erano e restano veri miti come Vasco Rossi, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Mara Venier e Maurizio Costanzo che seguivo assiduamente a teatro come pubblico nel suo show. Maurizio mi conosceva e quando ho saputo della sua morte ho pianto a lungo. Cercai di incontrarlo più volte e gli portavo sempre qualche regalo. L’ultima volta che lo vidi è stata un mese e mezzo fa. Lo trovai affaticato.
Cosa ne pensi dell’episodio del selfie con Maria de Filippi nella camera ardente?
Una cosa vergognosa, schifosa. Come collezionista di foto con personaggi famosi sono stato al funerale di Alberto Sordi e ho avuto vicino a me molti personaggi influenti come il Presidente della Repubblica, ma mai mi sarei sognato di scattare un selfie in quella circostanza infelice. Ci vuole delicatezza. Non tutti sono abituati ad incontrare i vip, quindi può succedere di emozionarsi e perdere il controllo. Secondo me è quello che è accaduto a quel ragazzo.
Qualche vip ha mai rifiutato un selfie con te?
Avevo preso delle ferie per provare ad incontrare Madonna che era in Italia. Ma quando l’ho incrociata non c’è stato niente da fare, mi ha detto no.
Un’altra volta, sempre prendendo ferie al lavoro, sono andato a Lugano con l’intenzione di incontrare Mina e scattare una foto con lei. Avevo anche acquistato dei fiori ma li ho lasciati fuori l’appartamento con una lettera di accompagnamento. Non c’è stata possibilità di vederla. Qualche settimana dopo, mi ha recapitato un suo autografo a casa.
Quale selfie è stato il più difficile?
Sicuramente per la foto con Leonardo Di Caprio ci è voluta molta pazienza. Mi sono appostato per 5 giorni fuori all’hotel dove soggiornava Leonardo Di Caprio a Roma, sopra Trinità dei Monti. E’ stato nel 2020 poco prima dello scoppio della pandemia covid-19. Penso ci voglia sempre pazienza, tenacia, educazione senza invadenza.
Da come parli, sembra che stringi proprio un legame con la persona dopo il selfie insieme. E’ così?
I vip sono persone come noi. Conosco Pio e Amedeo che incontro spesso, a volte giro per Campo dei Fiori per salutare Mara Venier. Alcuni di loro mi conoscono come Fiorello o Cristian De Sica e seguono il mio profilo Istagram “Vipfollia”. Ho grande ammirazione quindi spero sempre di creare un legame che vada oltre quel singolo scatto e a volte accade.
Hai scritto anche un libro?
Esatto, l’ho intitolato “Selfie la mia Vipfollia” e racconto i tanti incontri e le tante emozioni che mi ha regalato questa passione. Oltre che le mie tecniche di appostamento nascoste.
Sul tuo profilo non pubblichi nessuna foto di te con amici o famiglia solo con i vip. Come mai?
Preferisco tutelare la privacy della mia vita perchè c’è molto odio diffuso sul web. Sono diventato zio da qualche giorno e ho una mia concezione di protezione delle cose. Penso che sui social vi sia molta invidia e che il concetto di felicità cambi da persona a persona. Ormai è una caccia di tutti al like non alla verità ma solo all’apparenza. Preferisco pubblicare solo i selfie con i vip, che di solito piacciono a tutti.