Storie da raccontare/19 – Io sono lo Sciamano
Tempo di lettura: 2 minuti
Canzone consigliata: The Doors – Riders on the Storm
Nel petto non ho un cuore. Non posso crederci: non può fare tutto questo rumore. Non può fare così male.
Tra le costole ho l’intera Africa Nera: danza attorno al fuoco alla ricerca del ritmo giusto per mandare in trance il proprio Sciamano.
Ne sono certo: l’idea di bonghi e tamburi non può essere nata che ispirata dalla frequenza cardiaca. Che ora, a scadenze preoccupanti, mi esplode ovunque. Mi rimbalza nelle tempie, nei polsi, perfino nei polpastrelli delle mani. Rendendomi impossibile anche il gesto meccanico e familiare dell’accendere una sigaretta. Di nuovo il fuoco. Questa volta scaturito dallo sfregarsi di metalli sconosciuti, contenuti in una strana forma di plastica.
Io lo invidio lo Sciamano: vorrei avere il suo stesso coraggio per affrontare le Fiamme. E invece scappo. Fuggo. Corro. E più lo faccio, più mi sento l’incendio addosso. Pronto a consumarmi ogni singolo strato di pelle. Sorrido. Che stupido! L’incendio sono io. E nemmeno questo sudore che si diverte a scendermi lungo la spina dorsale, sarebbe capace di spegnerlo.
Prendo una boccata di tabacco. Avida. Profonda. Non funziona. I miei polmoni non rispondono. Incamerano meno ossigeno di quanto mi sia necessario. E rilasciano molta più anidride carbonica di quella che il mio corpo può produrre. Crollo sul divano. Devo solo concentrarmi sui numeri. Contare. E io lo faccio. Non potrei fare altro. In lontananza una vecchia sit com americana rimbalza battute molto distanti dall’essere divertenti. Eppure delle risate rispondono. Non posso evitare di pensare che appartengono a persone che probabilmente sono morte.
Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico
SEGUI DISTANTI MA UNITE!
Sulle nostre pagine social Facebook, Twitter, Instagram e Telegram.