L’estate dei cambiamenti climatici
In questa, più delle altre estati, abbiamo capito cosa è il cambiamento climatico. Dopo un inverno caldo e asciutto ci siamo ritrovati nel mese di maggio immersi in piena estate. Con temperature fuori dalla norma e soprattutto senza piogge e temporali.
Abbiamo assistito al prosciugamento di molti fiumi. Anche importanti come il Po. Lo stesso Tevere che nel suo percorso attraversa la Capitale, si è ritrovato immerso in letti secchi tali da aver riportato alla luce anche un antico ponte di Nerone.
Certo è, che a maggio quando il tempo era così bello siamo stati tutti molto contenti di poter anticipare le domeniche al mare. Abbronzarci e rilassarci nelle acque limpide e chiare di molte spiagge italiane.
Probabilmente la voglia di mare e di estate non ci ha fatto troppo riflettere sulla gravità della situazione. Fino a quando dai più esperti del climate change ai nonni che ci continuavano a dire “da che me lo ricordo io non ho mai sofferto un caldo così forte di maggio” non ci hanno allertato sulla gravità della situazione. E sui rischi che temperature così elevate e assenza di pioggia possono far emergere.
E a questo punto non sono stati pochi coloro che invece, si sono spaventati all’idea che la mancanza di pioggia e il caldo africano potesse sconvolgere il nostro ecosistema e soprattutto la nostra vita. Il caldo soffocante ha regalato a questa estate il primato di stagione più calda e torrida di tutti i tempi. E ci fa catalogare il 2022 come l’anno più caldo di sempre. Gli studi del CNR ci dicono che in questa prima metà dell’anno la temperatura è aumentata dell’0,98 gradi. Luglio 2022 ha registrato un +2,26 gradi sopra la media italiana da sempre.
Ma poi andando aventi con le settimane e i mesi, il terrore che il mese di agosto sarebbe stato un’incognita ci spaventava. In parte è stato così, ad agosto si sono viste le prime piogge, alle volte devastanti altre invece la famosa “manna dal cielo” che sta provando a salvare non soltanto i fiumi, ma soprattutto l’agricoltura.
Infatti uno dei tanti problemi che sta causando il cambiamento climatico è legato a doppio nodo all’agricoltura e l’intera economia.
La Coldiretti ci ha trasmesso, e continua a trasmetterci, dati inquietanti. Con queste alte temperature e la mancanza di acqua si prevedono danni che superano i 6 miliardi di euro.
Pensiamo soltanto che le colture che hanno subito il 45% di danni sono quelle dei foraggi e dei cereali, con cui nutriamo i nostri allevamenti, capiamo che la siccità non crea danni solo alle piantagioni ma anche agli allevamenti. Che, se mal nutrite, smettono di produrre latte a sufficienza da poter immettere nel mercato. Ovviamente, al momento, le preoccupazioni più grandi arrivano dai vigneti. I prezzi dei famosi vini italiani schizzeranno alle stelle.
Anche i ghiacciai subiscono le conseguenze dell’innalzamento delle temperature e proprio il 3 luglio di questo anno sulla Marmolada, il più grande ghiacciaio delle Dolomiti, c’è stato il crollo di un serracco nei pressi della Malga Ciapela nella provincia di Belluno. Il crollo ha portato alla morte di 11 persone.
Possiamo raccontarci quello che vogliamo, che i cambiamenti climatici sono nella natura del Globo o che sono solo “fantasie terroristiche” ma è indubbio che quando su un ghiacciaio le temperature non arrivano a toccare gli zero gradi un problema c’è. Ed è anche grande.
Molto si sta provando per interrompere il cambiamento climatico ma di sicuro non abbastanza, qualcuno, ancora lo nega. Ma quando a negarlo sono i potenti della Terra allora il problema prende dimensioni abnormi.
Allora bene a prendere il “buono” di questi cambiamenti, vacanze al mare più lunghe ed estati più lunghe. Ma ricordiamoci sempre che quando si soffre il caldo in montagna, quando in un intero inverno non scende una goccia d’acqua o un fiocco di neve o quando trombe d’aria e alluvioni riempiono le nostre giornate c’è la necessità di cambiare le cose. Dall’alto ma anche e soprattutto dal basso.
Quando ci dicevano che sono i piccoli gesti ad essere importanti è vero. L’acqua bisogna preservarla, e allora le nostre docce devono essere più veloci e i nostri denti si devono lavare recuperando l’acqua magari in un secchiello. L’acqua per lavare le verdure usiamola per innaffiare le nostre piante e l’acqua della cottura della nostra pasta usiamola per lavare i piatti che non mettiamo in lavastoviglie, ricordo che mia nonna mi diceva sempre che l’acqua con l’amido della pasta sgrassa i piatti sporchi.
Abbiamo il dovere morale di essere riconoscenti al Pianeta che per secoli, ed ere geologiche ci ha ospitato e amato come figli. Ora tocca a noi dimostrargli che anche noi lo amiamo come un genitore che invecchiando ha bisogno di più cure.
Laura Cardilli
#ostinatamenteottimista
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