A Conversano l’arte di Antonio Ligabue
La Puglia stupisce sempre e stavolta per una ragione tutta nuova. Fino all’8 ottobre 2023 nelle sale del Castello Aragonese di Conversano (Bari) è in mostra l’arte visionaria di Antonio Ligabue. Commuovono e colpiscono le sessanta e più opere esposte che ripercorrono la vita e l’arte di uno dei più grandi artisti del Novecento.
L’esistenza di Ligabue è stata dominata dalla solitudine e dall’emarginazione ma anche da un riscatto avvenuto proprio attraverso la pittura. La mostra si sviluppa attraverso un percorso cronologico che ripercorre la vita e l’arte di questo artista dal linguaggio folle e poetico, dal ricco e convulso utilizzo del colore. La mostra espone i suoi soggetti più famosi come le fiere, gli animali domestici, le scene di vita contadina, le carrozze e gli autoritratti. Anche le opere scultoree in bronzo di Ligabue, quelle poche che sono giunte sino a noi, trovano spazio nel castello aragonese, come il Gufo con preda.
Tra i capolavori esposti vi sono Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Autoritratto con sciarpa rossa (1952- 1962) e Ritratto di Marino (1939- 1952). La mostra espone anche alcune fotografie risalenti agli anni ’50, video di repertorio e brani tratti dall’opera documentaristica realizzata da Raffaele Andreassi su Ligabue.
In una prima sala è allestita “La stanza magica”: qui gli animali di Ligabue, i soggetti dei suoi quadri tra cui tigri, leopardi, serpenti, galli, si animano attraverso un gioco di proiezioni. Qui ha luogo un mondo visionario dove appaiono lotte tra belve feroci, animali che affollano prati, combattimenti tra galli, tutto prende vita al di fuori delle cornici. Qui si è liberi di fotografare e farsi fotografare per condividere l’esperienza attraverso i social network.
L’allestimento della mostra segue la ripartizione in tre periodi dell’opera dell’artista. Questa ripartizione è quella adottata da Sergio Negri – massimo studioso del pittore – a partire dalla grande antologica su Ligabue avvenuta nel 1975. Il primo periodo (1927 – 1939) vede Ligabue ancora incerto tecnicamente ma con una evidente capacità narrativa. I colori sulla tavolozza sono pochi, come i dettagli. Il colore è steso in maniera soffusa, diluita. Non firma quasi mai le opere. Molte le scene agresti, non troppo aggressivi gli animali feroci. Pochi gli autoritratti.
Nel secondo periodo (1939-1952) Ligabue realizza scene più complesse e dettagliate. Riproduce il movimento e l’azione delle fiere, degli animali, delle carrozze, a favore di una maggiore veridicità nella resa finale. Il colore è steso in maniera più corposa e i toni utilizzati sono più caldi. Ligabue scopre i diversi toni del giallo attraverso l’osservazione dei campi di grano. La sua tavolozza si amplia. Firma le sue opere spesso in rosso e in corsivo.
Il terzo periodo (1952-1962) è il più ricco in termini produttivi e si caratterizza da un segno incisivo e continuo, una linea di contorno marcata e i soggetti che si stagliano dal resto della scena. A questo periodo risalgono anche i numerosissimi autoritratti, che si differenziano l’uno dall’altro a seconda dello stato d’animo del momento.
Conversano può essere facilmente raggiunta in treno (circa un’ora) o in macchina (circa mezz’ora) da Bari. Sceglietela come meta ideale per un week end tra arte, cultura e bellissimi paesaggi.
Con il patrocinio del Comune di Conversano, la mostra Antonio Ligabue è curata da Francesca Villanti ed è prodotta e organizzata da Arthemisia.
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