Non te ne accorgi? Stai barattando te stesso, in cambio del niente

Non te ne accorgi? Stai barattando te stesso, in cambio del niente

Daniele ha appeso le sue chitarre al muro.

Le guarda spesso, soprattutto quando emette fatture: in casa c’è poco spazio e il tavolo della cucina è anche la sua scrivania. Daniele lavora, lavora sempre. In ufficio, nel suo appartamento, persino in macchina. E quei corpi sinuosi, ricoperti di polvere gli danno un fastidio inspiegabile: sembrano donne crocefisse. Una volta gli dava così piacere adagiarsele in grembo e sentirsele risuonare addosso, nella pancia, sui genitali. Ora sono diventate una metafora: il modo in cui le trascura è diventato il mondo in cui si trascura. Daniele ha da tempo scelto l’altro lato del tavolo per lavorare. Alle chitarre dà le spalle. Davanti agli occhi vuole solo la macchina del caffè.

Luca non entra più in libreria.

Prima non sapeva immaginare altro luogo in cui rifugiarsi. Da bambino, al supermercato mentre i genitori facevano la spesa, Luca non pensava affatto ai giocattoli: si perdeva tra i minuscoli scaffali sui quali veniva esposto qualche classico tra i libri di ricette. Gli piacevano persino le raccolte di barzellette sui carabinieri! Crescendo quella passione non era scemata, anzi. E quando per strada i suoi amici si fermavano a fischiare alle ragazze, lui si precipitava in libreria, alla ricerca di qualche titolo che aveva captato alla radio.

Da universitario, alla stazione, quasi sperava nel ritardo delle proprie coincidenze per piombarsi in quel posto dall’odore inconfondibile. Leggeva, sfogliava, si incuriosiva. Soprattutto sognava: di poter far compagnia, un giorno, a tutte quelle firme che, ne era certo, c’era sicuramente un motivo per cui vantassero quel privilegio. Ora Luca è solo un invidioso: i libri che ha scritto, sperando di emulare i suoi vecchi “compagni” di viaggio, non solo li ha venduti a forza ad amici e parenti, ma terminata la prima tiratura non hanno più visto luce. Gli è stato preferito qualche influencers che tra qualche anno nemmeno ricorderemo più. Luca si odia e odia gli altri. Ha deciso che passerà la sua vita a scrollare le storie di Instagram piuttosto che perdere sonno e tempo di fronte a un foglio bianco.

Federica ha smesso di viaggiare.

E l’atlante da grattare che un giorno aveva comprato con tanto entusiasmo progettando tratte transoceaniche, è fermo sulla porta del bagno. Fermo come la vita di Federica che da qualche anno non è che ufficio e casa senza parcheggio. L’atlante ha un paio di nazioni “scoperte”, per il resto aspetta ancora il suo momento. Che non arriverà. Anche se pare chiaro a tutti tranne che a Federica. Che continua a coniugare i verbi al futuro, mentre il presente gli scivola da sotto le mani, risucchiato da mail e trilli di google calendar.

Daniele, Luca e Federica sono i figli dei nostri tempi. Sono io. Sei te. Siamo noi. Quelli che, per dirla alla maniera di Lucio Leoni: “hanno giocato-giocato-giocato finché non ne potevano più”.

Daniele, Luca e Francesca sono molto diversi dai loro genitori. Per studi, preparazione, empatia e sensibilità. Per prospettive di vita, aggiungerei. Anche loro avevano le loro passioni da trascurare, non ne dubito. Ma in cambio, almeno, hanno avuto un lavoro stabile, molti una casa di proprietà, tantissimi addirittura una pensione. Quella che pagano Daniele, Luca e Francesca: barattando le loro esistenze in cambio del niente. O meglio: in cambio di una paura fottuta. Quella del futuro. Delle bollette aperte come fossero carte di una mano di poker. O delle battute dei guru da Social che ti invitano a “scegliere il lavoro che ami, perché così non lavorerai nemmeno un giorno”. Tra questi c’è anche chi, probabilmente, scriverà un libro di successo…

Lo so, da un articolo del genere ci si aspetta un lieto fine. Un consiglio, una considerazione. Cinque punti da seguire per cambiare le proprie esistenze. La life time che hanno seguito i grandi della Terra per diventare, appunto, grandi. Mi spiace, ma non avrete questa soddisfazione. Non ci sarà altro finale. Anche per voi: sarà per la prossima volta…

Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico

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Gabriele Ziantoni

Giornalista per hobby, polemico per professione, speaker per necessità. Gabriele Ziantoni nasce a Marino, un piccolo paese in provincia di Roma, il 12 dicembre 1983. Solitario, testardo e vagamente intollerante, vive con una penna in mano e un foglio bianco davanti agli occhi fin da quando ne ha memoria. Dopo varie esperienze nel campo del giornalismo, soprattutto sportivo, dal 2011 affronta in maniera ondivaga il rapporto con il suo secondo amore dopo la scrittura: quello con la radio. Direttore Artistico di New Sound Level 90 FM, ha all’attivo tre libri: “Un secondo dopo l’altro” (L’Erudita, 2017), “Nonostante tutto” (L’Erudita, 2019) e “Rudi Voller. Il Tedesco Volante” (Perrone, 2020).

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