La marmellata tra passato e presente

La marmellata tra passato e presente

Diciamocelo, questa è proprio la stagione perfetta per cimentarsi nella marmellata. E’ la stagione perfetta anche per raccontare della marmellata tra passato e presente.

Eh sì perché se siete amanti della confettura come ad esempio lo sono io, sicuramente avete provato a farla da soli. Ma prima di arrivare a questo punto sbirciamo insieme un po’ di storia e leggenda.

Complice la frutta estiva che sta piano piano esaurendosi e complice anche l’arrivo della frutta di stagione sicuramente questo è il momento migliore per mettersi in cucina e mettere a bollire un po’ di frutta con l’aggiunta dello zucchero.

Ma prima di dare qualche suggerimento togliamoci qualche curiosità, ad esempio quando e dove nasce e perché parlo della marmellata tra passato e presente?

Contrariamente a quanto potremmo immaginare la storia della marmellata ha origini molto antiche. Le prime notizie in merito ad essa le troviamo nel ricettario romano di Apicio ovvero tra il IV e V secolo dopo Cristo, ma già i greci avevano iniziato a cuocere lentamente le mele cotogne con il miele proprio per riuscire a conservarle nel tempo.

Nella Roma Antica la frutta veniva fatta bollire nel vino e con il miele proprio perché ancora in Europa non era presente lo zucchero. E diciamo che l’esigenza di iniziare a fare la marmellata o la confettura nasce proprio per poterla continuare a mangiare nel tempo soprattutto in previsione della stagione invernale con sicuramente meno quantità e qualità di frutta.

Le successive notizie sulla marmellata le ritroviamo nel medioevo quando la ricetta si avvicina sempre più a quella attuale. Infatti in Europa iniziano ad importare lo zucchero e la marmellata inizia a diventare solo frutta e zucchero portati ad ebollizione e quindi a “confettarsi”, termine che da lì in poi si userà per definire proprio la marmellata.

Curiose sono altre due storie che riguardano la marmellata e sono quelle che riguardano due regine. La prima ci racconta che Caterina d’Aragona fu l’artefice dell’invenzione della marmellata di arance. Questo perché dopo il matrimonio con il Re d’Inghilterra Enrico VIII cercò un modo per portare con se i frutti della propria terra, ovvero le arance.

Anche un’altra Regina è stata protagonista di una vicenda simile. Maria de’ Medici, dopo il matrimonio con Enrico IV si traferisce in Francia portando con se anche cuochi, gelatai e pasticceri. Dopo un periodo in cui sua Maestà non era stata bene il medico le diagnosticò una carenza di vitamina C così il Re mandò degli uomini della corte in Italia, in particolare in Sicilia, a prendere le pregiatissime arance, quando arrivarono si resero conto che il viaggio era troppo lungo e rischiavano che la maggior parte delle arance si guastassero così pensarono alla marmellata e sulle casse da portare in Francia, per riconoscerle, scrissero “per Maria Ammalata”…da lì alcuni lessero male e da Maria Ammalata si arrivò a Mar Malada.

Oggi la marmellata è ancora un alimento che raramente manca nelle nostre dispense. Per molti la colazione con fette biscottate e marmellata è un must e spesso è ben tollerate anche da medici e dietologi.

Forse nel tempo si è persa l’abitudine ma una volta anche la merenda pane burro e marmellata era quasi quotidiana.

Negli anni la marmellata ha subito una evoluzione, sia per i cibi che vengono usati che per il modo in cui viene degustata.

Oggi le confetture si fanno con tutti i frutti di qualsiasi stagione, ma come detto siamo andati oltre. Non si utilizza più solo la frutta ma spesso anche degli ortaggi.

Ad esempio una delle marmellate che preferisco è quella di pomodori verdi, ovvero di quei pomodori che con l’arrivo dell’autunno non riescono più a maturarsi oppure di zucchine oppure di cipolla di Tropea.

Spesso le accompagniamo anche ai formaggi specie queste appena da me elencate.

Ma come si fa esattamente la marmellata? Diciamo che la ricetta base è 1 kg di frutta e mezzo chilo di zucchero. Qualcuno ci spreme dentro il succo di un limone ma è a scelta. Il tutto si fa bollire per circa un’ora fino a che si inizia ad addensare ma la prova del nove è la stessa da anni. Versare un cucchino di marmellata su un piattino fallo freddare pochi secondi e controllare se si è leggermente addensata va bene ed è pronta. A quel punto versare il contenuto nei vasetti di vetro sterilizzati chiuderli bene e lasciarli capovolti per un po’. Ovviamente la quantità di frutta e zucchero può variare proprio in base al tipo di frutta che si utilizza.

Aspettare che si fredda e riporla in dispensa.

Provateci, provate soprattutto la marmellata meno conosciuta. Quelle che vi ho suggerito…ma anche molte altre io ne ho assaggiate molte proprio per la passione che nutro e credetemi ne vale veramente la pena.

Laura Cardilli

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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